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Laziomania: adesso smettiamola

Laziomania: adesso smettiamola

Ci copriamo, scherza Lotito. Mentre i tifosi della Lazio hanno ancora negli occhi, nei palpiti doloranti del cuore e nei peggiori incubi l'errore orrore di Wallace. Qualcuno ne ha chiesto la cessione immediata, qualcuno l'esilio a Sant'Elena, altri lo vorrebbero sulla Barriera insieme agli altri che hanno sbagliato qualcosa al Derby, come in una rivisitata e corretta serie televisiva piuttosto recente e famosa, il Trono di spade. I più miti si accontentano di averlo levato dai nostri numi protettori, via la statuina dal presepe vivente delle figure che hanno un influsso positive sulle nostre vite mortali. 

Ma ora possiamo pure smetterla. La cosa bella del calcio, è che dopo un doppio passo di Wallace, c'è sempre la possibilità di ricominciare. Ora possiamo pure smetterla di restringere tristemente il nostro concetto di razzismo per tenere fuori la triste frasetta di Lulic, potremmo perfino smetterla di ricevere da tifosi della Roma coppie di calzini, a perenne memoria di una frase detestabile, deprecabile, e tutto quel che finisce per bile. Perfino dimenticabile, se ci passate la licenza poetica. 

Ora possiamo pure smetterla di accusarci gli uni gli altri. I tempi dell'Antilotitianesimo fanatico, dell'iconoclastia selvaggia di qualsiasi cosa succeda nel raggio di 10 km da Formello hanno pure un po' stufato. Quello c'è, rimane, ci copriamo a gennaio, ci scherza su, e per ogni malanno che gli mandano ingrana anni di presidenza. Quindi stop pure alla legione irriducibile di cortigiani, pretoriani, ossequiosi scherani che lo proteggono di continuo: fateci vedere la Lazio, che col baccano che fate, perfino il calcio diventa una cosa un po' triste, mentre è così bello il rumore dello scarpino sul pallone, il campo, il contrasto, il boato dello stadio. Era così bella la Curva piena, al derby, pure con le barriere, si può dire, o si è incoerenti, fautori di un sistema di leggi e repressione, servi dei servi?

Ci copriamo a gennaio, scherza Lotito. Ora potremmo smetterla, perfino, di pensare che i derby si vincano a suon di discorsoni. Inzaghi l'ha detto così bene: ci vuole un po' di sana ignoranza. Calcistica, non verbale. Calcistica, non padronale. Calcistica, non servile. Quella delle nostre storie epiche, avete presente? Quella che, un giorno, ad ogni singolo tifoso, ha fatto fare quel grande passo tra una parte del Tevere, e l'altra. Alla fine, i nostri vecchi lo dicevano sempre. L'eleganza, fa il laziale laziale. Ora che il derby è passato, possiamo pure smetterla, di essere un po' meno laziali. Copriamoci, con un'altra partita, un altro calcio al pallone. E smettiamola. 

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