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  • Lazio, senti David Silva: 'Che bello giocare con Dzeko, è magnifico! A Mancini devo tutto, sul futuro...'

    Lazio, senti David Silva: 'Che bello giocare con Dzeko, è magnifico! A Mancini devo tutto, sul futuro...'

    David Silva lascia il Manchester City dopo 10 anni. Ora svincolato, c'è la Lazio sulle sue tracce, ma il Valencia e gli Emirati fanno paura. Nel frattempo il mago spagnolo si racconta al sito dei Citizens, come riporta laLazioSiamoNoi.it: "Mi sono sentito da subito a casa, mi hanno trattato sempre tutti bene, sia a me che alla mia famiglia. Sarò sempre riconoscente al Manchester. Sarò per tutta la vita tifoso del City, e la stessa cosa vale per la mia famiglia. Quando sono arrivato, non pensavo di rimanere così a lungo. È complicato restare per dieci anni nella stessa squadra. Mi sono sentito a mio agio da subito, l'ho detto sempre a tutti. Ecco perché sono rimasto per così tanto tempo. Arrivai in Inghilterra dopo il Mondiale, con pochi giorni di vacanza. È stato complicato. Ho avuto bisogno di qualche mese per adattarmi alla Premier League, soprattutto perché non avevo recuperato completamente le energie dopo l'impegno nel Mondiale. Quando ho raggiunto il massimo della condizione, mi sono adattato a questo calcio. Grazie alla grande squadra in cui giocavo, ho continuato a migliorare e sono arrivato ad essere il calciatore che sono ora". 

    AGUERO - "Giocavamo molto vicini e il Kun è uno che ha bisogno di fare gol, è un attaccante. Io ero lì per aiutarlo, per creargli azioni pericolose. Sono felice, credo di averlo aiutato davvero. I dati lo confermano, gli ho dato tanti assist, con lui era molto semplice. Sa trovare gli spazi giusti, ed è cinico sotto porta. È uno degli attaccanti migliori al mondo? Sì, sicuramente. Da anni è ad alti livelli, facendo sempre tanti gol". 

    I DERBY - "Dopo il trofeo del 2011 è cambiato il percorso del club, l'anno seguente siamo riusciti a vincere la Premier League. Un'ottima partita è stata quella contro lo United, dell'1-6. Vincere una partita come quella contro gli storici rivali dimostrò che le cose erano cambiate, stavano cambiando. Feci uno dei miei assist migliori, ma devo ringraziare Edin (Dzeko, ndr). Se non avesse fatto gol, nessuno avrebbe ricordato il mio passaggio. È un giocatore magnifico, mi piaceva molto giocare con lui. Come ho detto, al termine di quella partita cambiò tutto".

    SU MANCINI - " Ebbe tanta fiducia in me. Quando stavo nel Valencia, mi chiamava spesso per convincermi a venire nel City. Credeva in me, mi aiutò a prendere la migliore decisione della mia carriera, e da quel momento sono passati dieci anni. Tutto grazie a lui". 

    LA PREMIER VINTA ALL'ULTIMO - "“È stato bello e drammatico allo stesso tempo, ma non è stato il modo migliore perché è stato davvero molto stressante. Ma ne è valsa la pena perché alla fine abbiamo vinto. Per come la vedo io però sempre meglio vincere con un po’ di anticipo il titolo”". 

    SU PELLEGRINI - "Manuel è stato un grande manager e anche una grande persona. Gli piaceva giocare un calcio molto offensivo, con possesso palla. Ci siamo divertiti nella stagione in cui abbiamo vinto il campionato con lui. Nel 2013 segnai io il primo gol nella partita contro l’Hull City, decisiva per la vittoria del titolo. Feci assist anche per il gol di Dzeko e fu dura perché rimanemmo in 10 per l’espulsione di Kompany". 

    SU GUARDIOLA - "Fu una grande notizia. Già sapevo che a lui piacesse lavorare molto e che amasse il possesso palla. E pensavo che per le mie caratteristiche il suo arrivo fosse perfetto per esaltarmi. Alla fine ha dimostrato che questo metodo ha pagato molto bene, abbiamo vinto tanti titoli e abbiamo imparato a dominare le partite contro le grandi squadre". 

    IL SUO RUOLO - "Mi piace giocare in mezzo al campo, stare sempre a contatto con il pallone. Questo sistema mi ha permesso di muovermi liberamente per tutto il centrocampo, cercando di muovermi tra le linee, creando spazi per ricevere il pallone o per provare a creare delle opportunità tramite dei palloni filtranti per gli attaccanti". 

    SUI PROBLEMI DEL FIGLIO - "Ho apprezzato molto quello che il club ha fatto per me. E devo anche ringraziare la squadra e tutti quelli che mi hanno aiutato tanto in quel periodo difficile. Per me è stato un anno davvero speciale perché dopo tutto questo, Mateo è uscito più forte e in buona salute. E inoltre alla fine abbiamo anche vinto il campionato, per me è stata una stagione speciale. Fu molto difficile per me: ricordo il giorno in cui andai a trovarlo in ospedale, avevo tanti pensieri per la testa e mi sono sorpreso di come sia riuscito a controllare la situazione, giocando un calcio di quel livello. Poi la prima volta che venne a vedermi allo stadio sono riuscito a segnare un bel calcio di punizione. È stata una giornata speciale". 

    I 10 ANNI - "Abbiamo trasformato il Manchester City in un club vincente. Questa è stata una grande cosa per i nostri fanno che da anni non vedevano la loro squadra alzare trofei. Ed è normale che dopo quanto fatto in questi 10 anni le aspettative siano sempre più alte, ma questa è una squadra che può continuare a crescere anche in futuro". 

    IL FUTURO - "Dopo il calcio? Ancora non lo so. Quando smetterò di giocare ci penserò. Potrei continuare a essere coinvolto con il calcio o forse con qualcosa di diverso. La cosa che voglio sicuramente è godermi la mia famiglia e i miei amici, perché il calcio è bello ma ti assorbe veramente tanto tempo. È da quando ero giovane che ho passato tanto tempo lontana da casa… Non rimpiango nulla di quello che ho fatto, ma ho perso tanto tempo che avrei potuto passare con la mia famiglia e cercherò di restituirgliene un po’, godendomi il resto della vita con le persone che amo".

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