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  • Laziomania: addio Biglia, è proprio un vero dolore
Laziomania: addio Biglia, è proprio un vero dolore

Laziomania: addio Biglia, è proprio un vero dolore

  • Luca Capriotti
Ora tutti diranno: chi non crede, meglio che sia andato via. Si parlerà di soldi, di avidità. I più fortunati proveranno indifferenza, altri si arrabbieranno tanto. Calpesteranno la sua immagine, in preda al delirio iconoclasta oramai noto, guidati dai difensori a priori di un sacro romano equilibrio oramai raggiunto, un idillio, che, diranno, si sta provando a spezzare per forza. Sarà... Ma l'addio di Biglia, che oramai è ufficiale al 99%, per chi lo ha vissuto, conosciuto, è una specie di resa. Alla consapevolezza, certo, se ne è convinto perfino Lotito, che sia difficile convincere moderni giocatori a sposare un progetto. E questo è amaro, soprattutto per chi ama un altro calcio, chissà poi se veramente mai esistito, o frutto solo della fantasia di una nostalgia canaglia. Ma è difficile convincere i giocatori a restare. Soprattutto se altri progetti sono più ambiziosi. Soprattutto se chi non ha ancora conosciuto il valore umano di Lucas Biglia valuta comunque di più il calciatore di quanto la Lazio abbia fatto con il suo Capitano. È colpa della Lazio? Si possono prendere strade diverse, a volte forse non è nemmeno questione di colpe. Ma resta una qualche amarezza profonda, perché, e questo non é il pensiero, ora, della stragrande maggioranza dei tifosi, per un uomo come Biglia la società avrebbe dovuto fare di più. Di più di così? Di più di così. Anche perché una società forte sa come trattenere i giocatori che vuole trattenere. Con la forza dei sogni, della visione, delle ambizioni. C'è la sensazione forte che negli occhi, negli sguardi, questa forza in fondo sia mancata. E che alla fine pesino come un macigno tutte quelle sconfitte in finale, e quell'altra sensazione, così reale, di non poter competere a certi livelli. Alti, altissimi. Vorrei dirti ora le stesse cose, ma come fan presto alla Lazio ad appassire le fasce da capitano. Non c'è da gridare al lazialone, al gufo, al dinamitardo se si prova proprio un vero dolore a vedere il capitano della S.S. Lazio andare via. Quello che non si sa, che è difficile spiegare ora, é che razza di perdita sia Biglia per la Lazio. E non per il suo calcio, non solo (comunque spesso troppo raffinato per essere compreso da tutti). Ma perché con Biglia andrà via, ad una rivale, un uomo più grande di quanto possa entrare in certe teste. Non si diventa mai capitano per caso. Sarebbe stato bello, no? Abbandonarsi senza più timori, senza fede nei falliti amori, diceva qualcuno. Va via Biglia, va via il capitano. È proprio un vero dolore.

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