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  • SuperFalcao: ma perché Inter, Milan e Juve lo scoprono ora che vale 40 mln?

    SuperFalcao: ma perché Inter, Milan e Juve lo scoprono ora che vale 40 mln?

    Il secondo trionfo in tre stagioni dell'Atletico Madrid in Europa League costituisce anche una severa lezione alle squadre italiane che, sistematicamente, snobbano la seconda competizione continentale.  

    A causa della loro sciatteria, del loro provincialismo, del loro demenziale turnover applicato per salvaguardare gli interessi di campionato, i club della serie A nell'ultimo quinquennio buttati fuori a calci dall'ex Coppa Uefa hanno fatto perdere al nostro football la quarta rappresentante in Champions League, con la terza che dovrà pure passare sotto le forche caudine del turno preliminare.

    La finale di Bucarest è stata bellissima, in campo e sugli spalti. La squadra dell'ex interista, ex laziale, ex catanese Simeone ha dominato i baschi di Bielsa.

    Due gol e una prova superba, incorniciata poi dalla prodezza ell'ex juventino Diego che ha firmato il tris:  la superstar del giorno è lo scatenato colombiano Radamel Falcao Garcia Zarate, 26 anni, semplicemente El Tigre, come lo chiamano i tifosi dei Colchoneros, primo giocatore a vincere l'Europa League per due anni di fila con due squadre diverse (l'anno scorso giocava nel Porto) e a laurearsi per due anni di fila capocannoniere del torneo.

    Domanda ai formidabili (?) operatori di mercato della serie A: com'è che nessuno di loro e nessuno club italiano si sia mai accorto della bravura del sudamericano quando giocava nel Porto (41 gol in 51 incontri) e non valeva i 40 milioni di euro che ora i madrileni vogliono per cederlo al City?

    Perchè troppo spesso importiamo bidoni e scartiamo i campioni?

    L'ultimo atto dell'Europa League in Romania è stato emozionante, in campo e sugli spalti. Non dimenticheremo  facilmente le lacrime dei giocatori dell'Athetic Bilbao, cavallerescamente quanto inutilmente consolati dagli avversari che li hanno applauditi con i loro tifosi, facendo ala alla premiazione degli sconfitti.

    Le lacrime della fierissima squadra basca nobilitano il trionfo dell'Atletico che, proprio da alcuni studenti baschi fu fondato a Madrid nel 1903 e, in origine, si chiamava Atheltic Madrid.

    La sportività e il fair-play della finale spagnola in terra romena contrastano con l'inciviltà e il becerume dei troppi barbari che ancora infestano il nostro calcio. Quando impareremo la lezione, sarà sempre troppo tardi.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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