Calciomercato.com

  • Ma davvero Montella è uno da Milan?

    Ma davvero Montella è uno da Milan?

    • Giancarlo Padovan
    Sono sempre più convinto che la scelta di Vincenzo Montella di approdare alla Sampdoria sia stata molto azzardata. Non solo perché salvarsi aritmeticamente con una netta sconfitta interna nel derby (0-3) è veramente poco onorevole, ma anche perché la sua squadra non ha mai giocato il calcio che a lui abbiamo sempre riconosciuto. Detto che, classifica alla mano, Montella ha fatto molto peggio di Zenga, va ribadito che anche contro il Genoa abbiamo visto quanto sia monocorde la sua manovra offensiva e quanto la Sampdoria difenda male.

    I due gol che hanno aperto la partita sono venuti entrambi dal fronte destro dell’attacco genoano, la sinistra per i doriani, laddove avrebbero dovuto agire Cassani e, soprattutto, Dodò. Se il difensore, infatti, ha dovuto accettare l’uno contro uno, l’esterno brasiliano è arrivato in ritardo nel raddoppio sia nel primo, sia nel secondo gol. Una situazione non esattamente casuale, visto che anche un altro paio di situazioni si sono sviluppate da quella parte.

    Il Genoa ha fatto meglio perché ha cominciato meglio (Pavoletti in gol dopo meno di quattro minuti pure su errore di Viviano), ma anche perché Gasperini aveva idee più chiare. Se abbia fatto tesoro della sconfitta dell’andata non si può sapere. Fatto sta che questa volta Cassano è stato marcato a uomo non da un singolo, ma a turno dai componenti della difesa a tre. In pratica al calciatore barese non è stato consentito il libero arretramento con la giocata profonda “alla Totti”, cioé con le spalle rivolte alla porta. E le pochissime volte in cui è avvenuto, Cassano ha sbagliato. Meglio, anche se solo nello sprazzo iniziale della ripresa, quando ha cominciato a lavorare fronte alla porta e ha offerto a Quagliarella l’assist per una conclusione che Lamanna ha respinto prodigiosamente.

    A livello di intesità, è stato senpre il Genoa a prevalere. La ragione, a mio giudizio, risiede in due requisiti: avere la testa libera da condizionamenti, adottare una marcatura assidua sul portatore di palla con l’uomo più vicino ad essa. Non proprio ad uomo, ma come Van Gaal faceva marcare il suo Ajax. 

    Suso ha segnato una doppietta. La prima con polemica (è andato ad esultare provocatoriamente sotto la gradinata della Samp, rischiando una pallonata di Viviano), la seconda di pura gioia (la porta era sotto la curva del Genoa). Se la prima rete è frutto di un duello vinto con Cassani, la seconda ha esaltato il contropiede genoano. Nonostante tutto è stato un gol frutto del collettivo. Laxalt, lanciato in solitaria nella metacampo della Samp, si è fatto neutralizzare da Viviano. Pavoletti, a cui la palla è finita, non si è fatto tentare dal tiro. Ma ha servito Suso che arrivava da dietro e la partita si è chiusa. 

    A questo punto emergono le domande.
    Davvero, dopo una stagione del genere, Montella merita la riconferma? 

    O, peggio a dirsi, davvero dopo una stagione del genere Montella merita che dal Milan guardi a lui come possibile “successore dei successori” e prenda il timone dei rossoneri dopo Brocchi?

    E ancora: Gasperini dovrà approdare ad altri lidi pur avendo realizzato 46 punti (gli attuali) a sole tre lunghezze dal Chievo-rivelazione? Di più: quanti calciatori dovrà rivitalizzare e valorizzare ancora per meritare un contratto a vita da Preziosi?
    Purtroppo nel calcio moderno - ammesso che sia un sintomo di modernità - si cambia senza più ragione e meritocrazia. Perciò mi aspetto di tutto. Anche chi ha fato male venga gratificato più di chi ha fatto bene o benissimo.    
     

    Altre Notizie