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  • Llorente a CM, spot per l'Italia 'Serie A, perché no? Che giocatore Del Piero...'

    Llorente a CM, spot per l'Italia 'Serie A, perché no? Che giocatore Del Piero...'

    • Simone Togna

    Fernando Llorente, 26enne attaccante dell'Athletic Bilbao e della Nazionale spagnola. Il campione del mondo con la Nazionale nel 2010, si confessa in un'intervista esclusiva con Calciomercato.com

    Come giudichi la tua stagione dell’Athletic Bilbao?
    E’ stata una grandissima stagione. Abbiamo raggiunto il traguardo che ci eravamo prefissati: quello di entrare in Europa. Non era facile, ma ci siamo qualificati per l’Europa League. Possiamo terminare il campionato al quinto o al sesto posto ed evitare così i preliminari di chi arriva settimo.  Abbiamo ottime possibilità di riuscirci perché abbiamo vinto gli scontri diretti contro il Siviglia e contro l’Atletico Madrid e dovremo essere bravi nell’ultima partita contro il Racing Santander.

    E  sei contento della tua di stagione?

    Beh sì. La verità è che ho iniziato alla grande. Sono felice sia per il numero di gol segnati sia per come ho giocato. Peccato solo che alla fine della stagione non mi sentivo  tanto in forma come all’inizio.

    Riesci a spiegarmi cosa significa giocare in un club come l’Athletic Bilbao? E’ davvero così differente dagli altri club?

    Eh, sì. L’Athletic Bilbao è un club unico nel mondo. Dobbiamo davvero essere orgogliosi di quanto stiamo facendo, perché la nostra politica è quella di non acquistare giocatori stranieri, ma di puntare soprattutto sulla cantera o solo su giocatori baschi. Secondo me dobbiamo essere elogiati per questo, tutte le altre squadre comprano calciatori stranieri, noi no. Eppure facciamo grandi risultati in uno dei campionati più difficili del mondo come la Liga.

    Prima di giocare come professionista per chi tifavi?

    Da bambino mi piaceva tantissimo il Barcellona, perché erano i tempi del Dream Team di Romario, Cruijff, Stoichkov, Ronaldo e Laudrup. Vincevano quasi sempre ed era uno spettacolo vederli giocare.

    E a proposito del Barcellona, pensi che la vittoria dei blaugrana in campionato sia meritata?
    Sì. La Liga è una competizione dove devi avere regolarità di risultati. Loro l’hanno trovata e per questo hanno avuta la meglio di una grandissima squadra come il Real Madrid. E’ chiaro che il Barcellona alla fine è stato superiore e ha meritato il trionfo con tre giornate di anticipo.

    E invece cosa pensi di quanto successo fra i giocatori del Real Madrid e  del Barça in Champions?

    C’era molto tensione e rivalità fra le due squadre. Questo si è notato in campo  con molte scontri di gioco e discussioni. Tutte e due le squadre volevano vincere, ma alla fine è stata una partita bella da vedere, agonistica. Certo, poi però alla fine si è parlato tantissimo delle decisioni arbitrali. Sicuramente non tutti sono rimasti contenti di quanto successo…

    Ma gli scontri in campo sono derivati dalle conferenze stampa di fuoco di Mourinho e Guardiola?
    Certamente hanno surriscaldato ancora di più l’ambiente. Ma alla fine entrambi hanno solo difeso fino alla morte la propria squadra .

    Chi è più bravo fra Mou e Guardiola?

    Nessuno dei due mi ha allenato quindi non posso darti un parere con cognizione di causa. Però certamente da fuori si capisce che sono due grandissimi allenatori, di livello mondiale.

    Qual è stato l’allenatore più importante della tua carriera fino ad oggi?
    Sicuramente Joaquin Caparros. Quando è arrivato all’Athletic quattro anni fa ha puntato subito su di me, allora nessuno mi conosceva. Mi ha dato fiducia e gli devo davvero molto.

    Quale è stato il gol più bello o importante che hai segnato?
    Semifinale di Coppa del Rey contro il Siviglia: all’andata avevamo perso 2-1, abbiamo ribaltato tutto vincendo 3-0, e io ho segnato il secondo gol. E che gol per importanza e bellezza…

    Chi è stato il tuo idolo?

    Ronaldo e Michael Laudrup. Due fenomeni.

    La gioia più grande della tua vita è stata la vittoria dell’ultimo Mondiale Sudafricano?
    E’ stata l’esperienza più bella della mia vita. Veramente un qualcosa di inimmaginabile, la realizzazione di un sogno. Giocare il Mondiale per la tua Nazionale e vincerlo a soli 26 anni, con più della metà di carriera da giocare, è semplicemente unico, straordinario. Quando da bambino sognavo che ciò avvenisse non mi sarei mai aspettato di provare una sensazione di gioia così grande, a parole è difficile spiegare che emozione si provi.

    Rimani all’Atlhetic tutta la vita o un giorno andrai via?

    Il mio presente si chiama Bilbao, ho altri due anni di contratto e qui sto bene. Ma nel calcio tutto può cambiare velocemente: oggi stai bene qui, domani puoi stare male. Non si sa mai. Io sono aperto a qualunque tipo di ipotesi per il futuro, anche se adesso sto benissimo al Bilbao.

    Ma il Real  Madrid e il Barcellona ti vogliono…
    Guarda la verità è che nessuno mi ha contattato. Non c’è nulla di sostanzioso realmente. Tutto quello che so l’ho appreso dai giornali!

    Cosa pensi del campionato italiano?
    E’ un ottimo campionato. E’ bello vedere giocare le grandi squadre come Inter, Milan e Juventus, nonostante i bianconeri quest’anno non abbiano disputato una grande stagione.

    E dei calciatori italiani? Ne ammiri qualcuno in particolare?

    Alessandro Del Piero. E’ un giocatore fantastico, che nella sua carriera ha vinto tutto, e anche adesso, che non è più giovanissimo è un esempio per tutti, per come si comporta e per come gioca.

    E dell’Italia come Nazione che pensi?
    E’ fantastica, bellissima. Ci sono stato in vacanza e davvero mi ha colpito immensamente. Ho visitato Venezia, Roma, Firenze e Orvieto. Mi sono innamorato della vostra terra.

    E visto che da noi sei molto apprezzato, ti piacerebbe giocare in Italia?
    Certo. Sarebbe certamente un’esperienza stimolante, io sono aperto a ogni tipo di possibilità, non si sa mai.

    Secondo te l’Inter l’anno scorso ha vinto con merito la Champions o, come dicono molti tuoi connazionali, meritava di passare il Barcellona?

    La verità è solo una: l’Inter l’anno scorso ha meritato di trionfare in Champions. Aveva un “equipazo”, un team fortissimo, diretto da un grande allenatore come Josè Mourinho. Erano tutti uniti verso un unico obiettivo e devo dire che l’hanno centrato con merito.


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