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  • Leonardo: 'Moratti non torna. Joorabchian non serve e Gabigol...'
Leonardo: 'Moratti non torna. Joorabchian non serve e Gabigol...'

Leonardo: 'Moratti non torna. Joorabchian non serve e Gabigol...'

Al quotidiano "La Stampa", Leonardo torna a parlare di Inter. Il brasiliano tocca tutti i punti cardine della società nerazzurra e spiega come secondo lui andrebbero affrontati i problemi che attanagliano l'attuale proprietà 

Leonardo, guardi, ecco la cartolina che arriva dalla Pinetina: c’è Pioli con la proprietà cinese. 
«Un progetto di questa dimensione non parte da un allenatore. Suning ha finalmente preso possesso dell’Inter ed è fondamentale. Il calcio è un’azienda particolare in cui contano le emozioni. Se sei padrone dell’Inter non puoi non averne una cura profonda, quotidiana e strutturata. L’Inter ha nel suo DNA la gloria, non bastano i soldi, ci vogliono sentimenti e un’organizzazione di altissimo livello». 

Quindi aveva ragione Tronchetti Provera: non si può «governare» dall’Indonesia o dalla Cina. 
«Da quando è andato via Moratti l’Inter ha perso il punto di riferimento. Se non sai chi decide, chi comanda, è normale che la macchina s’inceppi. Thohir non ha fatto in tempo ad arrivare che già si parlava di una nuova cessione. Questa situazione ha creato instabilità». 

L’Inter sta cambiando: Bolingbroke, l’ad scelto da Thohir, è stato sostituito da Liu Jun. 
«Serve un architetto che sappia bilanciare la parte sportiva con quella amministrativa. I cinesi fanno bene a mettere i loro uomini di fiducia. Sono loro che danno sostenibilità, autorità e credibilità alla società». 

Si dice che serva un’anima italiana. Che ne pensa? 
«Non è una questione di cittadinanza ma di fiducia. Zanetti, Gardini e Ausilio devono sentirsi parte di questa struttura». 

L’Inter cinese sembra troppo legata all’agente Kia Joorabchian. 
«È un’altra anomalia del sistema. In una struttura entri o per capacità o perché ci sono dei buchi. Se sei organizzato non hai bisogno di affidarti ad altri. È come quando compri un biglietto aereo, puoi andare dalla compagnia area o scegliere l’agenzia di viaggio». 

Il casting per l’allenatore l’ha divertita? 
«Il casting non è una novità. Piuttosto è stata strana la modalità, si poteva evitare di tenere Marcelino in albergo mentre si cenava con Zola». 

Moratti come l’ha ingaggiata? 
«Anche il mio è stato un colloquio aziendale, tante domande e condivisione di idee. Da dirigente ho fatto la stessa cosa». 

Pioli ha messo d’accordo tutti. Era il migliore? 
«Adesso non si può dire con certezza. Se non hai un disegno societario come fai a sapere se sei adatto? La scelta è arrivata in corsa dopo un inizio di stagione molto travagliato. A me comunque Pioli piace molto, è equilibrato, ha sempre parole misurate, sa far giocare bene la sua squadra e poi l’Inter ha degli uomini che si possono adattare al suo modulo». 

Deve ricominciare da capo. 
«E questo è sbagliato. L’Inter dovrebbe creare qualcosa di suo, immagazzinare dei dati, imporre una filosofia che deve essere messa a disposizione di qualsiasi allenatore arrivi. Questa è la strada per una vera ristrutturazione». 

Gabigol è sparito. Non le sembra una scelta bizzarra? 
«Gabigol rispecchia il momento dell’Inter. Non puoi fare un investimento importante e poi dire che il ragazzo non è pronto per l’Italia. Si torna alla storia dell’architetto». 

E Moratti tornerà nell’Inter? 
«Dico quello che penso, non quello che so. Secondo me non rientrerà. Non ho mai visto nessuno soffrire così tanto per l’Inter». 

Pioli debutta nel derby. Conterà l’effetto sorpresa per l’Inter? 
«È bello iniziare un’avventura proprio con un derby, vedo più aspetti positivi che negativi. Certo, il gioco di Pioli si conosce ma qualcosa di imprevedibile ci sarà». 

 

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