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  • Lisuzzo al Novara:|'Resto per la mia rivincita'

    Lisuzzo al Novara:|'Resto per la mia rivincita'

    Ad una giornata dal termine del campionato di Serie A, il Novara ha totalizzato 32 punti frutto di sette vittorie, undici pareggi e diciannove sconfitte. Se pensiamo ad alcune partite che sono state delle grandissime occasioni perse ed ad altre in cui alcune decisioni arbitrali sono state a nostro sfavore, quanto rammarico c’è nel non essere ancora in lotta per la salvezza?
    “Il rammarico c’è perché realizzare 32 punti, ad una giornata dalla fine, significa che siamo stati vicini al treno di squadre coinvolte per non retrocedere, peccato. Secondo me il motivo principale che non ci ha permesso di esprimere al meglio i nostri valori sono stati gli infortuni. Purtroppo nel corso della stagione ne abbiamo avuti parecchi. Non penso che le decisioni arbitrali abbiano influito sull’andamento di alcune nostre partite, sono dell’idea che alla fine tutto si compensa. Non capisco quando le società si lamentano delle decisioni arbitrali, se tutti si lamentano ci sarà quindi un’altra squadra che ha giovato di certi provvedimenti arbitrali, o no? Queste affermazioni non le condivido...”.

     

    I mesi di gennaio/febbraio hanno visto tanti eventi in poche settimane: la scelta di Mondonico e poi il pentimento di Massimo De Salvo, che prende in mano la situazione e caccia in un colpo solo sia il Mondo che Pederzoli per ridare la panchina a Tesser. Quanto hanno influito questi avvenimenti all’interno della squadra?

    “Non me la sento di commentare le decisioni prese dalla società. Per quanto riguarda la storia degli allenatori vorrei solo dire che anche con Mondonico abbiamo realizzato punti importanti: il nostro cammino con lui non è stato negativo. Non è neanche un discorso di nuovi schemi o moduli da inglobare perché noi siamo giocatori di esperienza e non è un problema per noi disporci in campo in un modo rispetto ad un altro: ci adattiamo subito. Molti ritengono che quel periodo sia stato il più complicato per noi ma io non sono d’accordo. La nota negativa è stata quella di aver concluso il girone di andata con soli 12 punti, quindi le difficoltà ci sono state soprattutto prima. A partire da febbraio abbiamo trovato una certa quadratura che ci ha permesso di realizzare prestazioni importanti e regalare qualche soddisfazione a noi stessi e ai tifosi”.

     

    Fino ad ora la squadra ha subito 63 reti totali. Da quando sei rientrato in campo, contro il Chievo il 2 febbraio, di queste 63 il Novara si è visto colpire 23 volte: una differenza importante. Solo un caso che tutto questo coincida con il tuo ritorno in campo dopo l’infortunio? A proposito del tuo infortunio: come ti senti? Non si è più ripresentato il problema?“Il tutto si collega un po’ a quello che ho detto prima. Da febbraio in poi le nostre prestazioni sono state migliori rispetto a quelle precedenti e quindi tutto è venuto di conseguenza, anche le reti incassate sono diminuite. Se il tutto è partito proprio da quando ho ripreso a giocare dopo l’infortunio questo è solo un caso, pura coincidenza. Per quanto riguarda il mio infortunio adesso sto bene. Questa fascite plantare, che mi ha tormentato per lungo tempo, adesso non c’è più e pian piano sto cercando di riprendere la giusta condizione. Mi dispiace tantissimo di non aver aiutato i miei compagni durante la prima parte del campionato ma questo dolore era già presente l’anno scorso, ma rinunciare ai play-off dopo aver svolto gran parte della stagione in Serie B non mi andava: ho stretto i denti e sono sceso in campo! Una delle mie caratteristiche è quella di non mollare mai, penso che l’abbiate notato anche voi. Tornando alle partite di Serie A non ho avuto la possibilità di essere al 100%. Saltando sia la preparazione estiva che quella invernale il mio recupero è stato più lungo e difficile. Quando scendo in campo il mio impegno sarà sempre assoluto: quando non sono al massimo della condizione metto in risalto altre mie caratteristiche che vanno a nascondere quella lacuna fisica”.

    Prima di pensare alla prossima stagione c’è un’altra partita prestigiosa da onorare: domenica si andrà ad affrontare il Milan a “San Siro”, stadio che ci evoca bei ricordi in un match che non ha più nulla da chiedere ad entrambe le squadre. Quanta voglia c’è di provare a fare uno sgambetto alla truppa di mister Allegri, approfittando anche del loro stato d’animo?

    “Stiamo sempre parlando del Milan, squadra composta da campioni. Se non giocano i titolari troviamo in campo Cassano e Pato per esempio. Certo ormai la partita di domenica non avrà nulla da chiedere a nessuna delle due squadre, ma giocare nella “Scala del calcio” contro il Milan non è roba da tutti i giorni, quindi il nostro obiettivo sarà sempre quello di dare il massimo, nel rispetto dei tifosi e per la maglia che indossiamo. Il mio augurio è quello di cercare di tornare al più presto a giocare in questi palcoscenici e di rivivere queste belle emozioni”. A Novara conosciamo tutti la tua storia di calciatore. Una storia vera partita dai campi di periferia e dalle serie minori per poi essere notati per la grande tenacia e voglia di lottare sempre, abbinata ad una qualità difensiva superiore alla media. All’età di 31 anni hai debuttato in Serie A coronando un sogno ma anche offrendo al pubblico novarese e non solo, delle prestazioni sempre positive. Che emozioni hai provato nel debuttare in uno dei campionati più difficili del mondo? Qual è stato l’attaccante più difficile da affrontare? Ci puoi raccontare qualche aneddoto avuto magari con qualche personaggio o giocatore di spicco?“Certo che è una bella sensazione debuttare in Serie A: sono felice di esserci arrivato! Non ho particolari rimpianti su quello che è stato fatto quest’anno, però ho un rammarico cui purtroppo nessuno potrà mai darmi risposta: sono proprio curioso di sapere cosa avremmo potuto fare io e Charlie Ludi in difesa in Serie A. Dopo due anni insieme ci capivamo al volo, avevamo raggiunto quella compattezza necessaria per essere competitivi in tutte le categorie. Quest’anno tra il suo e il mio infortunio non è stato possibile. Questo non vuol dire che con gli altri non mi sono trovato bene, assolutamente no! Si tratta solo di un discorso di compattezza di reparto, che ovviamente avevo acquisito con Charlie avendoci giocato di più. Adesso che stiamo tutti e due bene vorrei poter tornare indietro e vedere cosa avremmo combinato io e lui dietro, ma purtroppo non è possibile. Nessun demerito agli altri miei compagni di reparto, non c’è stato tempo di mettere a posto quella sincronia necessaria per ottimizzare la difesa. Purtroppo la Seria A è letale, non ti perdona nulla, ti punisce. Per quanto riguarda l’attaccante più difficile da affrontare… sono stati tutti. Ogni squadra è composta da grandissimi giocatori. Non c’è stata una partita in cui ho potuto dire di aver fatto una passeggiata: una domenica mi sono trovato Denis e l’altra Cavani, non è facile. Per contrastare al meglio questi giocatori bisogna essere dei campioni, se giochi in Serie A è perché sei forte, non ci arrivi per caso. Ci sono degli attaccanti a dir poco stratosferici, ma questo in tutte le società. Prendiamo come esempi Lecce e Cesena: i salentini hanno Di Michele e Muriel e il Cesena Mutu e Iaquinta. Questo ti fa capire che ogni squadra di Serie A che affronti ha il suo attaccante di riferimento. E se queste sono le squadre che occupano la bassa classifica, non parliamo delle altre. Non è un caso se il nostro campionato è definito come uno dei più difficili ed equilibrati del mondo. Un aneddoto? Si... quando abbiamo giocato a Cagliari con protagonista Cossu. Quando ero un ragazzino ho partecipato ad un torneo regionale. Io facevo parte della squadra che rappresentava la Sicilia mentre Cossu quella sarda. In quel torneo ho avuto la possibilità di far nascere un legame di amicizia sia con Cossu che con Pisanu (N.d.R. calciatore sardo, ora militante nel Prato). Ci siamo rivisti nel match di campionato e Cossu si è ricordato di me e mi ha chiesto la mia maglia: è stata la prima e l’unica persona che mi ha chiesto la maglietta. Merito a lui che si è ricordato e poi stiamo parlando di un campione con tanta esperienza in Serie A e che, come me, ha fatto la gavetta. E’ stato un bel gesto che mi ha emozionato! Sinceramente mi ricordavo anche io però avevo il timore di fare una figuraccia, anche perché nel corso degli anni sono cambiato, invece lui mi ha riconosciuto comunque. Si vede che mi ha seguito in questo periodo, magari attraverso i giornali e al primo incontro reale mi ha chiesto la maglia come ricordo”.

    Il nostro Andrea Lisuzzo è pronto a farsi rieleggere “Sindaco” di Novara anche la stagione prossima? Molti tifosi sono preoccupati per l’eventuale addio di Rigoni, dopo una stagione fantastica. Entrambi meritate la Serie A, ma dà più soddisfazioni riconquistarla nuovamente sul campo con la maglia del Novara che non con il calciomercato, non trovi?

    “Ho un altro anno di contratto con il Novara e la voglia di rivincita, di rialzare la testa e di risalire c’è, perché se mi parli di sfide io sono il primo ad alzare la mano e gridare presente. Per un anno sono a posto, però bisogna avere il benestare della società che affermi che Lisuzzo possa far parte di un progetto. Io intendo far parte di un progetto non solo per quest'anno di contratto, ma sposare il progetto Novara che includa altri anni con questa maglia. Bisogna anche capire il pensiero che ha la società sulla risalita e sugli obiettivi fissati. Non è facile, io sono qui, ho un altro anno a Novara e sono a completa disposizione. Sappiamo benissimo che i matrimoni si fanno in due, aspettiamo che cosa decide il Novara. Io rispetto il mio contratto, a Novara sto benissimo, sia come città che per quanto riguarda la squadra: sto bene con tutti e tutti mi vogliono bene, perché dovrei andare via? E’ solo un discorso legato al progetto: il mio non è un problema di soldi. Voglio solo avere la tranquillità di sposare il progetto Novara. La società sa benissimo quanto ci tengo a questa maglia, credo che troveremo un momento per parlare anche di noi. Aspettiamo, in questo istante la società ha altri problemi da affrontare: ormai le società quando scelgono un calciatore devono anche valutare la persona. Stesso discorso vale per Rigoni. Ripeto, i matrimoni si fanno in due. Bisogna solo capire se la società se lo vuole tenere o no. Ha realizzato undici reti, è normale che faccia gola a tante squadre: deve avere il supporto del Novara”.

    Parlaci del tuo progetto eno-gastronomico, ti facciamo un po’ di pubblicità se ci inviti all’inaugurazione.

    “Certamente! E’ un concetto strano, particolare, nato per caso. Ne fa parte mia moglie. Qualcosa che in giro non si trova. Stiamo portando dal Sud tantissimi e buonissimi prodotti che vengono da Martina Franca, dalla Campania (mozzarella di bufala per fare un esempio): tutti prodotti no fast food. Stiamo cercando di dare un accento alla qualità! Ci saranno delle sorprese all’interno del locale. Sarà un locale piccolino, tutto da gustare, tanti prodotti nuovi: una vera chicca! Siamo in prossimità dell’apertura, al più presto ci sarà un’inaugurazione. Spero tanto di riuscirci prima che la squadra vada via per le vacanze, in modo da invitarli. Ci sarà del buon vino, una champagneria eccezionale, tante bottiglie italiane ed estere. Chi se ne intende di vino da noi troverà il posto giusto per essere soddisfatto. Tanti hanno certe bottiglie solo per esposizione, noi le consumiamo anche. Non mancherà un tocco di qualità e glamour all’interno del locale. Ci saranno all’incirca 20 posti a sedere ma anche un American Bar con un professionista al banco. Tutto è bilanciato e curato nei minimi dettagli, non abbiamo trascurato nulla. Se a tutto questo ci abbiniamo il giusto rapporto tra qualità e prezzo direi che non manca più niente. Non vedo l’ora”!

    Il messaggio che i tifosi hanno espresso in questa stagione e in particolare nell’ultima partita casalinga è stato chiaro e importante: sempre vicini al Novara Calcio, in qualsiasi categoria! Il pensiero di Lisuzzo rivolto ai tifosi invece qual è?“

    I tifosi sono stati semplicemente straordinari. Quest’anno in cui il sentimento maggiore poteva essere la tristezza, hanno superato una grande prova: si sono comportati in stile british. Segno della maturità e dell’intelligenza che questi tifosi possiedono. E’ normale che ci sia ancora un po’ di gratificazione, visto quello che abbiamo fatto negli anni scorsi, ma potevano avere diversi comportamenti da dimostrarci e alla fine hanno scelto quello più giusto: merito a loro! Il giro di campo finale poi è stato da pelle d’oca. Un giocatore vuole vedere questo: anche perdendo rimane quella consapevolezza di avere dato il massimo, i tifosi hanno compreso tutto questo ed è stato qualcosa di eccezionale. Sicuramente la decisione per un giocatore in bilico sull'andar via o meno, dopo aver visto quello che è successo domenica scorsa, fa pendere la bilancia dalla parte del Novara”!


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