Calciomercato.com

  • Laziomania: incastri, allenatori e mercato dell'Ikea

    Laziomania: incastri, allenatori e mercato dell'Ikea

    La Lazio è ferma, eppur si muove, come se fosse in fila alle casse, come se aspettasse che incastri, strategie, colpi di coda, Europei e Play-off per la Serie A trovassero naturalmente, o forzosamente, il giusto equilibrio, per regalare un mercato e una nuova classifica degni, dignitosi, di nuovo ad una qualche altezza. Anche se mai l'altezza sognata dai tifosi. 

    Come intere generazioni di maschi che accompagnano le mogli tra i percorsi ad ostacoli di un famoso mobilificio svedese: guardinghi, pronti a trattare, attenti e speranzosi anche in un qualche colpo a sorpresa di fortuna, o di bravura. Tare ha sciolto quella dovrebbe essere la situazione Adriano a suon di anni di contratto proposti, nonostante la voce grossa del Barcellona, prenderà Jardel (si spera non a 10 milioni, ma si sa, si entra da Ikea con l'idea di comprare una sola cosa, si esce solo dopo aver speso 10 volte tanto), nell'estate di color che stan sospesi aspetta gli Europei che probabilmente faranno lievitare il prezzo di Milik ma anche del biancoceleste Candreva, e nel frattempo controlla gli incastri, come se dovesse tirare su un mobiletto di Ikea, solo 3 o 4 pezzi, ma mirabile costruzione d'ingegneria, con laurea connessa da prendere al volo. La costruzione del progetto allenatore, dopo aver puntato forte su Lapadula, e aver ricevuto un no per ora no aspettiamo il Milan di Pavoletti, si sta rivelando più laboriosa di alcune grandi opere a Roma, iniziate ma mai terminate, per cui si stanno aspettando salvifiche Olimpiadi. Come un mobile Ikea, ora si tratterà di avvitare Ventura, stringere Pioli altrove, saldare Prandelli e sperare. Che alla fine, dopo tutte le grandi manovre, dopo tutta la fatica, il sudore, le viti e le vitarelle, non ci si accorga, fatalmente, come succede sempre con quei mobiletti, come succede sempre dopo aver controllato per ore il libretto di istruzioni, le progettualità, i disegnini. Ci si accorge che alla fine, tragicamente, manca qualcosa. Come l'allenatore.

    Altre Notizie