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  • Il TAS sul caso Man City: 'Violazioni fair play finanziario? C'è il dubbio, ma l'Uefa non ha fornito prove sufficienti'
Il TAS sul caso Man City: 'Violazioni fair play finanziario? C'è il dubbio, ma l'Uefa non ha fornito prove sufficienti'

Il TAS sul caso Man City: 'Violazioni fair play finanziario? C'è il dubbio, ma l'Uefa non ha fornito prove sufficienti'

Erano attese fin dal giorno della sentenza e, ora che sono divenute pubbliche, le motivazioni del TAS di Losanna sulla sentenza che ha riammesso il Manchester City in Champions League sono destinate ancor più a fare discutere. Sì perché fra le righe emerge chiaramente come il club inglese non sia stata assolto per le violazioni del Fair Play Finanziario in quanto non colpevole, bensì per assenza di prove concrete.

Sostanzialmente nelle motivazioni pubblicate dal TAS viene confermato che il Manchester City è colpevole di non aver collaborato con l’Uefa (da qui la multa da 10 milioni) e che ci siano dubbi sulla realtà delle partnership stipulate con Etihad ed Etisalat, ma anche che non è stato possibile trasformare questi dubbi in certezze perché la UEFA "non è stata in grado di fornire prove certe" oltre alle email trapelate grazie alle mail rese pubbliche da "Football Leaks".

MANCANZA DI PROVE - Dalla sentenza emerge che Etihad ha versato oltre 220 milioni di sterline come sponsorizzazione tra il 2012/13 e il 2015/16 nelle casse del Manchester City, mentre non è chiara l'entità della sponsorizzazione con Etisalat (l'agenzia di telecomunicazioni di Abu Dhabi). Nelle 6 mail di Football Leaks emerge che l’85% del valore di queste sponsorizzazioni veniva in realtà versati direttamente dall’Abu Dhabi United Group Investment & Development, società dello sceicco Mansour bin Zayed che è anche il patron del Manchester City.  Il City è infatti riuscito a dimostrare che, sebbene le email siano state ritenute prove valide (nonostante ottenute per vie illegali) le accuse presentate dalla Uefa non fossero veritiere sfruttando anche il fatto che tutte le evidenze antecedenti il 15 marzo 2014 sono cadute in prescrizione.

LA MOTIVAZIONE - "Le email di Football Leaks non sono da sole prove sufficienti a supportare l’accusa secondo cui il City abbia comunicato all’Uefa informazioni errate nascondendo versamenti di capitale come sponsorizzazioni". Senza prove di natura economica "non è possibile stabilire se i fatti contenuti nelle email siano stati effettivamente realizzati. Per questo il TAS ritiene che si presume che gli accordi di sponsorizzazione di Etihad siano negoziati al valore equo e che il Manchester City, Sua Altezza Sceicco Mansour, Abu Dhabi Group ed Etihad non siano da considerarsi parti effettivamente correlate. Non esistono prove sufficienti per dimostrare che sono stati effettivamente presi accordi tra le parti che abbiano finanziato direttamente parte degli obblighi di sponsorizzazione di Etihad. Sulla base delle prove fornite a tale proposito, la maggioranza del Collegio giudicante non è inoltre convinta del fatto che i contributi di sponsorizzazione versati da Etihad a MCFC siano stati procurati dallo Sceicco e/o dall’Abu Dhabi Group tramite terze parti non identificate. La possibilità teorica che ciò possa essere accaduto non può certamente essere esclusa, ma non è questo il ragionamento da applicare. Piuttosto, spettava all’Uefa dimostrare pienamente che lo Sceicco e/o l’Abu Dhabi Group abbiano effettivamente inviato fondi a Etihad attraverso terzi parti, e il Collegio giudicante ha ritenuto che la UEFA non sia riuscito a farlo. Di conseguenza, la maggioranza del Collegio giudicante non è convinta che il Manchester City abbia mascherato il finanziamento azionario dallo Sceicco e/o dall’Abu Dhabi Group come ricavo da sponsorizzazione attraverso Etihad”.

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