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  • Laziomania: Anche la lettera di Ceferin e Agnelli l'ha dettata Lotito, come Totò

    Laziomania: Anche la lettera di Ceferin e Agnelli l'ha dettata Lotito, come Totò

    • Luca Capriotti
    Me lo immagino: il caro vecchio Lotito, in piedi, dietro la scrivania di Agnelli, che gli detta la missiva di fuoco da far firmare a Ceferin della Uefa. I massimi organismi del calcio, le istituzioni più alte, che serenamente minacciano il Belgio - che ha chiuso il campionato - di non far andare in Champions ed Europa League le squadre qualificate. Zacchete, arriva la minaccia velata: la Uefa vuole che si giochi. La firma in calce parla chiaro: Ceferin&Agnelli (e un terzo incomodo). 

    Incredibile a dirsi, meraviglia delle meraviglie: con l'Europa stretta nell'emergenza Coronavirus, senza barlumi, senza scenari, la Uefa minaccia l'unica Federazione che, udite udite, non ha passato tutto il tempo a litigare ma ha preso una posizione netta. Non solo: il firmatario di codesta sfida a singolar tenzone, la mano che lancia il guanto della sfida, è proprio Andrea Agnelli. Che cinismo, che freddezza, in un frangente così drammatico chiedere di serrare le fila, chiedere di riprendere a giocare, di non affrettarsi, di non chiudere i battenti. Guardano sempre ai loro inter...

    STOP! Ma come, avete letto bene? Abbiamo tutti letto bene? Andrea Agnelli, quoque tu? Ma non era Lotito il cinico, il virologo, l'affrettato, l'avido, che voleva giocare per forza, che mette in mezzo i morti, che sparla, affretta, forza la mano? Ma come, non era da irresponsabili pensare a giocare? Al primo che chiude tutti, tacchete, arriva la letterina: firmata proprio da lui, l'alfiere del rispetto della salute, il magister della frecciatina, il sensibilissimo presidente della Juventus. Ma come, proprio lui che ha accolto paternamente la proposta dei sui giocatori sul taglio degli stipendi, proprio lui che in Italia tira la cordata dell'aspettiamo, anche giusta, anche sacrosanta. 

    Ma certo, come ho fatto a non pensarci: ci sarà Lotito dietro pure questa volta. Anzi peggio: Lotito e Diaconale. Mefistofelici, si saranno introdotti dietro la scrivania dell'Agnelli, e, come in una celebre scena di Totò, avranno dettato la missiva. "Hai scritto? E comincia su. Signorina. Signorina. Veniamo noi con questa mia a dirvi. Addirvi, una parola. Che. Uno che? Scusate se sono poche. Che. Ma 700mila lire; noi ci fanno specie che quest'anno una parola c'è stato una grande moria delle vacche, come voi ben sapete. Punto. Due punti. Abbondiamo, abbondandis abbondandum". E pure il latinorum Lotitiano c'è: sono stati chiaramente loro, con la regia di Tare, ad orchestrare l'ennesimo fattaccio. E il nostro povero cavaliere senza macchia, si sarà visto costretto a vergare l'odiosa missiva. Incredibile vero? Forse è meglio sperare sia andata davvero così, altrimenti cercare una qualche coerenza diventa veramente complicato, troppo per un venerdì sera di isolamento. Abbondandis abbondandum, quante altre incredibili intuizioni umanitarie del nostro dovremo applaudire convinti, in tempi di moria delle vacche?

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