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  • Laziomania: consigli pratici per traslocare Chiesa e villaggio

    Laziomania: consigli pratici per traslocare Chiesa e villaggio

    Ne potrebbe dare molti, di consigli di trasloco, Stefano Pioli. Già, perché al netto di una famosa ed ancestrale casa comprata da Candreva a Torino, a Roma sono stati affittate, anche a loro insaputa, tante casette a tanti allenatori, anzi, quasi tutti (ma solo la chiesa nella valigia, o tutto il villaggio? Almeno le fontane fuori, per favore). Lippi sarebbe stato contattato (mentre Pioli aspettava con ansia il girone di ritorno, in cui storicamente fa molto, molto meglio dell’andata), stufo di guardare la Serie A in tv, Lotito avrebbe cercato un grande nome (e grande lo è davvero, a lui dobbiamo la cavalcata di Grosso in lacrime, i rigori, le ansie, le notti magichissime). Ora lo vuole il Milan, chissà cosa prova, il buon Campione del Mondo, ad essere accostato ad ogni squadra che perde punti e credibilità ogni domenica (gli viene risparmiato almeno il Verona, o il Palermo. Magari Sorrentino almeno Lippi, non l’avrebbe esonerato). La tentazione giovanilistica portava a Brocchi (mentre Pioli disdiceva cenoni e panettoni, a detta di tutti), allenatore della Primavera del Milan, ora altro candidato alla panchina di Mihajlovic (penitenziagite, gridano ora, i fan spassioniati di Pioli, della sua mentalità, del suo garbo). 

    Ed ecco la svolta: Sampaoli  (che in Europa è un po’ un oggetto misterioso, tipo a dire, prendiamo un marziano, chissà che astronavi ci porta), il capello fluente di Yakin o la deriva estetico-retorica Inzaghi. Che sicuramente avrebbe aggiunto un tasso estetico superiore (non ce ne voglia Pioli, non sta male con la barba, ma Simone Inzaghi è pur sempre Simone Inzaghi), poi dritti su Trapattoni, convincente davvero nelle sue telecronache Rai  (ma nel frattempo non capisco, pure l’oratorio tocca portare via?), in volata su Montella (che a Genova deve aver trovato un film parecchio diverso da quello che si aspettava). Poi è cominciato il conteggio delle partite alla fine del Regno di Pioli: -3-2-1, solo che era un conto alla rovescia stile Rai di Capodanno, possibilmente senza esclamazioni colorite annesse. Non è mai scoccata, la mezzanotte di Pioli: l’Inter ha frenato le voci, e di nuovo saldo in groppa (confessionale con addetta vecchina ex gieffina forse riusciamo a metterlo nel portabagagli, mister). 

    E liberaci dal Carpi: i Tex Willer subito a sparare in aria. -3 alla fine, -2. Firenze risolve la bagarre: Tex torna polveroso sullo scaffale (che tempi, che costumi!). Almeno a Pioli, anima fragile, ma neppure troppo, è stata risparmiata la cronistoria di un volo a Miami. Almeno Pioli, anima pia, è stata risparmiata la chiesa, il villaggio, ed il fotomontaggio con Spalletti. Ma gli scout in pantaloncini corti pure l’inverno, almeno gli scout lasciali a Roma, mister!


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