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  • Lo Monaco:| 'Ho sbagliato a fidarmi di Zamparini'
Lo Monaco:| 'Ho sbagliato a fidarmi di Zamparini'

Lo Monaco:| 'Ho sbagliato a fidarmi di Zamparini'

"Perche' abbiamo rotto con Zamparini? Non l'ho capito nemmeno io, ma rispetto le scelte e quando e' nata l'esigenza della proprieta' di cambiare registro a me non e' rimasto altro da fare che rispettarle". Cosi' Pietro Lo Monaco ex amministratore delegato del Palermo parla a Sportitalia dell'interruzione del suo rapporto con la societa' del presidente Zamparini. "La colpa di tutto quello che e' successo e' del sottoscritto, perche' sapevo con chi avevo a che fare ed aver accettato e aver creduto alla promesse e' stato un errore del sottoscritto. Quella con il Genoa e' stato un soffio di vento e quando abbiamo capito di non aver sintonia di pensiero e di idee prima dell'inizio del campionato abbiamo separato le nostre strade" dice Lo Monaco.

"Quello con il Palermo, invece, mi ha toccato un po' di piu', perche' era nato con presupposti diversi, perche' c'era il presupposto di farmi entrare in un progetto ed a proposito del 10% - dice - tengo a sottolineare che non ho preso soldi o comprato nessun 10%. Ho fatto un accordo che con la meta' dei miei emolumenti avrei comprato il 10% nel tempo, cosa che non ho mai ratificato - spiega Lo Monaco -. Non c'e' mai stata la volonta o ambizioni di comprare la societa' e fare il presidente. Io sono un gestore di azienda e quella di presidente e' una mansione che lascio ad altri. Qualcuno potrebbe fare l'esempio di Messina, ma quello e' una atto d'amore, perche' sono arrivato a Messina quando avevo 18 anni ed il fatto di avere rilevato la societa' e' un atto d'amore e non ha niente a che fare con la volonta di essere il proprietario".

Pietro Lo Monaco, quindi, torna a parlare dei momenti che hanno portato alla rottura con Maurizio Zamparini. "Il rapporto si rompe quando il presidente dice 'ora decido io tutto, l'allenatore, se cambiarlo, con chi cambiarlo, il ritiro. E' stata una scelta di Zamparini e non c'e' stata nemmeno la possiilita' di un confronto" riferisce. "Non c'e' stato un motivo particolare. I motivi lui me li ha esposti ma sono cosi' futili, insignificanti che non vale la pena di riportarli, perche' se mi si dice che siamo due uomini forti, che non possiamo coesistere, che di presidente ce n'e' uno solo: Zamparini, che ha scelto e non poteva esserci altro discorso" aggiunge. "Credo che il presidente non stando a Palermo ha fatto tesoro di quello che gli ha riportato qualche sciacallo: che io volevo rilevare il Palermo. Ma quali giochi di societa' - dice -. La gente di Palermo va rispettata, quello che importa e' salvare la stagione, non e' facile. Ma ci sono tutte le possibilita' per farlo. L'organico e' buono, bisogna rimboccarsi le maniche e non cercare di cadere in piedi a tutti i costi. La gente non ha l'orecchino al naso o i paraocchi". "Se mi sono arrivati piu' attestati di stima a Palermo in 3 mesi e mezzo che in 9 anni a Catania un motivo ci sara'".

"C'e' di mezzo il Catania e i motivi del nostro divorzio non si sapranno mai. E' una ferita aperta che non si sanera' mai, perche' e' come se ad un padre portassero via un figlio". Cosi' Pietro Lo Monaco a Sportitalia, risponde alla domanda sul perche' del suo addio al Catania del predidente Pulvirenti. "Conosco anche l'aria che respirano, ogni angolo del centro di Torre del Grifo per averlo fatto in prima persona -aggiuge -. Personalmente mi fa piacere che vadano bene. Il Catania e' una squadra che gioca con il pilota automatico dopo anni di lavoro - spiega -. A fine anno andranno via giocatori importanti e bisognera' sostituirli con altri giocatori importanti. Loro hanno la forza e la capacita' per farlo".

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