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  • Liga, il presidente Tebas: 'No sanzioni ai club ribelli, colpiti dal disprezzo di tutti e con la reputazione macchiata'

    Liga, il presidente Tebas: 'No sanzioni ai club ribelli, colpiti dal disprezzo di tutti e con la reputazione macchiata'

    Intervenuto in conferenza stampa, Javier Tebas, presidente della Liga, ha parlato in generale sulla Superlega: "Non vogliamo tagliare teste, non è il momento di parlare di sanzioni. Evidentemente hanno intrapreso un’azione pericolosa ma non è stata consumata. Se continueranno a lavorare per la creazione della Superlega vedremo, ma ora non bisogna correre, non c’è alcuna intenzione sanzionatoria. E poi i 12 club sono già stati sanzionati a livello di reputazione, colpiti dal disprezzo dei tifosi e dal no espresso da politici di grandissimo rilievo come Draghi, Johnson o Macron”.

    SU LAPORTA -    "Ha detto che la Superlega è assolutamente necessaria? Beh, non so a cosa si riferisce. Perché tedeschi e francesi non sono mai stati dentro e gli inglesi non ci torneranno più. Gli restano poche squadre, perché anche le italiane si stanno defilando. Parlare di riforma è corretto, e per questo sono entrato nel Comitato Esecutivo della Uefa, ma non si può attuare in questo modo, facendo pressioni di questo tipo. La Superlega è morta, mi sembra addirittura cinico continuare a parlarne, senza i tre Paesi che ho citato dove vanno?  Una settimana fa aveva un'opinione, ora ne ha un'altra. Il Barça ha tanti problemi che deve risolvere piuttosto che dedicarsi a difendere una Superlega che è già morta. Per esempio deve risolvere i problemi finanziari in modo che possa competere ad altri livelli anche la prossima stagione. Dobbiamo smettere di parlare della Superlega per un po'..

    SUI CLUB STATO - "La pensiamo allo stesso modo sulla Superlega ma io non cambio opinione sui Club-Stato. Devono rispettare le regole economiche come gli altri. E comunque negli ultimi anni il Psg non ha fatto follie sul mercato".

    SU FLORENTINO PEREZ -   "Dice che senza la Superlega il calcio nel 2024 sarà morto e non è così. Tutto il contrario. Siamo sanissimi e non c’è alcun bisogno di misure eccezionali. Vogliono i soldi perché hanno sei Ferrari e vogliono la settima, quando invece devono pensare a ridurre i costi e a contenere i salari che sono inflazionati. Dicono che il loro progetto non distruggerebbe i campionati locali ed è vero il contrario: non ci sono i soldi per una Superlega e per i campionati locali: se li prendono loro a noi non resterebbe nulla, non ci sono tv disposte a pagare quanto dicono loro. Se andassero avanti, la Liga perderebbe un miliardo all’anno. E se già ora c’è differenza economica tra grandi e piccoli club, diventerebbe insostenibile. O Florentino Perez non conosce la realtà o mente. E visto che si tratta di un grande imprenditore non penso che non conosca la realtà".

    SUL PROGETTO CLANDESTINO -   "Non è vero che il loro progetto ci salverebbe dalla rovina, anche perché se fosse davvero così non avrebbero avuto la necessità di lavorare in clandestinità, ci avrebbero contattato per presentarlo e lavorarci. Venerdì scorso i 12 della Superlega hanno approvato la riforma della Champions della Uefa, ad alcuni non piaceva e hanno provato a far saltare il sistema. Ora piuttosto vediamo se Barcellona e Real Madrid vorranno partecipare alla prossima Champions: lo si fa in maniera volontaria, inviando una richiesta alla Uefa in maggio e così facendo si accettano le regole della competizione. Manca poco alla scadenza".

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