Laziomania: Mi mancavano perfino le auto di grossa cilindrata dei calciatori
Mi mancavano perfino le foto dei super macchinoni dei calciatori, grossissima cilindrata, simbolo di quello status quo che qualcuno ritiene eccessivo, che forse qualcuno sta provando a rintuzzare, abbassare, sfruttare per una volata di propaganda e voti. La Lazio ha premuto, è stata criticata, i suoi toni giudicati eccessivi, forti, del tutto inadeguati. Ma ora, tornati sul campo i giocatori, ci si chiede quanto ancora si poteva aspettare. Tare ha detto una cosa che mi sento di sottoscrivere: questo scampolo di stagione deve insegnarci molto sulla prossima.
SOPRAVVIVENZA DEL CALCIO - La sopravvivenza del calcio dipende da questi mesi, da come approccerà questa fase due. Con la certezza che il rischio zero non esiste: a tamponi fatti, sono spuntati i positivi tra Torino e Fiorentina. Voglio sottolineare: erano del tutto asintomatici, ma con evidentemente una carica virale forte. Avrebbero contagiato tutti, pur senza mai tornare in campo, ai ristoranti di asporto, o andando a trovare parenti e affetti stabili: primo punto a favore di un sistema di controllo e maniacale attenzione che deve aiutarci a ripartire.
LA FASE 2 DEL CALCIO - Voglio dire una cosa: con i positivi il calcio non deve fermarsi, se non c'è un vero e proprio focolaio deve attuare rigidi controlli, tracciamento, assistenza domiciliare. In soldoni: deve succedere quello che succederebbe nel mondo normale, nelle fabbriche, nei posti di lavoro. Proprio perché lo sport è di contatto, il controllo dovrà essere continuo: ma sono tutti passi necessari per entrare veramente in una fase due e non lasciare che sia mera facciata. Questo è il momento di tirare fuori la testa dalla sabbia, o il sapore della sabbia comincerà a piacerci troppo. E invece, va detto, rivedere le immagini dell'erbetta di Formello completamente rinnovato, i sorrisi, sentire parlare di allenamenti, è tutto quello che ci è sempre piaciuto, è calcio. Una nota in chiusura: prima o poi, in qualche modo, anche gli spalti dovranno riempirsi. Non sappiamo quando, non sappiamo dove, abbiamo sempre parlato di economia, soldi, indotto, ma che sia chiaro: il vero motore di questo sport aziendale e brandizzato passa attraverso i sacrifici di chi è talmente appassionato da andare in stadi fatiscenti, bruciarsi domeniche e giorni dispari nei calendari-spezzatino. Il vero calcio tornerà con loro. Fino a quel momento, però, godiamoci ogni singolo istante di normalità.