“Se bastasse un solo accorgimento per avere lo stesso rendimento in casa e fuori, lo avremmo già attuato. Credo, invece, che sia un problema più generale, c’è la necessità dei ragazzi di diventare squadra, ci vuole il tempo per assimilare e conoscere meglio la categoria. Nelle gare in casa subentra anche l’elemento di maggiore fiducia di sentirsi nel proprio stadio, che ha la sua rilevanza; in casa quando sei in difficoltà ti senti stimolato, mentre in trasferta succede, invece, di intimorirti. In questo discorso, magari, avranno influito anche le sconfitte fuori casa con Milan, Juve e Roma e il modo in cui sono maturate non ha contribuito ad accelerare quel processo di fiducia che è indispensabile. Ho dei bei ricordi della mia esperienza ad Udine, soprattutto nel primo anno. L’Udinese è una squadra di valore con delle ottime qualità tecniche; la società friulana ha da diversi anni una certa filosofia, incentrata alla ricerca di giovani calciatori con qualità tecnico-tattiche di base che loro cercano di valorizzare. E’ una squadra giovane con degli stranieri e per questo magari può alternare dei momenti di black out a delle espressioni di gioco di altissimo livello. L’Udinese è una squadra forte, di qualità nel suo insieme, può contare su giocatori importanti in tutti i reparti.”