
L'Italia Under 21 di Cesare Maldini: l'era d'oro dei tre trionfi europei
- 10
C’è stata un’epoca calcistica però in cui l’Italia U21 dominava ed era un osso duro da superare per tutte le avversarie: gli anni ’90 del secolo scorso, che videro gli Azzurrini, allenati da Cesare Maldini, vincere per ben 3 volte consecutive il titolo europeo di categoria.
L’ITALIA U21 DI CESARE MALDINI: DAI GRANDI TALENTI AL PRIMO TRIONFO NEL ‘92
Dismessi i panni da calciatore di successo, Cesare Maldini inizia la sua carriera da allenatore nel “suo” Milan, dove lavora dal 1972 al 74, affiancato per lo più da Nereo Rocco. Poi alcune esperienze così così in provincia, sulle panchine di Foggia, Ternana e Parma, con cui ottiene una promozione dalla C1 alla B, prima di intraprendere la carriera federale, voluto dall’allora presidente federale Federico Sordillo.
Divenuto vice del Ct. azzurro Enzo Bearzot, in questo ruolo vince la Coppa del Mondo del 1982 in Spagna. Quando “Il Vecio” lascia la guida della Nazionale maggiore nel 1986, e al suo posto è promosso il Ct. dell’Italia U21, Azeglio Vicini, il posto di quest’ultimo viene assegnato proprio a Cesare Maldini.
I primi due bienni di conduzione della Nazionale giovanili (1986-1988 e 1988-1990) sono di rodaggio per il Commissario tecnico triestino. In campo vanno squadre ricche di talenti, ma la grande vittoria ancora non arriva.
Nel 1988 gli Azzurrini, qualificati per la fase finale, sono estromessi nei quarti di finale dalla Francia di Blanc, Cantona, Angloma, Paille e del futuro atalantino Sauzée. Nella squadra di Cesare Maldini giocano fra gli altri il figlio Paolo Maldini, Nicola Berti, Ruggiero Rizzitelli, Francesco Zanoncelli, Massimo Ciocci e altri calciatori che faranno carriera.
La partita di andata si disputa in terra francese e vede i padroni di casa imporsi 2-1. Paolo Maldini porta avanti l’Italia nel primo tempo, ma nel finale i gol di Paille e Sauzée ribaltano la situazione. Tutto è ancora possibile nel match di ritorno che si disputa a San Benedetto del Tronto.
Rizzitelli e Ciocci illudono la squadra di Cesare Maldini, ma la Francia negli ultimi minuti trova la doppietta di Paille che fissa il risultato sul 2-2 ed elimina gli Azzurrini dal torneo.
Cesare Maldini e i suoi ragazzi ci riprovano nel 1990. Anche in questo caso la squadra è piena di grandi talenti. Ci sono Angelo Peruzzi in porta, Billy Costacurta in difesa, Diego Fuser e Giovanni Stroppa a centrocampo, e davanti Marco Simone, Pierluigi Casiraghi, Pierluigi Lentini e Renato Buso. L’Italia stavolta supera i quarti di finale, eliminando la Spagna, ma in semifinale incappa nell’ostacolo Jugoslavia.
La gara di andata al Maksimir di Zagabria termina senza gol, 0-0, mentre nel match di ritorno, che si gioca al Tardini di Parma, la partita è molto combattuta. Suker porta in vantaggio i giovani plavi al 17’ del primo tempo, ma il rossonero Simone pareggia al 24’.
Nella ripresa succede di tutto: prima un’autorete di Djukic regala il provvisorio vantaggio agli Azzurrini di Cesare Maldini, poi invece Zvonimir Boban, futuro giocatore di Bari e Milan, sigla il definitivo 2-2 al 61’ e regala la qualificazione, mediante la regola dei gol in partita, alla sua squadra.
La terza partecipazione alla fase finale, quella del 1992 (biennio 1990-92), sarà per il Ct. Cesare Maldini quella buona e regalerà a lui e ai suoi ragazzi il primo titolo continentale. Nella rosa spiccano i portieri Francesco Antonioli e Angelo Peruzzi, i difensori Mauro Bonomi e Giuseppe Favalli, i centrocampisti Dino Baggio, Dario Marcolin, Demetrio Albertini ed Eugenio Corini e Gianluca Sordo e gli attaccanti Renato Buso, Alessandro Melli e Roberto Muzzi. Nel gruppo che contribuirà a raggiungere la finale c’erano anche Paolo Negro, Demetrio Albertini e Pippo Maniero.
Gli Azzurrini dominano il Gruppo 3 di qualificazione e lo vincono precedendo squadre importanti come l’Ungheria(sconfitta due volte) e l’Unione Sovietica (al suo ultimo atto come nazionale calcistica). Unica pecca nel percorso verso la fase finale è una pesante e storica sconfitta in Norvegia per 6-0, il 5 giugno 1991.
Nei quarti di finale l’Italia supera la Cecoslovacchia: 1-2 nella partita di andata in trasferta con doppietta di Melli, e 2-0 nella sfida di ritorno a Padova (gol di Luzardi e Mauro Bertarelli). In semifinale gli Azzurrini affrontano la Danimarca, e l’esito è il medesimo: 0-1 in terra danese all’andata (rete di Buso) e 2-0 al Curi di Perugia (gol ancora di Buso e di Muzzi).
L’Italia torna a giocarsi una finale degli Europei Under 21 sei anni dopo la prima sfortunata volta nel 1986 con Azeglio Vicini in panchina. Se allora la Spagna si impose ai calci di rigore, questa volta l’Italia, opposta alla Svezia, non si lascia sfuggire l’occasione di conquistare per la prima volta nella sua storia il trofeo continentale giovanile.
La partita di andata si gioca il 28 maggio 1992 allo Stadio Paolo Mazza di Ferrara. Davanti a circa 16 mila spettatorigli Azzurri di Cesare Maldini superano gli scandinavi 2-0. In tv la gara è trasmessa dalla Rai con la telecronaca di un emozionato Carlo Nesti. La prima frazione si chiude sullo 0-0 e nella ripresa è determinante l’ingresso in campo di Muzzi al posto di Marcolin al 71’.
Un minuto dopo, al 72’, la partita si sblocca: sponda all’indietro di Buso per Corini, che allarga sulla sinistra per Rossini. Il terzino azzurro crossa bene sul primo palo, dove si è proiettato di gran carriera ancora Buso, che impatta bene la palla di testa, anticipa il suo marcatore e sorprende il portiere svedese Svensson.
Al 76’ l’Italia ottiene anche il raddoppio: il solito Buso si libera nel cuore dell’area e calcia, ma Svensson riesce a respingere. L’attaccante dell’Italia mette la palla al centro, dove arriva Sordo, che a porta sguarnita insacca il 2-0. Esulta Cesare Maldini in panchina, esultano tutti i tifosi italiani.
Il risultato è incoraggiante in vista del match di ritorno, previsto in Svezia il 3 giugno. Gli Azzurrini sfiorano il vantaggio anche in trasferta, con una bella conclusione di Buso e un clamoroso palo colpito da Rossini, ma al 56’ Simpson sorprende la difesa e di testa sigla la rete che regala agli scandinavi quella che sarà una vittoria di Pirro. Un tentativo di Muzzi, subentrato a Melli all’ora di gioco, di trovare il pareggio, è respinto dal portiere svedese Ekholm.
L’Italia U21 si batte fino alla fine, mantenendo il passivo di misura, e al fischio finale dello scozzese McGinlay esplode la festa: in virtù dei 2 gol segnati all’andata, capitan Corini può sollevare il trofeo.
È l’inizio di uno straordinario ciclo vincente che durerà 6 anni sotto la guida del Commissario tecnico triestino e continuerà con un unico passaggio a vuoto nel 1998, per 14 anni, fino al 2004, con i suoi successori.
I TABELLINI
Andata
Giovedì 28 maggio 1992, Ferrara, Stadio Paolo Mazza
ITALIA U21-SVEZIA U21 2-0
Reti: 71’ Buso, 80’ Sordo
ITALIA U21 (4-4-2): Antonioli; Bonomi M., Matrecano, Verga, Favalli (46’ Rossini); D. Baggio, Corini, Marcolin, Sordo; Melli (71’ Muzzi), Buso. Ct. Cesare Maldini
SVEZIA U21 (3-5-2): Svensson; Johansson, Lilius, Apelstav; Alexandersson, Mild, Landberg, Moberg, Paldan (76’ J. Jansson); Rödlund, Gudmundsson (76’ Simpson). Ct. Nils Andersson
Arbitro: Mario Van der Ende (Olanda)
Spettatori: 16.000 circa
Ritorno
Mercoledì 3 giugno 1992, Värendsvallen
SVEZIA U21-ITALIA U21 1-0
Rete: 56’ Simpson
SVEZIA U21 (4-4-2): Ekholm; Apelstav, Lilius, Moberg, Nilsson; Alexandersson, Mild, Landberg (77’ Axeldal), Gudmundsson (53’ Paldan); Rödlund, Simpson. Ct. Nisse Andersson
ITALIA U21 (5-3-2): Antonioli; Matrecano, Bonomi M., Taccola, Favalli, Rossini; Marcolin (90’ + 2 Sordo), Albertini, Corini; Melli (59’ Muzzi), Buso. Ct. Cesare Maldini
Arbitro: Brian McGinlay
Spettatori: 6.172
LA VITTORIA AL GOLDEN GOL DEL 1994
Nonostante alcune differenze di vedute con il presidente della Figc, Giuseppe Matarrese, Cesare Maldini è confermato alla guida dell’Italia U21 nel successivo biennio 1992-94. Il gioco “all’italiana” del triestino non piace al numero uno della Federazione, ma i risultati parlano per il Ct. E lo faranno ancora.
Entrano a far parte del gruppo degli Azzurrini Francesco Toldo, Fabio Cannavaro, Christian Panucci, Francesco Colonnese, Sandro Cois, Daniele Berretta, Pierluigi Orlandini, Benny Carbone, Christian Vieri e Pippo Inzaghi. Sono ancora in rosa, invece, Negro, Marcolin e Muzzi.
Ancora una volta l’Italia domina il Gruppo 1 di qualificazione, piazzandosi al 1° posto davanti al Portogallo con 7 vittorie e una sconfitta, che valgono 21 punti totali (3 a vittoria) e 4 lunghezze di vantaggio sui lusitani, che saranno poi ripescati come una delle migliori seconde.
Cambia il regolamento della fase finale: final four in una sede prescelta con confronti in sfida secca e in caso di parità dopo i tempi regolamentari è previsto il “golden gol”, che pone fine al confronto.
Per arrivarci occorre però superare lo scoglio dei quarti di finale. Avversaria degli Azzurrini è ancora una volta la Cecoslovacchia. Nella gara di andata in casa la squadra di Cesare Maldini travolge gli avversari 3-0 con reti di Vieri, Panucci e Negro. I cechi rispondono con una vittoria di misura per 1-0 al ritorno. Non basta però per eliminare l’Italia, che va ancora una volta in semifinale e stacca anche il pass per le Olimpiadi di Atlanta 1996.
Nella semifinale, che come detto in precedenza si disputa stavolta in gara secca, l’avversario è di quelli molto duri: la Francia di gente come Blanc, Zidane, Makelele e Dugarry e di Lilian Thuram (in panchina), allenata da Raymond Domenech. I Bleus sono i favoriti, visto anche che la sede della Final Four è Montpellier.
Ma la gara è molto tattica e la difesa di Cesare Maldini, che poggia su Fabio Cannavaro, Ciccio Colonesse, Christian Panucci e Daniele Delli Carri, si rivela impenetrabile, anche quando al 71’ resta in 10 proprio per l’espulsione del giocatore del Torino. Toldo fa il resto, si va ai supplementari e al 120’ per poco Vieri non beffa i francesi in contropiede: il tiro del centravanti è respinto da Dutruel.
Decidono i calci di rigore: Toldo è bravissimo a respingere il penalty di Makelélé, mentre dopo la trasformazione di un certo Zidane, Benny Carbone è abile a trafiggere dagli 11 metri il portiere francese. Gli Azzurrini vincono 5-3 ai rigori e sono ancora una volta in finale.
Il 20 aprile 1994, sempre allo Stadio “La Mosson” di Montpellier, a giocarsi l’Europe U21 sono così per la seconda volta di fila l’Italia di Cesare Maldini e quel Portogallo, guidato da Vingada, che annovera fra gli altri Figo, João Pinto e Rui Costa e che gli Azzurrini avevano già sfidato due volte nel girone di qualificazione, rimediando una sconfitta in terra lusitana e una vittoria in casa.
La partita è estremamente tattica, la palla ristagna soprattutto a metà campo e le occasioni e le conclusioni scarseggiano. Brivido per gli Azzurrini al 40’: Fabio Cannavaro, per anticipare João Pinto, interviene di testa e rischia l’autogol: la palla finisce sul palo alla destra di Toldo e poi termina in corner.
Dall’altra parte è il portiere Brassard a negare la gioia del gol a Scarchilli, autore di un bel colpo di testa. Italia baciata dalla buona sorte al 70’: su cross dalla destra di Rui Costa, Toni gira a rete di testa. La palla colpisce la traversa e rimbalza su Toldo, prima che Cherubini riesca ad allontanarla. Allo scadere dei tempi regolamentari Cesare Maldini sostituisce Pippo Inzaghi, esausto, con Orlandini.
Ancora una volta, com’era stato nel 1992, la capacità del Ct. di leggere la partita si rivelerà decisiva. Si va ai supplementari e per la prima volta nella storia, una competizione internazionale è decisa dal golden gol: dopo un pallone recuperato da Cherubini, Orlandini scappa via in velocità al 97’ sulla destra, si accentra e si coordina per la battuta da fuori area. Staffilata di sinistro e palla che si insacca all’incrocio dei pali dall’altra parte.
Subito dopo l’arbitro Muhmenthaler decreta la fine dell’incontro per la cosiddetta “morte istantanea” e il successo continentale degli Azzurrini, il secondo consecutivo per loro e per il loro condottiero Cesare Maldini.
IL TABELLINO
Mercoledì 20 aprile 1994, ore 18.00
Stadio “La Mosson”, Montpellier
ITALIA U21-PORTOGALLO U21 1-0 d.g.g.
RETE: 97’ Orlandini
ITALIA U21 (4-3-1-2): Toldo; Cherubini, Colonnese, F. Cannavaro, Panucci; Scarchilli, Berretta, Marcolin; B. Carbone; Muzzi, F. Inzaghi (84’ Orlandini). Ct. Cesare Maldini
PORTOGALLO U21 (4-4-2): Brassard; Nelson, Rui Bento, Jorge Costa, Paulo Torres; Figo, Abel Xavier, Rui Costa, Capucho; João Pinto, Toni (79’ Sa Pinto). Ct. Vingada
Arbitro: Muhmenthaler (Svizzera)
Spettatori: 8 mila circa
LA FINALE “EPICA” CON LA SPAGNA E IL TERZO TRIONFO AI RIGORI
A completare il magico tris dell’Italia U21 di Cesare Maldini agli Europei di categoria sarà una finale epica vinta ai rigori con la Spagna. Dopo i due successi consecutivi, il Commissario tecnico triestino è confermato per il quinto biennio consecutivo al timone della Nazionale italiana giovanile.
Sul palcoscenico internazionale si affacciano nuovi talenti: Francesco Totti, Domenico Morfeo, Alessandro Nesta, ma anche i portieri Angelo Pagotto (che sarà il titolare) e Gianluigi Buffon (appena diciasettenne), e con loro Marco Delvecchio, Nicola Amoruso, Raffaele Ametrano, Damiano Tommasi, Massimo Brambilla, Fabio Galante, Salvatore Fresi e Alessio Tacchinardi. Per Christian Panucci e Fabio Cannavaro sarà il secondo biennio con l’Under 21.
Le qualificazioni nel Gruppo 4 offrono stavolta un duello serrato fra gli Azzurrini e l’ostica Ucraina. L’Italia la spunta, dopo un duro testa a testa, per 21 punti a 20. Dopo il k.o. in trasferta all’andata (2-1) la vittoria azzurra per 2-1 contro i rivali nella penultima giornata (rete di Ametrano e un autogol) vale l’aggancio al comando. Così nell’ultimo turno basta un pari ai ragazzi di Cesare Maldini per assicurarsi l’approdo ai quarti di finale: lo 0-0 interno contro la Lituania assicura la possibilità di competere ancora una volta per il trofeo.
Nei quarti di finale tornano a sfidarsi le finaliste della precedente edizione. Nel match di andata al “Da Luz” di Lisbona i lusitani si “vendicano” e si impongono 1-0 con gol di Porfirio. Ma il 27 marzo 1996 allo Stadio Barbera di Palermo, gli Azzurrini, con un gol di Bobo Vieri e un’autorete di Peixe, ribaltano il confronto e grazie ad un 2-0 all’ingleseottengono l’accesso alla Final Four.
È di nuovo Italia-Francia, e stavolta la città scelta per ospitare l’ultimo atto della manifestazione è lo Stadio Olimpico di Barcellona. La Francia e Domenech vengono nuovamente battuti: agli Azzurrini è sufficiente un 1-0 targato Francesco Totti, autore di un gran gol di destro dopo l’ingresso in campo al posto di Delvecchio.
La finale con i padroni di casa della Spagna, guidati da Javier Clemente, che schierano davanti il fuoriclasse Raúl, li vede tuttavia ancora una volta sfavoriti. Tuttavia le circostanze la tingeranno di epicità e alla fine porteranno al terzo trionfo consecutivo la Nazionale giovanile italiana.
Il pubblico “spinge” le Furie rosse ma passano appena 11 minuti e gli Azzurrini si ritrovano sorprendentemente in vantaggio: punizione di Ametrano dalla sinistra, Totti sfiora la palla di testa e Idiakez, alle sue spalle, interviene maldestramente, deviando la sfera nella propria porta. Per poco l’Italia U21 non trova il raddoppio al 20’: tiro-cross carico di effetto di Panucci, Mora deve superarsi per deviare in angolo con un notevole colpo di reni.
La Spagna reagisce e attorno alla mezzora del primo tempo intensifica i propri attacchi verso la porta difesa da Pagotto. Salgono i toni agonistici e a dare ulteriore slancio alle Furie rosse sarà una grave svista dell’arbitro austriaco Benko, che al 37’, per sedare una rissa a centrocampo, estrae il cartellino rosso in faccia all’incolpevole Nicola Amoruso.
La superiorità numerica dà ovviamente fiducia ai giocatori spagnoli e al 42’ c’è il pareggio: punizione magistrale di Raúl, che manda la palla a insaccarsi all’incrocio dei pali alla sinistra di Pagotto. La squadra di Clemente è convinta di avere la possibilità di chiudere i giochi e insiste negli attacchi nella ripresa, ma la retroguardia azzurra non fa passare uno spillo e la partita si prolunga ai supplementari.
La regola, come nel 1994, è quella del Golden gol, ovvero della cosiddetta “morte istantanea”: chi segna per primo vince e pone fine alla contesa. Quando la prima frazione dell’extra time volge al termine, Ametrano, già ammonito, commette un fallo ingenuo su De Pedro: secondo giallo e rosso inevitabile. L’Italia U21 resta in 9 contro 11 e a quel punto, con 15’ più recupero ancora da giocare, per la squadra di Cesare Maldini sembra profilarsi il peggio.
L’assedio spagnolo diventa furibondo, ma il temperamento degli Azzurrini è eccezionale, e con una sontuosa prova difensiva di Cannavaro, Nesta e compagni, l’Italia U21 porta la partita ai calci di rigore. Anche dagli 11 metri la strada appare in salita, un po’ perché i giocatori italiani hanno dovuto dar fondo alle loro energie, un po’ perché Panucci fallisce il primo dei tentativi di trasformazione dagli 11 metri. Ma Pagotto è in serata di grazia e prima blocca il tiro piuttosto debole di De La Peña, quindi neutralizza con una grande parata il quarto tentativo del fuoriclasse Raúl. Il rigore decisivo è così sui piedi di Domenico Morfeo.
L’atalantino, subentrato a Totti nell’ultimo quarto d’ora dei tempi regolamentari, è freddissimo e spiazza Mora: l’Italia U21 si impone contro ogni pronostico 4-2 ai rigori al termine di una gara dai forti toni epici e realizza, assieme al suo condottiero, il Ct. Cesare Maldini, uno strepitoso tris continentale che nella storia del torneo fino ai giorni nostri non sarà più eguagliato da nessuna Nazionale.
La storica impresa di Barcellona sarà anche l’ultimo passo di Cesare Maldini con l’Italia U21: dopo il flop della Nazionale maggiore ad Euro ’96 e aver guidato gli Azzurrini anche nelle prime due sfide del biennio successivo contro Moldavia e Georgia (vittorie per 3-0 e 6-0), il ritorno di Arrigo Sacchi al Milan nel dicembre 1996, infatti, segnerà la fine del decennio alla guida dell’Italia U21 e porterà l’allenatore triestino al ruolo di Commissario tecnico della Nazionale maggiore.
Gli Azzurrini si laureeranno campioni d’Europa U21 altre due volte: nel 2000 con la guida tecnica di Marco Tardelli, e nel 2004 con quella di Claudio Gentile. Due degli eroi di Spagna ’82, gli unici in grado, fino a questo momento, oltre a Cesare Maldini, vice Bearzot in quella spedizione, di condurre gli Azzurrini alla vittoria del titolo continentale. Prima di un lungo digiuno di 21 anni che Carmine Nunziata, l’attuale Commissario tecnico, proverà a spezzare.
IL TABELLINO
Venerdì 31 maggio 1996, ore 21.00
Stadio Olimpico di Barcellona
ITALIA U21-SPAGNA U21 1-1 d.t.s., 4-2 ai rigori
RETI: 11’ aut. Idiakez (I), 42’ Raúl (S).
SEQUENZA DEI RIGORI: Panucci (I) fuori, De La Peña (S) parato, Fresi (I) gol, De Pedro (S) gol, Pistone (I) gol, Aranzabal (S) gol, Nesta (I) gol, Raúl (S) parato, Morfeo I (I) gol.
ITALIA U21 (5-3-2): Pagotto; Panucci, Cannavaro, Fresi, Galante (119’ Pistone), Nesta; Ametrano, Tommasi (74’ Tacchinardi), Brambilla; Amoruso I, Totti (74’ Morfeo I). Ct. Cesare Maldini
SPAGNA U21 (4-2-3-1): Mora; Mendieta, Santi Denia, Corino, Aranzábal; Roberto, José Ignacio (46’ De Pedro); Idiakez (46’ Oscar), De La Peña, Lardín (94’ Morientes); Raúl. Ct. Javier Clemente
Arbitro: Benko (Austria)
Spettatori: 34.000 circa
Note: espulsi al 37’ Amoruso I e al 104’ Ametrano.