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  • Laziomania: ok il rigore, ma facci questi cambi e facci giocare, Sarri

    Laziomania: ok il rigore, ma facci questi cambi e facci giocare, Sarri

    Io lo penso da un bel po’: il Napoli è più forte della Lazio, anzi, per me lotterà fino alla fine per la vetta. Il divario tra Lazio e Napoli si è però accorciato. La squadra è forte, giganteggia, ha carattere. Ok, e la Lazio? La squadra di Sarri inizia fortissimo, gela gli ospiti e alla terza partita complessa di questa settimana va a vuoto. Prima sconfitta in campionato, fa male? Molto, perché l’impressione è che la Lazio non abbia le rotazioni, non abbia i cambi, e non basti Vecino a far rifiatare gli 11. Sarri, facci i cambi. 

    TURNOVER QUANDO? - Ok, lo penso da un po’. Non è una novità: Sarri ha qualche ritrosia a fare i cambi. A cambiare, variare gli 11. Il problema non è qui, contro il Napoli: serviva partire con una formazione diversa contro la Samp. Non serve tanto: 3-4 titolari che partono fuori. Non sappiamo come sarebbe finita a livello di risultato, ma accidenti sicuramente non sarebbe finito il fiato. Serve maggior flessibilità. Alcuni vanno aspettati, vero: da Marcos Antonio a Cancellieri, sicuramente partono dietro nelle gerarchie. Nello stesso tempo, hanno bisogno di minutaggio per entrare, applicare quello che stanno imparando. Vedere Immobile, e non solo, stremato e schiacciato. Non è sbagliata la formazione anti-Napoli, è sbagliato pensare di giocare sempre con gli stessi le altre. Attenzione: siamo ai primi di settembre, ci sta provare di cementare il gruppo, lo sto dicendo perché sia un monito per il futuro.

    COSA SALVO - La prima sconfitta della Lazio non è drammatica, più di qualcosa si salva. Un’ottima linea difensiva che contiene un Osimhen rabbioso, un ottimo avvio, uno Zaccagni che finalmente ritorna al gol, e ne aveva bisogno. Salvo i recuperi rabbiosi degli esterni, il sacrificio, Milinkovic che prova a prenderci sulle spalle ma non riesce.  Ma Luis Alberto? Ma il possesso palla? 

    PASSO INDIETRO - Diciamocelo: la fatica, la tensione, quello che volete, ma Lazio-Napoli per me è un piccolo passo indietro. Niente di drammatico, è una sconfitta che ci sta, ma qualche cosa non ha funzionato. Il Napoli ha tenuto sempre il pallone, partiamo da qui: il nostro proverbiale palleggio, che tanto bene avevamo allenato, orchestrato, organizzato. Luis Alberto non ci è servito perché la Lazio ha tenuto il baricentro troppo basso, non è riuscita a tenerselo, questo pallone, non ha saputo imporre il gioco. E Luis Alberto così ci serve a poco. 

    Non solo: i due gol denunciano due situazioni in cui la Lazio dovrà crescere, e in fretta. Calci piazzati e una certa indolenza nel seguire gli inserimenti, così buttiamo via le partite, e non sto parlando di qui, della partita contro il Napoli. Troppo statica sulle gambe, la Lazio. Troppo poco convinta di farcela. Contro il Napoli non sono i gol a fare la differenza, ma una certa incapacità di tenere i ritmi, la prepotenza tecnica e il pallone. Manca la prestazione di livello altissimo, ed è un peccato. 

    GLI EPISODI - Altra cosa che dobbiamo mettere in chiaro: la classe arbitrale non è adeguata, e Sozza non è stato adeguato. Il rigore c'era, eccome se c'era, e non sono d'accordo con questa applicazione del protocollo. Abbiamo visto Aureliano richiamato dal VAR per molto meno, a vedere molto meno (quel mezzo rigorino su Quagliarella). Quello era rigore, l'arbitro era magari messo bene ma è chiaro che non ha visto il braccio largo e alto, e il gomito sul mento. Sul gol, Kim spinge a due mani e manda fuori giri Luis Alberto. Andava fermato il gioco. E sono due episodi gravi, ma la notte è stata costellata di gialli a caso, decisioni poco chiare, un Sozza disastroso che azzoppa una partita corretta. Inadeguato, semplicemente. Se questo è il futuro, viene da sperare nell'apocalisse zombie.

    Ma torniamo un attimo a noi, anche se è stato necessario questo inciso arbitrale. Se contro la Samp la prestazione buona non è stata premiata, stavolta è il primo vero stop. Deve far riflettere, senza grossi drammi ma anche con la giusta testa e fame. Non sono i dettagli, è il quadro generale per la prima volta quest’anno ad essere meno convincente. Attenzione però, ora guardiamoci negli occhi: non è un disastro, non è un dramma, ma l’inizio di campionato ci ha dato già qualche indicazione. Serve più turnover, serve più fedeltà al nostro credo, alle nostre caratteristiche. Serve più Sarri, e più coraggio. Più fede.

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