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  • Laziomania: bentornati nel Rinascimento biancoceleste
Laziomania: bentornati nel Rinascimento biancoceleste

Laziomania: bentornati nel Rinascimento biancoceleste

  • Luca Capriotti
La Lazio è tornata? L'anima, gli è tornata l'anima. La voce si raduna nelle radio, si propaga, va in giro per Roma. La Lazio è tornata. La vera Lazio. Quella bella, quella piena di coraggio, quella che aggredisce alto. Quella che mette in area tanti uomini, che si scopre sapendo che, alla fine, la bellezza in qualche modo nel calcio premia, in qualche modo nel calcio conta.

Stupisce, ma forse nemmeno troppo, in un mondo che, sotto sotto, ha ancora qualcosa di meritocratico, che l'alfiere di questo Rinascimento sia Felipe Caicedo. Ci sono due bomber in città, baby, nessuno è di troppo. L'ecuadoregno si è scrollato di dosso critiche e fischi ingenerosi. Mentre gli stolti guardavano al gol sbagliato col Crotone, Caicedo guardava la luna indicata da mister Inzaghi. A cui va il merito di questa conversione: non solo di Caicedo, ma della Lazio tutta. Cosa è successo in 3 giorni, visto che contro l'Apollon c'era sempre una mezza Lazio? Bentornati nel nostro Rinascimento. Bentornati nel mondo artistico di una Lazio bella e divertente. 

Stupisce, visto che la cifra stilistica di Caicedo non è quella sopraffina di un Luis Alberto, di un Milinkovic tutto suola (che sembra tornato, bentornato, Sergente). Stupisce, ma neppure troppo: nella fisicità possente di Caicedo, nella sua umiltà, nelle belle parole che dicono ovunque su di lui a Formello, qualcosa si poteva intuire. Qualcosa si poteva già intravedere. 

Nei abbiamo parlato nei commenti ad un altro Laziomania (domani ne parliamo live, sulla pagina Facebook di Calciomercato.com). Serviva una svolta. Ce lo siamo detti tra di noi, convinti. Ma una svolta a livello mentale. Una svolta a livello di occhi e di cuore e di spina dorsale. Una svolta a livello di anima. 

Stupisce, ma in 3 giorni è cambiato tutto. La testa, soprattutto quella. La Lazio ha cambiato testa: di testa Caicedo segna, ma la testa della Lazio ha fatto un salto nel vuoto. Ha fatto bingo, si è risolta in un incredibile upgrade quella che sembrava una domanda logica: si è rotto il giocattolo? Davvero è tutto finito?

La risposta reale poteva darla solo la Lazio in faccia a tutti i profeti di sventura: vittoria rotonda, contro una bestia nera. Ma soprattutto un cambio di testa. La Lazio ha ritrovato la sua vera anima. 

L'anima, l'anima è tornata: io credo, modestamente, nel mio piccolo, che sia stato Inzaghi ha metterci mano. Ha aggiustato qualche ingranaggio, ha premiato chi giustamente era in palla, chi era più in forma. Io credo abbia ritrovato, negli occhi dei suoi, quella ferocia che chiedeva in conferenza stampa, quella che hanno le belve in caccia. L'anima, alla lunga, in chi ce l'ha, esce fuori. Non può rimanere nascosta. La Lazio l'ha ritrovata in una settimana decisiva, con Udinese e derby con la Roma alle porte. 

La Lazio è tornata? Difficile dirlo, ma la migliore Lazio di questa stagione assomiglia in maniera incredibilmente struggente a quella dello scorso anno. Come rivedere in sogno un vecchio, profondo viso d'amata. Se questa Lazio con l'anima è un sogno, è molto meglio della vita reale. Vale la pena di sognarla per sempre, al posto della vita reale, una Lazio così bella? Bentornati nel Rinascimento. 

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