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  • Laziomania: Inzaghi & Boris per un'Europa League un po' troppo italiana

    Laziomania: Inzaghi & Boris per un'Europa League un po' troppo italiana

    • Luca Capriotti
    Dai, dai dai. Parliamone mister. Il turnover totale andato in scena ad Arnhem ha dato coraggio ad una squadra, il Vitesse mica male ma "molto olandese".  L'orrore difensivo che hanno messo in campo, in realtà, non si vedeva in scena dalle serie televisive del primo pomeriggio. Tutto previsto? Ci viene da chiedere, quasi parlando da soli, come ad un pesce rosso in una boccia. Le riserve, sai perché giocano meno? Anni e anni tra una partita e l'altra. Anni e anni di che cosa, eh? Di profondo imbarazzo per il match precedente, abbia pazienza! Forse esclamerebbe, esagerando, un certo Stannis. Inzaghi già sapeva che non sarebbe stata una passeggiata, ma bisognava rischiare, per dare ossigeno ai titolari. Bisognava rischiare di fare le cose un po' a c... Qualcosa di cane. Non è un mago, parola di Lotito. Intanto ringrazia le sue invenzioni, non chiamatele magie: Luis Alberto continua a giocare ad un livello Super Sayan, Murgia, il suo '96 dorato, continua a decidere di decidere le partite. Non solo: Caicedo lucido lucido, preciso, attento, un colpo di tacco da vedere e rivedere sul gol di Immobile (un po' tutta l'azione dovrebbe essere vista e rivista nelle scuole calcio). Parliamone mister, di qualcosa pure di negativo: Di Gennaro sembra un po' macchinoso, anche se ha un gran bel piede, Lukaku dietro a 4 è "molto olandese" (sarà la vicinanza col Belgio), e lo diciamo con la stessa aria di critica che userebbe sempre Stannis in Boris nel dire "troppo italiano". Per carità, mettetelo più avanti: Rashica gli ha regalato qualche anno di analisi, con un calo di autostima più drastico del ribaltone finale. I cambi di Inzaghi hanno fatto quel che si chiede ai titolari: hanno invertito la rotta della squadra, della partita, complice un calo evidente dei padroni di casa. Qualche considerazione sparsa: Marusic sembra un pulcino spaventato, a volte, poi si ricorda di avere mezzi notevoli, e li sfrutta. Bastos non ha sempre letture puntuali, smarmella parecchio: Wallace è più affidabile, Inzaghi lo sa; Luiz Felipe a tratti pare un pochettino spaesato, una specie di stagista sorpreso dagli eventi. From zero to hero: dalla Salernitana all'esordio europeo, magari il salto gli ha dato un pochino di vertigini. Però dai, mi sembra che l'unico tra noi due che sta facendo uno sforzo per evitare che io parli male del difensore brasiliano sono sempre io. E allora parliamone: quello che non va mai in panchina sembra essere il cuore. Questa Lazio non si nasconde, si tiene in partita, corre e ha una grande voglia. Ora è finita, scende la notte su Arnhem, sui concerti, sui lunghi racconti di Caressa sulla seconda guerra mondiale: parliamone mister. Prenditi il tuo tempo, pensaci, ma diciamocelo, tra noi: oltre ai titolari, su chi possiamo contare? E parte la conta. E cala la notte. A noi la qualità di Rashica c'ha rott... Strillano da Boris. Perché un'altra Lazio diversa, senza titolari, è impossibile! Alla fine la sensazione resta forte, vincono tutte, Atalanta, Milan, anche la Lazio. Alla fine lo possiamo dire. Quest'Europa League, ultimamente è un po', come dire... Un po' troppo italiana.

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