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  • Laziomania: ricorderemo DiFra con affetto, ma fateci sognare in grande!
Laziomania: ricorderemo DiFra con affetto, ma fateci sognare in grande!

Laziomania: ricorderemo DiFra con affetto, ma fateci sognare in grande!

  • Luca Capriotti

Quanti ricordi con Eusebio Di Francesco. L'ultimo, proprio il più bello, è stato il derby, che la Lazio ha vinto 3 a 0 contro una Roma impoverita, depressa, abulica. 

Ma non è per questo che lo ricordo: più che altro perché è esattamente l'allenatore perfetto per Roma. Attenzione, dico Roma, non la. In Champions ha furoreggiato, raggiungendo un risultato storico, ed è riuscito a farsi confermare al netto di un'evidente assenza di identità di gioco, di cattiveria, di sintonia con la società.

Ne parlo perché, per i laziali, questa è stata una settimana meravigliosa. Roma vive di goliardia, e allora come non dimenticare derby e Roma fuori dalla Champions, esonero del loro allenatore e dimissioni di Monchi. Il derby è stata la loro slavina: ma rischia di trascinarci via. 


Non farò il gufo: questa Lazio lotterà fino alla fine per la Champions, si spremerà, le proverà tutte. Il problema è che, di fatto, il processo di crescita esponenziale è lentissimo. I tempi di Lotito non sono i nostri tempi: evidentemente deve avere una dimensione di eternità che a noi poveri mortali sfugge. Alla fine di una settimana lunga e gioiosa mi voglio concedere una riflessione più seria: a Roma i progetti durano poco, finiscono male, e di solito chi paga è il mister. Le due società rimangono granitiche, convinte di fare il possibile, perché alla fine la piazza merita questo. 

Lo voglio dire ora, questo non è un discorso di campo, non è un discorso di Lazio oggi. Voglio fare un discorso più ampio e chiedere, proprio nel momento in cui gira tutto bene: facciamoci del bene. Incrementiamo il parco giocatori come Dio comanda, cresciamo in maniera esponenziale, e non millenaristica, strutturiamoci in maniera seria. La Lazio è una società che paga, non fa rate incredibile o plusvalenze sospette in quella che sembra già essere una bolla finanziaria. Però voglio sottolinearlo: concedeteci, ora che siamo felici, di sognare ancora. In grande.

In campo ci penserà la squadra, ma ora sono in preparazione i piani per l'anno prossimo (da un po' lo sono, a dire il vero), il mercato viene programmato. Facciamoci del bene. Un saluto a DiFra, lo ricorderemo con affetto. Ma non possiamo sempre vivere col respiro corto di estemporanee goliardia. Per prendere in giro l'orto del vicino, qui a Roma ci scordiamo sempre quanto siamo stati grandi. E non esiste peccato peggiore. 


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