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  • Lega nei guai per colpa di Samonà e la sua celebrazione delle SS: arrivano le scuse, in ritardo...
Lega nei guai per colpa di Samonà e la sua celebrazione delle SS: arrivano le scuse, in ritardo...

Lega nei guai per colpa di Samonà e la sua celebrazione delle SS: arrivano le scuse, in ritardo...

  • Davide Fantozzi
La Lega si trova sotto ai riflettori (e non in senso positivo) per l’articolo di ieri comparso su Il Fatto Quotidiano riguardo Alberto Samonà, assessore ai Beni culturali della Sicilia con una gioventù caratterizzata, evidentemente, dalla nostalgia per i tempi dell’olio di ricino e del saluto romano.

Vengono riportati infatti dei versi scritti non molti anni fa, nei quali il signor Samonà parla delle SS (che, per chi non lo sapesse, sono le Schutzstaffel, l’organizzazione paramilitare di controllo della Germania nazista) come “guerrieri della luce generati da padre antico e dalla madre terra”. Licenza poetica? Memoria corta? Fatto sta che l’assessore affida ad un lungo post su Facebook, sempre ieri, la sua difesa: chi meglio del tribunale popolare per esprimere l’ardua sentenza? Immaginerete quindi delle scuse, delle parole sapientemente pesate e pensate dal protagonista della vicenda per placare gli animi e soffocare il fuoco divampante delle critiche che ne chiedono a gran voce le dimissioni. E invece le cose sono andate diversamente.

L’assessore leghista innanzitutto critica la nozione di “scoop” de Il Fatto, a cui segue la spiegazione alle parole infauste citate poc’anzi: quell’intervento era solo parte di, testualmente, “…una carrellata di esempi che in varie epoche storiche avevano rappresentato espressioni diverse di riferimenti storici legati a tematiche esoteriche o metafisiche. Un libro, peraltro, che non aveva niente a che vedere con la politica”. Questo pezzo in particolare è interessante, perché i suoi versi sembravano politici eccome. L’aggiunta della componente esoterica è una debole attenuante dietro al termine nazismo, che non lo fa di certo sparire magicamente. Samonà passa poi a una breve difesa della propria famiglia e a un elenco corposo dei suoi meriti e iniziative che suonano come mitiganti ma non rimuovono quella nota amarissima dell’apologia. Perché non scusarsi subito? Perché non ammettere l’errore? Dopotutto non è la prima volta che un esponente della Lega fa una gaffe del genere.

Le scuse arrivano oggi, a un giorno di distanza, durante il tour elettorale di Salvini in Sicilia. Non parla di esoterismo, non parla di scoop. Sul post di Facebook era stato solo impulsivo? O si tratta oggi di una strategia per calmare le acque e raggranellare qualche voto in più? “Per me il nazismo è stato un orrore della storia” dice l’assessore, che poi aggiunge da buon prestigiatore che deve distogliere l’attenzione “…come il comunismo”. Un’altra attenuante, stavolta di matrice storica, ma non è paragonandolo ad altre parentesi cupe che il nazismo sarà rivalutato. Mai.

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