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  • Lazio, Zarate:| A gennaio può finire sul mercato

    Lazio, Zarate:| A gennaio può finire sul mercato

    Autorizzato dal club, l'argentino si allena anche con un personal trainer.
    Zarate, un coach in più.
    Dopo l’esclusione di Pescara, il silenzio. E qualche allenamento in più. C’è una piccola grande novità legata a Mauro Zarate, ma soltanto il tempo stabilirà se diventerà significativa o resterà un aspetto marginale. Un personal trainer ha affiancato l’attaccante argentino, che ha chiesto e ottenuto dalla Lazio il permesso per intensificare la preparazione atletica in modo individuale a Formello. Sedute di lavoro supplementari, doppi allenamenti come succedeva ai tempi di Delio Rossi, nella sua prima stagione laziale. Zarate ha reagito così agli stimoli di Petkovic, che prima della sosta del campionato lo aveva lasciato a casa, negandogli anche la panchina in occasione della trasferta all’Adriatico. «Dipende solo da lui, spero di ritrovarlo meglio più avanti» disse il tecnico di Sarajevo, che già gli aveva concesso le possibilità di giocare (dopo Klose è stato sinora l’attaccante con il minutaggio più elevato) e che altre gliene offrirà, a condizione di vedere dei progressi e un atteggiamento diverso, più calato nella realtà.

    SCOSSA - Le sue qualità tecniche non si discutono, ma in una Lazio così forte e piena di campioni, non si può vivere di ricordi. Non conta il passato, servono le prestazioni, bisogna dimostrare sul campo spirito di sacrificio e disponibilità ad accettare il gioco proposto da Petkovic. Attaccare sì, ma anche partecipazione alla fase difensiva. Conta la squadra, non i singoli. Nessuno può fare eccezione, neppure Zarate che negli ultimi tre anni, cambiando molti allenatori, ha combinato pochissimo. Deve riconquistare la fiducia di tutti, anche dei compagni, questo pensa Petkovic, deciso ad allargare il più possibile la rosa dei titolari ed a concedere pari opportunità. Nel rispetto delle regole e della meritocrazia, elemento indispensabile per mantenere credibilità nei confronti del gruppo.

    DISTENSIONE - Maurito ha chiesto il permesso per perfezionare e intensificare i suoi allenamenti, come spesso aveva fatto in passato e come chiese anche a Reja, che appena arrivato alla Lazio gli negò la preparazione individuale. Dopo un anno, nella primavera del 2011, ottenne la possibilità di allenarsi da solo e nel finale di campionato (chiuso con 9 gol allattivo) tornò protagonista. Cinque gol e diversi assist negli ultimi tre mesi, solo il rigore fallito a Udine negò a Maurito e alla Lazio di finire al terzo posto agganciando i preliminari Champions. Ora l’argentino ci riprova e questo può essere considerato l’ultimo, disperato tentativo, di riprendersi la Lazio. Mercoledì ha svolto un doppio allenamento, la mattina da solo con il suo preparatore e di pomeriggio con la squadra. Così aveva fatto anche nei giorni precedenti. Petkovic e Rongoni lo hanno autorizzato, si sono confrontati con il collaboratore di Maurito, che sta solo cercando di tornare al top della condizione.

    CONVOCATO? - Da sempre, l’esplosività nello scatto e la potenza di tiro sono state le sue prerogative per fare la differenza. Si è allenato bene per tutta l’estate, è chiaro che una reazione d’orgoglio dopo la prova deludente con il Genoa e l’esclusione dalla lista dei convocati per Pescara rappresentano degli elementi incoraggianti, a patto di continuare a risalire la corrente, attendere la prossime occasioni e riuscire a sfruttarle nel modo migliore, ovvero facendo riaffiorare le proprie qualità mettendole al servizio della squadra. E’ un percorso lungo e che si svilupperà nelle prossime settimane. Zarate dovrà portare pazienza e non mollare. Petkovic può contare sul gruppo allargato, avrà a disposizione più di 23 giocatori per preparare la partita con il Milan. Oggi l’argentino troverà posto nella lista dei convocati o resterà ancora fuori?

    Gli scenari futuri per Maurito: sedici gare fino a Natale per ritrovarsi e convincere Petkovic, le alternative da Premier e Liga.
    Ma a gennaio potrebbe finire sul mercato.
    Campionato, Europa League e Coppa Italia: sedici partite da qui a Natale per provare a riprendersi la Lazio. Quante volte riuscirà a giocare Zarate? E quante possibilità ci sono che non finisca di nuovo sul mercato a gennaio? Oggi gli scenari sono aperti, anzi di più. Allo stato attuale serve un vero e proprio ribaltone all’argentino per tornare in corsa e rimanere agganciato alla squadra biancoceleste. E’ più fuori che dentro al progetto. Tocca a lui risalire la corrente, meritare e guadagnarsi le prossime occasioni, riuscire a sfruttarle mettendo in difficoltà Petkovic. Impresa dura, considerando quanto sia forte la concorrenza. La Lazio gioca con una sola punta di ruolo, Klose è il leader, il fuoriclasse indiscusso, Floccari ha scavalcato tutti nelle gerarchie come vice del tedesco e c’è anche da considerare Ederson. Ha il gol facile, può essere impiegato da seconda punta e non solo da centrocampista. La società biancoceleste continua ad aspettare Kozak e Rocchi, neppure un minuto in partite ufficiali, freme per entrare in campo. Serve un capolavoro a Zarate per ritrovare spazio e sovvertire le gerarchie.

    DISTENSIONE - Le possibilità tecniche non gli mancano e Mauro s’è messo in testa di riuscirci. Almeno questa è una buona notizia. Tra Natale e Capodanno, si tireranno le somme e si prenderà una decisione. Dopo il suo ritorno dal prestito all’Inter, tutti i nodi affrontati in estate sono rimasti irrisolti. Ai rumours e alle ipotesi di costruire un nuovo contratto, spalmando l’ingaggio, non c’è mai stato seguito. E alla Lazio non sono pervenute offerte accettabili per l’argentino, ritenuto un patrimonio da recuperare. Se Zarate tornasse quello del primo anno, Lotito e il ds Tare sarebbero i primi ad essere contenti. E Petkovic avrebbe una risorsa in più da sfruttare. Tutti discorsi già affrontati. Oggi le chiacchiere, come ha fatto capire il tecnico di Sarajevo, stanno a zero. Bisogna dimostrare sul campo e tocca a Zarate tirarsi fuori da un’involuzione senza fine. Detto questo, le tensioni del passato appartengono ai ricordi: Mauro e le persone che gli sono vicino non hanno protestato per l’esclusione, anche la società ha gestito benissimo e difeso la scelta tecnica di Petkovic.

    MERCATO - Il vero viaggio di scoperta, scriveva Proust, consiste nell’avere nuovi occhi e non nel cercare nuove terre. A gennaio si riaprirà il mercato e ripartirà la giostra delle voci più o meno attendibili. Zarate deve ritrovare se stesso prima ancora di una squadra e dovrebbe chiedersi perché, nel 2007, dopo aver vinto il Mondiale Under 20 con l’Argentina, a Buenos Aires era considerato più di Aguero. Dopo cinque anni, lui è quasi sparito e il genero di Maradona ha fatto carriera, diventando uno dei più grandi attaccanti del mondo. Dipende solo da Maurito far rifiorire il proprio talento: a 25 anni può ancora farlo, a patto di ripartire da zero, con la stessa fame e l’umiltà dimostrata quando era arrivato alla Lazio dal Qatar. Nei giorni scorsi è rimbalzato dalla Francia l’interesse dell’Olympique Marsiglia, chissà che non riemergano collegamenti con Premier League (in passato era stato cercato dal Tottenham) o dalla Spagna. La scorsa estate Mauro ha detto no al Galatasaray e ai sondaggi portati avanti da alcuni club russi. Vorrebbe restare nel calcio che conta. Può farlo soltanto ritrovandosi sul serio. Ci sono 16 partite da qui a Natale per provarci.


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