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  • Laziomania: una cosa mai vista, Guida e Cionek ma cosa avete fatto?

    Laziomania: una cosa mai vista, Guida e Cionek ma cosa avete fatto?

    • Luca Capriotti

    Mai vista una cosa del genere. Poi parliamo un attimo della partita, ma analizziamo insieme l'episodio-chiave: Cionek che dice a tutti che no, Patric (ma perché interviene così?) non l'ha toccato, non è rigore, e l'arbitro Guida, dopo essere andato a vederlo al VAR, concede il tiro dagli 11 metri a Petagna, pesantissimo, contro la Lazio. Un rigore di granito sulle spalle di Inzaghi e i suoi che Cionek, che ribadiamolo avrebbe subito fallo, non voleva, terrorizzato dall'idea di essere ammonito per simulazione. Mai vista una cosa del genere: chi subisce fallo denuncia di non averlo subito, e l'arbitro invece, incredibilmente, decide di saperne di più di chi ha subito fallo e decide di dare il calcio di rigore. 

    Ovvio, ai fini del regolamento quello che dice un giocatore conta come un 2 di bastoni quando regna la briscola a spade, ma soffermiamoci un attimo sui fotogrammi: il tocco forse c'è pure, ma è talmente violento, pazzesco, imperioso che Cionek nemmeno se ne accorge. E questo è evidente: se si fosse sentito toccato, in una partita così delicata, nel finale, la corsa verso l'arbitro sarebbe stata scontata. Invece mima no, no con il dito: per lui non è rigore, e non vuole il giallo. Guida a quel punto viene richiamato al Var: il contatto, che dopo tanti replay forse ho perfino visto, come un'apparizione mariana, è un chiaro ed evidente errore? Da sottolineare: Guida è piegato, a pochi metri, non 'impallato'. Ma che cosa ha combinato? Nella migliore delle ipotesi non ci ha capito niente. 


    Un rigore che rischia di influenzare pesantemente il finale di stagione biancoceleste: la squadra di Inzaghi, a secco di ossigeno, non gioca una grande partita, fatica a trovare le lucide e divertenti triangolazioni che ne hanno caratterizzato le ultime uscite. Ma io una cosa del genere non l'ho mai vista: il rigore, che live sembrava addirittura esserci, viene decisamente negato da chi l'ha subito. Ma per l'arbitro è comunque rigore. 

    Al netto di questo va detto che: ogni volta che qualcuno, leggi Milan, fa un mezzo passo falso, la Lazio ne fa uno intero. Basta che, dopo una partita monstre contro l'Inter, venga a mancare un po' di ossigeno, e la Lazio fa fatica, tantissima fatica. Perfino a protestare. Ma mica per il rigore: il contatto magari c'è pure (non si capisce granché dai replay), ma a nessuno in campo è sembrata strana la situazione? Non voglio fare l'apologia della maleducazione in campo, ma io dico: siete tutti lì, e tutti avete visto, in un secondo, quello che Guida ha rivisto e rivisto? E ne siete talmente certi che nemmeno andate a chiedere: scusi, ma cosa succede?

    Ma mica per niente: contatto ci sarà pure stato, l'ho rivisto 10 volte e boh, mi sembra di aver intravisto uno sfioramento, un palpeggiamento di gamba e gamba, una robba che i nostri nonni, a passeggio mano nella mano, avrebbero giudicato un po' impudico, ma fattibile perfino per strada, pur sotto lo stretto controllo dei parenti. Ma forse bisognerebbe chiedere a Cionek. Ah no, non se ne è accorto...

    Lotito in tribuna stavolta non è servito: certo è un po' mortificante pensare che, se la Lazio va a giocare qualche minuto in più, non abbia la forza anche mentale di portarsi a casa la vittoria in una gara così importante per la Champions. Ma anche l'episodio che decide la gara è indice di una Lazio incolore: le proteste, ovviamente civili, sono anche un segnale di vita. 


    Che, contro la Spal, in realtà è mancato: la Lazio ha speso troppo, di freschezza non ne ha, non ha guizzo. Ed è un peccato che la palla-gol mancata di Immobile sia così pesante, così dura da mandare giù: non è riuscito a regalare ad Inzaghi la vittoria nel giorno in cui potrebbe festeggiare i suoi 3 anni alla Lazio. Nota a margine di calciomercato: Fares e Lazzari sono due giocatori che, alla Lazio, farebbero ben più che comodo: dal confronto Marusic e Lulic escono malconci, dimensionati a quello che effettivamente sono.

    Giocatori che, senza un po' di birra, finiscono per mortificare il pallone. Ma se oggi potessi tornare indietro, rivedrei ancora Cionek che dice no altre 10 volte. Forse, alla fine, è solo un finissimo manipolatore mentale: la sua è psicologia inversa. Dice di no, ma intimamente vuole il rigore. Oppure dice no, per dire sì. Un genio e un fine stratega: a questo punto, viene quasi da chiedersi perché Guida lo abbia ammonito. Un tifoso su Twitter ha scritto: Cionek è stato talmente corretto che l'arbitro lo ha premiato con un rigore. Un bel gesto di fair-play. Io qui scrivo: una cosa proprio strana, un po' grottesca (ma Patric perché interviene così, perché per amor di Dio). Una cosa strana, un po' grottesca, forse. Ma di fronte ad un Cionek così diabolicamente machiavellico, come faceva l'arbitro a resistere e a non concedere il rigore?


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