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  • CR7 e Leo, quei maledetti 11 metri

    CR7 e Leo, quei maledetti 11 metri

    • Marco Guidi

    Il mondo del calcio negli ultimi anni è diviso a metà. C'è il partito di Messi e quello di Cristiano Ronaldo. Chi è più forte dei due? Fiumi di parole. Uno ha vinto di più, l'altro è più completo. Botta e risposta, e così via.

     
    Poi per fortuna parla il campo. Messi cicca completamente le due semifinali con il Chelsea. E in mezzo perde pure il Clasico. La Pulce ha l'occasione di riportare il Barça in finale, ma dal dischetto si fa ipnotizzare dalla danza di Cech. Leo si piega troppo con il corpo, il suo sinistro si alza di quelle due dita di troppo. Traversa, non è il tuo anno Lionel.
     
    Il giorno dopo tocca a Cristiano Ronaldo. E' subito gol. Uno, due. E' fatta. E invece no. Il Bayern è squadra coriacea, non datelo mai per morto. Robben riapre il discorso. Su penalty, tanto per rimanere in tema. Ci prova il Real, ci provano i bavaresi. Niente, si va ai rigori. Cristiano è una sicurezza, lui non sbaglia mai. E' una macchina da gol, cosa vuoi che siano undici metri? Ma il calcio sa essere crudele. Tira il portoghese, para Neuer. E poi anche Kakà e Sergio Ramos fanno cilecca. In finale ci vanno i tedeschi. Adios Ronaldo, adios Decima.
     
    Destino curioso, i due calciatori più forti del mondo il 19 maggio saranno a casa davanti alla tv. Maledetti rigori, maledetti undici metri. Non piangete, Leo e Cristiano. Non è da questi particolari che si giudica un giocatore...

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