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  • Leccemania:| Di Francesco, non è detto...

    Leccemania:| Di Francesco, non è detto...

    Aspetta con ansia il debutto in serie A, al Meazza contro l'Inter, ma per qualcuno mangerà il panettone sulla spiaggia dell'Adriatico, a Pescara, sua città natale. Eusebio Di Francesco è nel mirino dei bookmakers che hanno già stilato una classifica dei 'dead men walking', cioè degli allenatori a rischio, ed occupa la seconda posizione dietro Pioli (Palermo) con una poco incoraggiante quotazione di 2,40 che identifica le sue reali possibilità sulla panchina del Lecce. Ipotesi, naturalmente, che aspettano di essere confutate in un contesto generale della serie A che non risparmia proprio nessuno, come testimonia il 2,55 di Colantuono (Atalanta), Bisoli (Bologna), Montella (Catania), Tesser (Novara), Sannino (Siena). Se queste sono le premesse, c'è da aspettarsi una autentica rivoluzione prima di Natale o giù di lì, con i vari De Canio, Rossi, Ranieri, Ancelotti, Papadopulo e nonno Sonetti alla finestra col cellulare in mano.

    Nel frattempo, come già accaduto ai tempi di Mario Beretta, il Lecce ha 'piazzato' un altro suo allenatore, record del quale si farebbe proprio a meno. Qualche anno fa l'ex tecnico giallorosso era in cima alla graduatoria, se ne fece un baffo delle 'cassandre' di turno e resistette fino a gennaio; non per propri meriti ma per incapacità decisionale della società, che temporeggiando oltre modo nel fargli il check-in e compromise la stagione. Malgrado l'inesperienza e la giovane età, Di Francesco è partito col piede giusto: poche parole e misurate, interviste col contagocce, tanto lavoro sul campo, entusiasmo in quantità industriale e l'incoraggiamento dei suoi colleghi ex calciatori.

    Suo biglietto da visita un 4-3-3 un po' presuntuoso per il materiale umano di cui dispone, ma sicuramente degno di attenzione se non altro per l'idea che propone. Per il primo riscontro bisognerà attendere il debutto in Coppa Italia contro un team professionistico che gioca per passare il turno, anche perché fino ad oggi, tra dilettanti e terze serie slovene, non è stato possibile testare concretamente la reale caratura della squadra. Senza trascurare il completamento di un organico oggi deficitario in tutti i reparti. Insomma, qualcuno si è affrettato a stilare graduatorie senza tenere in debita considerazione le tante, troppe, variabili che contribuiscono a fissare le quotazioni, e il tecnico giallorosso ha titolo per lavorare in tranquillità, guardare avanti e trovare il suo spazio al top del calcio italiano. In bocca al lupo.

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