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  • Leccemania: retrocessi sfiorando il miracolo ma con tanti rimpianti, ora si guardi al futuro
Leccemania: retrocessi sfiorando il miracolo ma con tanti rimpianti, ora si guardi al futuro

Leccemania: retrocessi sfiorando il miracolo ma con tanti rimpianti, ora si guardi al futuro

  • Stefano Gennari
Il Lecce è condannato definitivamente alla Serie B solo negli ultimi novanta minuti di questa stagione, una delusione rispetto alle aspettative maturate nel corso del campionato ma sicuramente un’impresa rispetto alle previsioni ai nastri di partenza. I giallorossi erano dati per spacciati ed invece, a suon di prestazioni convincenti, si sono tolti grandi soddisfazioni come aver fermato alcune big o espugnato stadi importanti con una filosofia di gioco che una squadra da bassa classifica mette in pratica.

ULTIMO ATTO – Col senno di poi era difficile aspettarsi che il Verona giocasse per fare la partita a Genova, mentre al Via del Mare il Parma ha espresso le sue qualità e il Lecce, tra sfortuna ed errori, era ormai fuori dai giochi dopo venticinque minuti. Purtroppo la squadra di Liverani paga tanta sfortuna ma che con una difesa più attenta si può limitare. Vero che Lucioni è davvero sfortunato nel rimpallo ma questi episodi fortuiti, con una fase difensiva più solida, si sarebbero verificati in numero minore. Sbaglia ancora l’approccio la squadra che soffre troppo le accelerazioni degli emiliani lasciando troppi buchi in difesa e prende gol in contropiede appena al 24’ dopo che troppi giocatori erano andati a riversarsi in area avversaria per un corner, stesso errore di Bologna, a maggior ragione in questo caso sul risultato di 1-0 con tre quarti di partita da giocare. Il raddoppio è una mazzata soprattutto perché lo stesso risultato si stava verificando a Genova in favore della concorrente rossoblu. Una situazione che avrebbe tagliato le gambe a chiunque ma il Lecce tira fuori l’orgoglio per agguantare il pareggio con gli assist dei soliti Falco e Mancosu, mai domi e che nei momenti di difficoltà riescono a tirare fuori il loro valore. Il secondo tempo è solo un’agonia di rimpianti e delusioni che accompagnano il Lecce verso il ritorno in Serie B sapendo che la squadra ha dato tutto ed ha imparato tanto da questa esperienza.

UNO SGUARDO AL PASSATO – Come si diceva, i rimpianti sono tanti se il Lecce, squadra neopromossa, è arrivata a giocarsi la permanenza in Serie A all’ultima giornata contro il Genoa che può contare su giocatori di esperienza persino internazionale (Criscito, Sturaro, Pandev). Sarà stata questa la differenza ma lo sono state anche le tante partite gettate dai giallorossi come a Cagliari dove Babacar sbaglia un gol a porta libera o proprio contro i rossoblu che vincono grazie ad un tiro di Jagiello che entra in porta dopo un rimpallo su Gabriel o tante altre partite dove episodi fortuiti e a volte arbitrali hanno lasciato l'amaro in bocca. Il Lecce paga diversi fattori tra cui alcune scelte di mercato ad inizio stagione e successivamente non aver rinforzato una difesa troppo fragile a cui si aggiungono i tanti infortuni che non hanno permesso a Liverani di schierare una formazione che poteva vantare in attacco un trio composto da Farias (praticamente sempre ai box), Falco e Lapadula o il centrocampo contato per tutto il girone di andata poi colmato dagli acquisti di gennaio. Un altro grande limite è stato l’approccio troppo blando in alcuni match importanti soprattutto dopo il lockdown ma probabilmente le partite ravvicinate con i pochi cambi a disposizione hanno massacrato i giocatori sia fisicamente che mentalmente ed essere arrivati all’ultima giornata per giocarsi la salvezza è stata la dimostrazione del grande cuore di questa squadra.

IL MOMENTO DI RIPARTIRE – Nel calcio il tempo per gioire o per piangere è davvero poco, poi si pensa al futuro così come ha detto Liverani nel post partita dichiarando che per lui non importa la categoria ma allenare una squadra dove poter esprimere il suo calcio e con il Lecce è riuscito a farlo anche in Serie A nonostante i limiti della squadra tra carenze tecniche e numeriche (soprattutto per via degli infortuni). Il presidente Sticchi Damiani ha altrettanto ammesso che il Lecce ripartirà dalla Serie B con tante ambizioni per dare continuità agli obiettivi raggiunti in questi anni. Resta da capire cosa sceglierà il mister autore di una scalata fantastica dalla C alla A e soprattutto con quale rosa tenendo conto che gran parte della rosa è in prestito da società della massima serie e, per l’ingaggio e per le ambizioni, sicuramente non resteranno in Salento a cui aggiungere i calciatori di proprietà giallorossa che si sono messi in vetrina ed ora sono corteggiati da squadre di Serie A. Dunque, il Lecce ripartirà da grandi ambizioni cercando di riprendersi quello che è svanito negli ultimi novanta minuti e lo potrà fare con maggiore consapevolezza e soprattutto esperienza perché il calcio, seppur troppo crudele, alla fine restituisce tutto.

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