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  • Le decorazioni del Natale: Lotito il più sottovalutato, Conte il più 'antipatico', Piatek il più sopravvalutato

    Le decorazioni del Natale: Lotito il più sottovalutato, Conte il più 'antipatico', Piatek il più sopravvalutato

    • Mino Fucillo
      Mino Fucillo
    Sull'albero di Natale della Serie A un bel po' di decorazioni. Luminose, colorate, apposte con cura sui vari rami dalle mani del campionato. Eccole, ciascuno con tanto di etichetta ed è questa la novità, questo il gioco.

    Il più sottovalutato: Lotito presidente. Fatte le debite proporzioni (molto ampie) Lotito è stato ed è per la Lazio ciò che Berlusconi è stato per il Milan. Da anni e anni Lotito tiene una società di seconda fascia in prima fascia. E amministra con profitto la società. Stranamente pochi tifosi laziali sono disposti ad ammetterlo, Lotito non gode di pubblico plauso. Non è proprio un gentiluomo britannico, spesso indulge e spinge se stesso verso il macchiettismo, però i risultati di Lotito presidente sono tra i migliori sul campo. E la Supercoppa è tutt'altro che un caso.

    Il più respingente (volevamo dire antipatico ma non è galateo dire così): Conte. Bravo quanto si vuole, vincente quanto si immagina. Però campione anche di quel vizio nazionale che è il vittimismo. Vittimismo sia lamentoso che contundente nei confronti degli altri, degli altri tutti. Klopp (che non è sull'albero e se ci fosse sarebbe il più simpatico) ha detto che il calcio non è e non deve essere la cosa più importante della vita, tranne 90 minuti a settimana. Ecco, Conte questo non lo capirà mai, per Conte la due cose più importanti in assoluto ed esclusiva sono il calcio e se stesso.

    Il più elegante, esteticamente elegante in campo: Dybala senza dubbio.
    Il più inguaiato, in panchina di certo qui e oggi Thiago Motta, tra un po' lo sollevano...dai guai.

    Il più trasportato: Gattuso dall'inferno e ritorno, l'inferno del primo tempo contro il Sassuolo, il ritorno alla luce e in vita all'ultimo minuto. Arruffata  comunque resta la pratica Napoli calcio. 

    Il più signorile nei modi e nella sostanza: Fonseca.

    Il più sopravvalutato: troppo facile, è Pjatek.

    Il più divertente: Papu Gomez trottolino ottimo piede e tanta gioia di giocare.

    I più enigmatici: Zaniolo e Mancini che cantano Bella Ciao. Risonanza sardine o effetto Casa di Carta?

    Il più esigente: Ronaldo, CR7 che esige sempre la palla e la perfezione dei compagni, non gliene passa una di sbagliata o non precisa, e quando i compagni toccano la sfera, sempre in display sulla fronte di Ronaldo appare la scritta: se lo facevo io lo facevo meglio.

    Il più rimpianto in questo quasi mezzo campionato in cui non c'è stato: Chiellini.

    Il più utile alla sua squadra appena arrivato: Smalling.

    Il più libero da impegni, almeno per le feste, Montella.

    Il più immusonito: Mazzarri.

    Il meglio serbo: Ilicic.

    Il, anzi la più sbandierata: Diletta Leotta. Linea Diletta, Presa Diletta...e  non per occhieggiare al mercato cinese parlando e pronunciando come i cinesi da film. Diletta esposta ovunque si può, Diletta come femme d'immagine e di boudoir del campionato, Diletta che accompagna, come da canzoncina sigla, perfino a comprare le mutande, anzi senza Diletta niente mutande nuove. Sì, davvero la più sbandierata, letteralmente in vetrina.

    E la stella cometa: ha il volto della dea Atalanta. Ottavi di finale di Champions, quindi di diritto in cima all'albero. Buon Natale.
     

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