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  • Lo Monaco a Catania:| Tante luci, poche ombre

    Lo Monaco a Catania:| Tante luci, poche ombre

    • D.V.

    Dal 2005 a Catania è stato lui il vulcano, l'uomo forte, il tuttofare accentratore. Pietro Lo Monaco uno, nessuno e centomila: gli occhi del club per il mercato, la voce grossa nello spogliatoio, il campione di plusvalenze e scopritore di pepite calcistiche in Sud America, il 'motore immobile' di Torre del Grifo, una struttura da sessanta milioni di euro, uno dei più bei centri sportivi d'Europa - Cesare Prandelli dixit - e, infine, il 'traditore', visto che dopo una fuggevole parentesi al Genoa, a settembre ha saltato il fosso, sposando i colori rosanero e rilevando 10% delle azioni. Carattere spigoloso, fama da duro sempre alimentata, poco incline ai compromessi, l'attuale ad rosanero nel capoluogo etneo ha compiuto un capolavoro sportivo

    In coppia con Pulvirenti, binomio nato, prima che a Catania ad Acireale, sorta di laboratorio di quello che sarebbe avvenuto dopo. Sempre in attivo - conti economici alla mano - il club rossazzurro, sotto la sua gestione, si è migliorato quasi ogni anno, battendo ripetutamente il proprio record di punti in A. È successo con Zenga, Mihajlovic, Simeone e, nello scorso campionato, con Montella. La conoscenza approfondita del mercato latino-americano e un vecchio sodalizio con Jorge Cyterspiller - agente di Maradona fino al 1985 e manager di altri grandi calciatori - gli hanno spalancato le porte di club importanti e permesso di rastrellare calciatori che sono diventati grandi a Catania: Vargas, Izco, Llama, Schelotto, Silvestre, Martinez, Andujar (con cui l'anno scorso ebbe più di uno screzio), Gomez e Barrientos.

    Non solo luci per Lo Monaco a Catania. Oltre ai colpi di mercato ci sono stati anche i flop: alzi la mano chi ricorda gesta incampo di Messera o Zavagno, Perrone o Dugic, o del rumeno Dica, che in patria aveva fatto faville, anche in gare di Champions. E non solo flop di mercato per il dirigente di Torre Annunziata: oltre ai periodici dissidi con Pulvirenti (che negli anni respinse un paio di volte le sue dimissioni, prima di accettare le ultime, nella scorsa stagione), sfociati adesso in antipatia - per usare un eufemismo - Lo Monaco è stato condannato nell'ottobre 2011 a otto mesi, pena sospesa, per violenza privata nei confronti di un cronista di un quotidiano sportivo, a cui avrebbe impedito l'ingresso allo stadio e alla sala stampa, in quanto giornalista 'sgradito'.

    (Giornale di Sicilia)

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