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Lo United è solo Rashford: Chelsea ko, ma Solskjaer è mediocre e non vincerà mai nulla

Lo United è solo Rashford: Chelsea ko, ma Solskjaer è mediocre e non vincerà mai nulla

  • Giancarlo Padovan
    Giancarlo Padovan
Lentamente Ole Gunnar Solskjaer rialza la testa. Il suo Manchester United nell’ordine ha fermato il Liverpool, vinto in trasferta in Europa League e in Premier e, ieri sera, sbancato Stamford Bridge con una doppietta di Rashford nel quarto turno di Coppa di Lega.

Chi mi legge sa come la penso a proposito di questo presunto allenatore, avendolo scritto l’anno scorso dopo che sostituì Mourinho, credendosi migliore di chi lo aveva preceduto. Solskjaer non vincerà mai niente e, se per puro caso accadesse, resterebbe comunque un mediocre assoluto.

Non a caso a Londra, in casa del Chelsea, ha vinto con un rigore e una punizione. Sul piano del gioco lo United è il nulla assoluto anche se, ad onor del vero, in Coppa si è presentato pieno di ragazzi e riserve, come è costume da quelle parti nelle competizioni considerate minori. 

Partita oggettivamente brutta nel primo tempo. Tanto per capirsi zero tiri del Chelsea contro i due dello United, ritmo lento, una sequela di errori tecnici, molti falli per nulla comprensibili e meno che mai giustificabili.

Il rozzo equilibrio si spacca alla metà esatta del primo tempo quando Marcos Alonso prima perde palla a centrocampo poi, nella foga di recuperare palla, dà un’ancata a Daniel James stendendolo. Rigore inequivocabile che Rashford trasforma, nonostante Caballero lo guati a lungo, da specialista consumato quale è.

Il Chelsea accusa il colpo e gira a vuoto, nonostante il grande impegno di Jorginho (capitano per l’occasione) e qualche spunto isolato di Pulisic.

Cambia tutto nella ripresa. Sia perché il Chelsea azzanna la gara, sia perché cominciano a fioccare le occasioni. Il protagonista è Hudson-Odoi ma ad innescarlo sono a turno Marcos Alonso e Pulisic. In queste due circostanze l’attaccante esterno prima calcia largo e poi si inventa un tiro al volo incrociato che esce di poco.

Ovviamente si alza il ritmo e la gara è più piacevole, ma a farla è solo il Chlesea che prova anche con i tiri di Gilmour (respinge Rojo) e Pulisc (fuori). 

Il pareggio si situa all’ora di gioco e a realizzarlo è Batshuayi, fino a quel momento assai utile ma poco appariscente. La sua azione è strepitosa perchè a farlo scattare è un lancio del portiere Caballero. Lui doma la palla, s’invola solitario dalla metacampo e fugge verso la porta. A fermarlo ci provano in quattro, ma Batshuayi ha velocità e forza. Con la prima semina la munita schiera di avversari, con la seconda scaglia in rete un tiro potentissimo dal limite dell’area. Gol di rara bellezza, tipicamente inglese anche nella dabbenaggine dei difensori. Nessuno vuol fare apologia del fallo tattico, ma ad uno così - se serve - bisogna ficcare le unghie nelle mutande.

L’entusiasmo è benzina per il Chelsea, mentre lo United vacilla. Gli uomini di Lampard sembrano padroni del campo e il gol solo una formalità da espletare entro il novantesimo (in caso di parità si sarebbe andati direttamente ai calci di rigore, come accaduto nell’inverosimile 5-5 tra Liverpool e Arsenal, risolto dagli undici metri a vantaggio della banda di Klopp).

Invece ad un quarto d’ora dalla fine c’è una punizione per il Manchester United da oltre venticinque metri. La distanza è ragguardevole, ma si sa che Rashford sa colpire con una precisione chirurgica. Il suo destro richiama quella che Fabio Caressa definì la “maledetta”, tipica punizione alla Pirlo: palla all’incrocio e partita che torna nella disponibilità di chi meno l’aveva meritato.

Il Chelsea torna ad attaccare, ma è confuso e anche un po’ stanco. I cambi servono ad immettere qualche energia anche se l’unica occasione, a parte un paio di mischie in area, è un tiro di Marcos Alonso che Romero devia. 

Va avanti lo United. Però giocando così si fermerà presto.

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