Calciomercato.com

  • La parabola di Lopetegui: da prodigio a bidone, eppure gioca meglio di Zidane

    La parabola di Lopetegui: da prodigio a bidone, eppure gioca meglio di Zidane

    • Federico Poeta

    L’avventura di Julien Lopetegui sulla panchina del Real Madrid si è conclusa con un’umiliazione al Camp Nou. Il Barcellona è sembrato una squadra di un altro pianeta rispetto ai blancos, che nell’ultimo periodo apparivano come la brutta copia del team invincibile che ha dominato la scena europea negli ultimi anni. E Lopetegui in pochi mesi è passato da guru del calcio spagnolo ad allenatore bidone. La nazionale spagnola da lui guidata ha dominato il girone di qualificazione per i Mondiali con 9 vittorie, un pareggio e nessuna sconfitta segnando ben 36 gol e subendone appena 3. Non ha poi avuto la possibilità di giocarsi in Russia la chance che si era guadagnato, ma si sarebbe potuto consolare con la panchina più ambita al mondo, quella del Real. Era uno degli allenatori più richiesti ed ora faticherà a trovare un’altra panchina a breve, perché a Madrid ha fatto una pessima figura.


    IL SUO REAL - Indubbiamente l’assenza di Cristiano Ronaldo si sente, anche perché il fuoriclasse portoghese non è stato sostituito a dovere. Dopo la partenza del portoghese, il Madrid non ha acquistato nessun giocatore degno di prendere il suo posto: il ritorno di Mariano Diaz dal Lione si è rivelato un'operazione poco proficua, visto che l'attaccante di origini dominicane ha collezionato soltanto 254 minuti da inizio stagione realizzando un solo gol, a dimostrazione della scarsa fiducia riposta da Lopetegui nei suoi confronti. Eppure le merengues creano molto, dominano la partita come sempre, anzi, più di prima. Sì, perché la squadra di Lopetegui, anche se sembra un paradosso, gioca meglio di Zidane se si vanno a guardare i dati e il tecnico spagnolo propone uno stile di gioco più consono alla tradizione del Real Madrid. La sua squadra scende in campo per dominare la partita, sia per quanto riguarda il possesso palla che i tiri. La formazione madrilena è quella che calcia di più in porta in Liga: 17.9 tiri di media a partita, ha la miglior percentuale di precisione nei passaggi (89.5%), è la terza squadra in Spagna per possesso palla (68.4%). Ed è proprio questo dato che colpisce: il Real di Lopetegui tiene molto di più la palla rispetto a quello di Zidane (57.8% l’anno scorso). Questo calcio, però, porta a poco, perché non riesce a concretizzare abbastanza per quanto crea.

    PROBLEMI IN DIFESA - E se l'attacco non ride, la difesa non se la passa molto meglio. La retroguardia è un vero e proprio colabrodo: 11 gol subiti nelle ultime 5 partite di Liga, in totale 14 su 10. Con questo modo di giocare votato all’attacco e al dominio territoriale, la linea arretrata resta sempre troppo alta e troppo scoperta. Il Real quest’anno fino ad ora si è anche dimostrato poco aggressivo, poco grintoso: è quattordicesimo infatti in campionato nella speciale classifica dei contrasti realizzati e dei passaggi intercettatiUn altro motivo di questa crisi è sicuramente rappresentato dallo scarso apporto dei senatori. Questo gruppo ha vinto tutto: negli ultimi quattro anni le merengues hanno alzato tre Champions League, tre Supercoppe europee, tre Mondiali per club e una Liga. Lo spogliatoio ha dato segnali di sazietà dopo questa scorpacciata di trofei e l'atteggiamento in campo in più di un'occasione è apparso superficiale. Basti vedere come affrontavano la marcatura su Suarez due dei centrali più forti del mondo come Sergio Ramos e Varane: errori banali e poca grinta. Per non parlare di Modric e Kroos, nettamente sottotono in questo inizio di stagione.

    HA FALLITO - La dirigenza madrilena ora è costretta a dare una scossa all'ambiente per risollevare il deludente inizio di stagione. Come succede sempre in questi casi, l'allenatore paga per tutti. Lopetegui lascia una squadra che non ha mai fatto sua: doveva dare un'anima al nuovo Real senza Ronaldo, ma ha fallito miseramente. Pur dominando sul piano del gioco, non ha conquistato i risultati sperati e ora dovrà essere bravo a ripartire senza cadere nel dimenticatoio.
     


    Altre Notizie