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  • Luciano Chiarugi:| 'Io cascatore? Una vergogna...'

    Luciano Chiarugi:| 'Io cascatore? Una vergogna...'

    • L.C.

    Il 'lunch match' di ieri al 'Franchi' fra la Fiorentina e il Napoli ci ha offerto l'occasione di parlare con un indimenticabile protagonista che ha indossato entrambe le casacche, vincendo con i gigliati anche uno scudetto: Luciano Chiarugi, estro e fantasia brasiliana nati però nella toscanissima Ponsacco. Tutti gli over 40 se lo ricordano come 'Cavallo Pazzo', pochi invece sanno perché gli toccò quel soprannome. 'Non mi ricordo chi fu il giornalista che me l'affibbiò - sorride Chiarugi - ma di certo fu proprio dopo un gol fatto al Napoli, e precisamente a Dino Zoff: feci una corsa pazza sotto la curva Ferrovia e venne fuori questo nickname...'. 

    Una carriera luminosa la tua, con due perle: lo scudetto con la Fiorentina del 'Petisso' Bruno Pesaola nel 1969 e la vittoria in Coppa delle Coppe col Milan nel 1973. I tuoi ricordi? 

    'Beh, la vittoria dello scudetto è stata per me, che fin da piccolo sono stato tifoso della Fiorentina, il coronamento di un sogno quasi incredibile: ho vestito per 13 anni, giovanili comprese, la maglia viola e mai avrei pensato di essere protagonista di un'impresa così memorabile. Bei ricordi li ho anche della prima stagione in rossonero, quella appunto del successo nella Coppa delle Coppe, si giocava a Salonicco e segnai il gol decisivo agli inglesi del Leeds con una bella punizione delle mie. Fu un anno reso ancor più bello dal successo in Coppa Italia, anche se poi fu rovinato dallo scudetto perso all'ultima giornata a Verona, quel pazzesco 5-3 che ci impedì di fare il triplete quarant'anni prima di Mourinho...’ 

    Altri rimpianti? 

    'Non parlerei di rimpianti, ma di una cosa che mi è rimasta di traverso, la fama di cascatore. Non nego di aver fatto qualche furbata in area, ma quella dichiarazione dell'arbitro Michelotti, che era il Collina dell'epoca, mi ha davvero nuociuto: da lì in poi gli arbitri perdonavano qualunque fallo contro di me, anche i peggiori. Una vergogna'. 

    A proposito di vergogne, sono tanti, troppi, i tuoi ex compagni in viola morti prematuramente: Longoni, Saltutti, Beatrice, Ferrante e così via. Che idea ti sei fatto conoscendo bene l'ambiente? 
    ‘Premesso che in quel periodo in ogni squadra si faceva grande uso di medicinali e in primis del famigerato Micoren, devo dirti che sinceramente attribuisco questi lutti a una tragica catena di coincidenze, e non a una patologia particolare dell'ambiente viola’. 

    (Il Tirreno)


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