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  • Livornomania: il caro prezzo degli errori

    Livornomania: il caro prezzo degli errori

    Nel calcio, come nella vita del resto, i cicli, i momenti, le passioni, hanno un inizio e una fine. Questo è quanto sta accadendo in riva al Tirreno, sponda amaranto, che pochi giorni fa si è vista certificare con spietata assuefazione la matematica retrocessione in serie B dopo un anno di serie A. E ben ci sta. Già, perchè la stagione del Livorno purtroppo è stata caratterizzata da una serie di scelte sbagliate fin dall''inizio, con un mercato concentrato su prestiti - per lo più di giovani che avevano tutto da dimostrare - e su elementi che avrebbero potuto rappresentare se non scommesse di certo punti interrogativi. Parliamo di Coda, Greco e Biagianti, oppure di Benassi, Duncan, Mbaye, Piccini, Bardi, Mosquera e Borja. Se poi aggiungiamo i vari Rinaudo, Siligardi, Emeghara e Valentini, più gente arrivata in seguito e pervenuta per niente (Belfodil), poco (Mesbah) e appena appena (Castellini) allora non si può far altro che prendere atto dell'accaduto e cospargersi il capo di cenere. 
    Chi possiamo salvare di una stagione tribolata e, a tratti, malinconica? Paulinho su tutti, 15 gol nel massimo campionato con una squadra che ha fatto 25 punti. Miracolo? No, classe. Poi Federico Ceccherini che anche se è stato tormentato dagli infortuni ha risposto alla grande al suo primo anno di serie A, poi Emerson, che nonostante numerose prestazioni in chiaroscuro ha sempre messo il cuore in ciò che ha fatto e Andrea Luci, che ha dovuto abbandonare la baracca per infortunio in quel di Cagliari ma fino a quel momento era stato l'arma in più del Livorno. Giocatori colpevoli come anche - se non di più - la dirigenza che li ha scelti e la proprietà che ha dato il nulla osta. Cosa rimane adesso di questo ammasso di cenere? Una serie B scontata, arrivata in un campionato che nelle parti basse si è rivelato di una mediocrità impressionante. Intorno a questo una squadra da allestire, un allenatore con un anno di contratto che probabilmente non resterà ed una società che ad ore dovrebbe essere ceduta ad un nuovo acquirente. Se non è caos come lo vogliamo chiamare?

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