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  • Lestienne, M'Poku, Carbonero e Correa: quando i fondi d'investimento fanno flop

    Lestienne, M'Poku, Carbonero e Correa: quando i fondi d'investimento fanno flop

    • Federico Albrizio
    Portogallo, Spagna, Inghilterra e ora anche l'Italia: i fondi di investimenti arrivano in Serie A. Dopo le fortunate esperienze soprattutto in Liga e Premier, Falcao e Aguero per fare due nomi, anche il Bel Paese nell'ultimo anno ha visto alcuni giocatori approdare con la formula dei TPO (Third-Party Ownership): diversi fondi hanno deciso di mettere in vetrina i propri gioielli piazzandoli nel nostro campionato, ma finora l'operazione non sta premiando. Carbonero, Lestienne, Correa e M'Poku: questi le giovani promesse che avrebbero dovuto accendere l'entusiasmo dei tifosi e infiammare il prossimo mercato estivo e che invece stanno deludendo, chi per prestazioni non all'altezza, chi lo scarso minutaggio accumulato finora.

    CARBONERO - Il primo nome è quello di Carlos Carbonero, fantasista classe '90 del Cesena arrivato in estate dal River Plate: il cartellino del colombiano tuttavia appartiene all'80% ad un fondo di investimenti sudamericano, mentre per il restante 20% è di proprietà del padre del giocatore. Grande promessa corteggiata anche dall'Inter, Carbonero non ha ancora inciso nel nostro campionato: 15 presenze con i romagnoli, solo 9 da titolare e nessuna giocata degna di nota. L'anno a Cesena doveva essere il trampolino di lancio per approdare poi alla Roma, intenzionata a ripetere le operazioni Paredes e Sanabria, ma Carbonero non sta convincendo e le sue quotazioni sono in caduta libera.

    LESTIENNE - Il flop più fragoroso è però certamente quello di Maxime Lestienne. Il belga classe '92, il cui cartellino appartiene a un fondo qatariota, è stato a un passo dal vestire la maglia del Milan e successivamente dell'Inter, salvo poi approdare al Genoa, in prestito oneroso (1 milione di euro) dall'Al-Arabi. Il feeling tra l'attaccante e Gasperini non è dei migliori: il tecnico rossoblu lo schiera come ala, ma non è soddisfatto della scarsa propensione al recupero difensivo del giocatore. Scavalcato nelle gerarchie da Perotti e Iago Falqué prima e da Niang poi, Lestienne trova sempre meno spazio: solo 14 presenze, l'ultima da titolare il 18 gennaio contro il Sassuolo dove riesce a realizzare due assist, unico picco della stagione. Troppo poco per riaccendere l'interesse delle milanesi o attirare altri grandi club, visto anche il costo del cartellino: il diritto di riscatto per il Genoa è fissato a 20 milioni di euro.

    CORREA - Nuovo Pastore, erede di Gabbiadini: tante le aspettative della Sampdoria nei confronti del '94 Joaquin Correa, ma l'argentino è ancora un oggetto misterioso per i tifosi blucerchiati. Finora Mihajlovic lo ha schierato solo in due occasioni, da titolare contro il Chievo e nel finale del match con l'Atalanta: gli arrivi di Muriel ed Eto'o poi hanno chiuso ulteriormente gli spazi e Correa è ormai relegato in panchina. Ferrero, con il contributo di un fondo di investimenti vicino al Manchester City, ha versato 10 milioni di euro nelle casse dell'Estudiantes per portarlo in Italia, ma per ora il ventenne resta un vero e proprio mistero.

    MPOKU - Ultimo in ordine di tempo è Paul-José M'Poku, arrivato al Cagliari in prestito oneroso a 2 milioni di euro nell'ultimo giorno del mercato invernale: il 22enne congolese è di proprietà di un fondo qatariota, che ha acquistato il suo cartellino dallo Standard Liegi per 5 milioni di euro, con l'intenzione di lanciarlo in un campionato più in vista come quello italiano per cercare di far lievitare il suo valore. L'avvio con i sardi è promettente: entra in campo a mezz'ora dal termine contro la Roma e realizza un gol all'esordio, senza tuttavia evitare la sconfitta i rossoblu. Da lì due prestazioni discrete contro Torino e Inter, prima di iniziare un lento declino: Zola decide di schierarlo titolare, ma Mpoku non ripaga la fiducia e il Cagliari ne risente. Nelle ultime 4 con lui in campo dal 1', un pareggio e tre sconfitte, ultima quella contro il Milan a San Siro: le accelerazioni e i dribbling mostrati nelle prime giornate in Sardegna sono solo un lontano ricordo, operazione rilancio al momento fallita.

     

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