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  • Laziomania: rissa in sei a Formello

    Laziomania: rissa in sei a Formello

    Rissa in sei (da confermare, per carità, ma stamattina era sui giornali, la società nega) a Formello, prima del Galatasaray. Altro che petaloso, a Formello è rissoso la parola del giorno. Terzo episodio di tensione in 10 giorni, ma c'è da scommettere, anzi è certo, che di episodi di tensione (per non dire di rabbia espressa), ce ne sono stati altri. Tare che prende per il collo Candreva, dicono, anche Klose che lo rimprovera, Pioli sballottato di qua e di là, da una nave che sembra non governare più, e da mesi. Ritratto di un giorno ordinario a Formello: Lazio e Galatasaray poche ore dopo si contenderanno un tozzo di qualificazione, e la squadra biancoceleste sarà l'ultima italiana sopravvissuta nell'Europa League, che sa di Apocalisse zombie, dove tutti finiscono male, Napoli, Fiorentina, e la Lazio si barrica in casa, e porta a casa sopravvivenza e passaggio del turno. 

    Il Galatasaray in crisi nera, con tecnico contestato, senza la punta di riferimento (dopo la partenza di Burak Yilmaz per la Cina), che in Super Lig fatica e stenta, viene buttato fuori con una prova più che degna dei ragazzi di Pioli, che evidentemente dopo 4 schiaffi tra loro ne rifilano 3 ai turchi, che poco prima aveva schiaffeggiato Roma, con le solite scene di ordinari fumogeni, ordinarie bombe carta. La Questura che se la prende con l'Uefa, che mette un bell'arbitro russo (tranquillizziamo un po' il nostro direttore, ha arbitrato piuttosto bene, al di là dell'inadeguatezza, sacrosanto sottolinearlo, della designazione), ma poi di punire i tifosi del Gala proprio non se la sente, che poi Erdogan se la prenda a male, di brutto, e di questi tempi a nessuno va di far saltare la mosca al naso a chi si muove in quelle zone ad alta tensione. La Lazio in Europa trova il ritorno dei vecchi Re: è ancora Klose la migliore punta in rosa (e forse è grave) (entra e subito gol, con tanto di "ero incazz@@@@ senza gol", è la miglior punta senza aver mai segnato, scherzi della concorrenza), con una fame allucinante di calcio, di campo, prima del suo primo gol va a sradicare il pallone prima al difensore, poi a Muslera, poi in scivolata prova ad insidiare la porta avversaria, fermato sulla linea. 


    Bentornato anche a Parolo, che timbra il gol del vantaggio, un tintinnio di catene dopo una stagione da fantasma di Canterville: salutate, bambini, anche il ritorno al gol di Felipe Anderson, barbona d'ordinanza e qualche bello spunto. La Lazio gestisce, colpisce quando deve, quando si accorge che il Galatasaray proprio non può andare oltre: un brivido sul gol dei turchi, più per la prospettiva dei supplementari già scongiurati, un brivido con qualche tensione in tribuna, quando i tifosi turchi (divisi tra settore ospiti e una nutrita rappresentanza anche altrove) non se le mandano a dire con i biancocelesti, che hanno perfino esultato al gol. Sempre meglio che una rissa in sei, ma in quei momenti non so se ce la saremmo sentiti di andare a spiegare il significato di petaloso, ai tifosi del Galatasaray. 


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