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  • Leccemania: il formato trasferta e le novità che hanno convinto

    Leccemania: il formato trasferta e le novità che hanno convinto

    • Stefano Gennari
    Ancora una volta il Lecce tira fuori il coniglio dal cilindro lontano dalle mura amiche e ribalta tutti i pronostici. Dopo il Torino, squadra nettamente di livello superiore, la vittima del formato trasferta giallorosso è la Spal, diretta concorrente per la lotta salvezza, anche in virtù dei risultati negativi di questo inizio di stagione. Questi tre punti pesano, non solo in quanto si tratti di uno scontro diretto (per di più in trasferta) ma anche perchè servono da ossigeno per la classifica che inizia a muoversi anche nelle zone basse e soprattutto perchè in molti avrebbero firmato per un pareggio in casa di una squadra che dopo la promozione in A si è consolidata nella massima serie acquisendo quella esperienza tale da poter tenersi lontana dalla zona retrocessione. Il Lecce, dal canto suo, si è presentato al "Paolo Mazza" senza alcun timore o la pressione della sfida salvezza. Siamo ancora all'inizio, è vero, ma incontrare la Spal nel bel mezzo di un calendario già di per sè complicato, con Napoli e Roma nel giro di una settimana, una vittoria ed una prestazione convincente non possono che alzare l'autostima dei ragazzi di Liverani.

    BABACAR CONVINCE - La lista dei convocati diramata dal mister aveva fatto scattare l'allarme attaccanti con i forfait di Lapadula e Farias ma, allo stesso modo, l'attenzione si è spostata su Babacar, certo di partire titolare. I curiosi sono stati soddisfatti già notando i suoi movimenti e il suo tocco di palla, dimostrando di essere un giocatore della categoria, soprattutto quando, con un'azione personale, riesce a conquistare il rigore del vantaggio. La punta ex Sassuolo si dimostra, come dicono gli inglesi, un upgrade di La Mantia nonchè più funzionale rispetto alle caratteristiche di Lapadula: gioca tanto per la squadra, spesso allargandosi in fase di costruzione, fa girare la palla e cerca di saltare l'uomo. Abbina la sua fisicità alla tecnica e si fa sentire in area di rigore, per conferma chiedere a Cionek (saltato nell'azione del rigore), Vicari e Felipe (che lo atterra in area).

    CHIAMATELO MODRICCIONE - L'avventura di Petriccione al Lecce era iniziata nel ruolo di regista ed è proprio in quella zona del campo che ha sorpreso e convinto tutti delle sue capacità. L'appellativo "Modriccione" non è dovuto solo alla somiglianza estetica con il campione del Real Madrid ma anche alle sue caratteristiche: cerca sempre di ricevere il pallone per costruire le azioni e con la sua dinamicità ha dato un valido appoggio per i compagni. La differenza con Tachtsidis può essere che l'ex Bari predilige il fraseggio corto e veloce muovendosi di più negli spazi, mentre il greco spesso prova il cambio di gioco e quindi anche passaggi alti ma giocando più da fermo mentre in fase difensiva fa valere la sua fisicità. Nella partita di ieri però Petriccione ha dato maggiore vivacità alla manovra leccese, così come era accaduto contro il Napoli quando è subentrato al suo collega di reparto. Si potrebbe aprire così un ballottaggio nel ruolo di regista nello scacchiere di Liverani, un grattacapo che gli potrebbe far piacere per avere una soluzione in più anche nel corso delle partite. 

    TABU' VIA DEL MARE - La boccata d'ossigeno contro gli spallini può ora proiettare i giallorossi alla prossima sfida contro la Roma in quel Via del Mare violato prima dal Verona, che si poteva battere, e poi dal Napoli con cui  non si rimprovera tanto la sconfitta ma piuttosto la prestazione rinunciataria. Con i capitolini il Lecce dovrà tirare fuori le unghie e la giusta rabbia da squadra che vuole salvarsi e non c'è occasione migliore quando gioca in casa, questo lo dice anche la storia: a Lecce non si passeggia.

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