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  • Lotito sindaco di Roma: ecco perché è possibile

    Lotito sindaco di Roma: ecco perché è possibile

    • Fernando Pernambuco
      Fernando Pernambuco
    Non c’è stata smentita. Da giorni circola la notizia, più volte scritta e diffusa, che il centro-destra potrebbe candidare a sindaco, nelle prossime elezioni comunali di Roma, proprio lui: Lotito. Certo i giochi sono aperti, ma il Presidente non ha mai nascosto le sue ambizioni politiche e civili. Le infilò addirittura come le motivazioni principali che gli fecero rilevare la squadra biancoceleste: “Ho un forte senso civico e quando presi la Lazio lo feci perché c’era un patrimonio storico sportivo da conservare, per questo sono pronto a dare il mio contributo” aveva detto poco prima delle ultime elezioni politiche. Non gli andarono bene. Per una manciata di volti non fu eletto nelle file di Forza Italia. Ora le cose sono leggermente diverse rispetto a un anno fa. Se la Lazio dovesse vincere il campionato le sue quotazioni crescerebbero parecchio e anche in caso di sconfitta, la squadra a meno di un calo vistoso, resta la rivelazione dell’anno.

    A fare i conti all’ingrosso, comunque, potrebbe votarlo uno su ogni tre tifosi del bacino capitolino, ma anche coloro che ne hanno apprezzato il piglio con cui ha combattuto le frange ultras e condotto il bilancio biancoceleste. Claudio Durigon, uomo della Lega nel Lazio, dice che non si sono fatti nomi e spera soprattutto nel “suicidio” politico della parte avversa ovvero l’alleanza PD - 5S che “sarebbe un grande favore, perché se si ripresenta la Raggi col PD, qualunque nostro candidato vincerebbe di sicuro”. In questo caso, sono molti a pensarlo, non ci sarebbe nemmeno bisogno di schierare, nel centro destra, un pezzo da novanta come la Meloni, che tutti i sondaggi danno vincente in entrambi i turni. Il punto è che la Meloni difficilmente accetterebbe di lasciare la scena nazionale, anche se la Lega vedrebbe di buon occhio l’uscita di chi sta contrastando a destra Salvini. Forza Italia, invece, nel caso di forfait della Meloni, punterebbe dritto su Lotito, sulle sue relazioni trasversali e sul suo dinamismo verace. Manovratore, astuto, “spremitore” dei propri collaboratori, Lotito avrebbe un solo nemico non da poco: se stesso.

    L’eccesso di furbizia misto a un esibizionismo incontenibile potrebbe essergli d’ostacolo, ma personaggi politici che  usano l’accetta invece del microscopio e le sparano grosse, oggi vanno di moda. Dopo anni d’immobilismo dell’ultimo sindaco uscente, ai romani  forse non dispiacerebbe un decisionista impunito, dotato di quel cinismo che è uno dei tratti salienti della Capitale. Certo i romanisti sarebbero disposti a votare persino la Raggi, ma se Lotito avesse la genialità di candidare a vicesindaco Tare allora…le sue probabilità di successo aumenterebbero.

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