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  • Luis Alberto: 'Lazio da Champions. Rinnovo? Tare non mi ha chiamato...'

    Luis Alberto: 'Lazio da Champions. Rinnovo? Tare non mi ha chiamato...'

    Il cervello offensivo della Lazio è lui: Luis Alberto si gode la convocazione in Nazionale con la Spagna e rilascia una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui racconta il momento biancoceleste e svela un retroscena sul rinnovo. 

    OBIETTIVO CHAMPIONS - La Lazio punta al quarto posto per Luis Alberto: "Si, è inutile nascondersi, non siamo stupidi. La Lazio è una bella squadra e l’obiettivo è arrivare in Champions. Due anni fa c’è scappato su un angolo all’ultimo minuto, lo scorso anno non siamo stati all’altezza. Ora abbiamo il dovere di riprovarci anche perché non abbiamo perso giocatori importanti e il gruppo è ottimo. A maggio quando avrò finito col club aspetterò sperando di entrare nella lista per il campionato d’Europa: le due cose sono collegate, la seconda dipende dal mio livello nella prima. Manca qualche punto. Penso alla partita con la Spal e a quei 20 minuti che hanno rovinato una bella partita. Per ora facciamo fatica a chiudere la gara, creiamo tante occasioni ma non riusciamo ad essere sufficientemente determinati. Con la Roma siamo stati superiori ma abbiamo sprecato troppo, con l’Inter abbiamo perso offrendo una grande immagine e col Bologna il rigore sbagliato. Tutte cose che possono succedere, l’importante è che la squadra è in grado di costruire ciò che ha in testa". 

    NUOVO RUOLO E MERCATO - Gioca più indietro, Luis Alberto, ma ha più libertà: "In passato giocavo più avanti e arretravo spesso a cercare la palla, cosa che finiva per sguarnire un po’ il fronte offensivo. Ora che ho più libertà posso creare più gioco, quasi tutto passa per i miei piedi che è ciò che mi piace e che voglio e penso che alla squadra faccia bene a livello creativo giocare con due mezzali come me e Milinkovic Savic". Il mercato e il Siviglia continuano a tornare: "Non hanno mai fatto alcuna offerta. Le voci girano perché io ogni volta che parlo del Siviglia dico che quella è casa mia. Il problema è che quando l’ho detto l’ultima volta stavo giocando male ed è stato interpretato come un desiderio di andarmene. Non posso dire di no al Siviglia ma non è il momento di cambiare aria: a Roma sto bene, nella Lazio uguale e se mai me ne andrò sarà solo perché il club vorrà vendermi. Rinnovo? Tare non mi ha chiamato e non credo lo faccia a breve". 
     

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