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  • Laziomania: Milinkocrazia

    Laziomania: Milinkocrazia

    Sul dominio di Milinkovic. Scena n.1: Massimo Decimo Meridio attende, nei primi minuti de Gladiatore, che i barbari attacchino. Un attendente amaro: Un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto. Una società dovrebbe capire quando bisogna vendere. E con questo abbiamo chiuso l'argomento cessione Felipe Anderson. E possiamo parlare di Milinkovic. E possiamo affermare, fiutare nell'ambiente, che cresce la voglia di vedere questo giocatore. Con l'occhio abituato alla sua tracotanza fisica, al suo passo cadenzato da guardia del corpo di un oligarca. È la guardia del corpo di Biglia (un giorno bisognerà aprire un trattato sull'argentino, sulla sua visione del mondo, decisamente più ampia e geniale della nostra). E possiamo parlare di Milinkovic, sillabare ogni tocco (notare la centralità nelle trame, dalle rimesse laterali al centro di gravità permanente sulla trequarti), rimangiarmi giudizi forse troppo affrettati. Ora che si sta conquistando, nell'enorme pressure-test di questa stagione, passo dopo passo il quoziente affettivo dei tifosi, si può togliere anche l'equivoco tattico: sulla trequarti è più efficace, ma può partire come mezzala, e diventerà una grande mezzala. Considerarlo nel bestiario medievale di questa stagione un qualche esserino  insignificante, come se si trattasse di una qualche bertuccia lancinante, è grave errore: forse, dalla biologia alla storia, ha la statura di una qualche dominazione medievale, per un senso di onnipotenza che traspare. Una serietà affrescata: lacrime di Milinkovic, sulla ferrea parola del suo procuratore Kezman, sino a bagnare, rendendo irriconoscibile, il contratto viola, fino a farlo biancoceleste, come da parola data. La Milinkocrazia nasce dalla parola data e sulla parola data continua: ve lo diciamo noi, il ragazzo si farà, anche se ha le spalle larghe, è solo questione di tempo, di potere, di Milinkocrazia in rapida ascesa. Di potere, di potenza, di onnipotenza, di poderoso Podemos. Può.  Ah, tornando a Felipe. Una società dovrebbe capire quando vendere. Ma tu, che ami il calcio divino, lo capiresti, tu che ami Felipe, lo capiresti, io, come te, lo capirei?

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