Leo Corsi: per Ibra non basta Freud
E proprio Edison Cavani rappresenta la sua antitesi. Cavani non è un predestinato, la sua forza nasce da abnegazione e spirito di sacrificio (straordinario quando rincorre avversari per tutto il campo). Certo la sua abilità balistica è eccezionale, ma ciò che lo caratterizza è il movimento continuo ed incessante che lo porta ad attaccare ogni spazio; come un diavolo mai pago. Non chiedergli di effettuare un triangolo o partecipare alla coralità della manovra, lui vive per la porta che è il suo primo ed esclusivo orizzonte. Ha ottima qualità tecnica ma fisicamente non ha l’ impatto dirompente di Ibra. Ha ovviato a certe mancanze con la tenacia. I suoi movimenti incessanti non offrono punti di riferimento agli avversari che infine, stremati, crollano perdendo la marcatura. Se la forza di Ibra è l’intuizione geniale, il colpo, quella di Cavani è la perseveranza. Cavani rappresenta la perfetta evoluzione Darwiniana eppure romanticamente continuo a preferire Ibra, per quelle stesse inspiegabili ragioni per cui ho sempre preferito Mcenroe a Lendl, Villeneuve a Prost, Ali a Foreman e in genere a tutto il resto.