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  • Laziomania: Marino straparla e Marelli annuisce, meno male che c'è Stramaccioni
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Laziomania: Marino straparla e Marelli annuisce, meno male che c'è Stramaccioni

Laziomania: Marino straparla e Marelli annuisce, meno male che c'è Stramaccioni

  • Luca Capriotti
Un attimo, se vi fermate un attimo la potete quasi sentire. Siamo sulla soglia di un passaggio generazionale, in un momento delicatissimo per la storia biancoceleste, -2 da un sogno. La Lazio è appena fuori la soglia, appena ad un passo, vicinissima, è lì. Una roba fuori dalla normalità: in quasi 20 anni di Lotito, ci siamo andati una volta e mezzo oltre questa soglia, oltre questa porta. Ma questa è la Lazio, era fatale che capitasse nell’anno in cui la Roma, per la seconda volta consecutiva, finiva in finale di coppa europea. Tutto si mischia, perfino Marino nel finale di partita si mette a dire spropositi, forse esaltato dal clima ormonale che si respira in città. 

PARTIAMO DALLA FINE - Partiamo dalla fine: quello che dice Marino è uno sproposito. Secondo la sua architettata teoria, Immobile si è tuffato (e Marelli annuiva sapientemente), e la panchina della Lazio ha pesantemente condizionato l’arbitro negli spogliatoi, e la direzione arbitrale è cambiata nella ripresa. Riformulo cercando di distinguere i fatti da uno sproloquio in forbitese vergognosamente (questo sì) tollerato su DAZN, una roba da bar: rigore per la Lazio, tutti ammettono che il contatto c’è, perfino Marelli, che però ritiene il rigore generoso. Marino ritiene che Immobile si tuffi, simuli, e lo può dire senza che nessuno dica niente. Poi interviene di nuovo per parlare di come le panchine cercano di condizionare l’arbitro normalmente. 

Nessuno dice che l’arbitro NON è stato condizionato, e non è condizionabile, perché altrimenti sarebbe gravissimo. No, nessuno prende questa posizione limpida, rimane nell’aria questa roba indegna, che sia simulazione, che l’arbitro sia stato condizionato. Queste persone fruiscono degli abbonamenti di migliaia di appassionati, e il livello è questo. Ci vuole l’ex Roma Stramaccioni per dire che la Lazio nel secondo tempo fa carne da porco dell’Udinese, una macelleria vera e propria, ha giocato sempre e comunque sopra ad altissimo livello, dominando in tutto e per tutto i friulani. Forse secondo Marino l’ha dominata Pairetto, ma dobbiamo dircelo: è inaccettabile quello che abbiamo visto, quello che è stato evocato, ed è inaccettabile che un ex arbitro gli faccia tutto tronfio da spalla. 

IMMOBILE, IL RITORNO - Il ritorno di Immobile non ha determinato, ma è iconico e simbolico. Segna il rigore decisivo, ma non è tanto quello, è quanto abbia la capacità di stare sempre sul pezzo, di provarci sempre, di aiutare. La sua esultanza insieme a tutta la squadra è il simbolo di un percorso quasi miracoloso di Sarri e i suoi, che stanno strappando un risultato pazzesco, contro squadre molto più attrezzate, contro ogni pronostico. La Lazio ad Udine vince non per la simulazione di Immobile ma perché gioca una partita maiuscola, di livello alto, grintosa, determinata. E la vince perché la merita. E la vince perché è una squadra che ha identità, gioca bene a calcio, è divertente e sa quello che fa. E tutte queste caratteristiche le ha perché ha un allenatore che ha costruito, ed ha un allenatore che, di fronte alle moine degli stessi di cui sopra ti dice che mancano due punti, e lui sta pensando a quelli. E anche noi, tutti noi. I Marino fateli straparlare, cianciare, noi se ci fermiamo un attimo possiamo quasi sentirla. 
 

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