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  • Laziomania: Carpi, Lotito, e il volo del calabrone

    Laziomania: Carpi, Lotito, e il volo del calabrone

    Nell'universo ideale di Lotito, probabilmente ora il Carpi, a due giornate dalla fine, sarebbe ancorato al fondo della classifica. Le famose telefonate di Iodice hanno fatto la storia: qui o si fa la Serie A prestigiosa, o non si vendono i diritti tv. E si muore. Questo l'assunto di Lotito: ad oggi la lotta salvezza, in realtà, è forse l'unica in grado di regalare qualche spunto, tranne forse quella tutta programmatica, più che di effettivo ingresso in Champions, tra Napoli e Roma. Programmatica nel senso che stabilirà quante vacanze faranno i giocatori. Il Carpi sembra quel calabrone: non sa che, in virtù del suo peso, o non peso a livello di immagine, sempre in quell'Universo ideale di cui sopra, non potrebbe rimanere in Serie A, e continuare a volare. Eppure sta lottando in tutti i modi per rimanerci:  e contro la Lazio, domenica, tutto il peso del match sarà sulle spalle di Inzaghi. L'unico che, a livello di motivazioni, insieme ad un piccolo gruppo di senatori, ha sempre sottolineato l'importanza di raggiungere l'Europa, anche quella minore, che pure porta il nome del continente. Il Frosinone ha alzato praticamente bandiera bianca, ma l'immagine che resterà nella mente degli appassionati di calcio, quella della squadra di Stellone davanti alla curva gremita, è il regalo ciociaro alla Serie A. Due partite, non solo per Inzaghi, ma anche per il tifo, per l'immagine: al Braglia vengono chiamati, a suon di prezzi popolari, tutti i tifosi del Carpi. All'Olimpico, nell'ultima di campionato, verranno chiamati a raccolta i tifosi della Lazio, per salutare non proprio uno qualsiasi, ma Miroslav Klose, probabilmente uno degli attaccanti più importanti a livello mondiale che siano mai passati da queste parti. Ai posteri la sentenza se, al di là del risultato, queste due giornate ci regaleranno qualche altra istantanea incorniciata di amore per il calcio. Oppure se, alla fine, magari la vera festa sarà quella del 23 maggio, non organizzata dalla società (pur con il benestare e le immagini concesse dalla comunicazione ufficiale biancoceleste), ma da quella parte dello stadio che, per motivi vari, riconducibili principalmente alla presidenza e alle restrizioni imposte da alcune istituzioni intorno allo stadio, ha deciso, di volta in volta, di non regalare istantanee a tutti, alle tv, alle dirette, ma solo ai presenti. Quella parte, consistente, di tifosi che hanno regalato scenografie e cori, di cui al derby si è sentita l'innaturale mancanza. Quei tifosi che sono come quel calabrone. Che magari non sa che, per il suo peso, non dovrebbe volare (almeno nell'universo ideale di cui sopra), ma continua a farlo. 

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