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  • L'Inter è umile e non si ferma più: i motivi per cui batterà lo Shakhtar e si qualificherà

    L'Inter è umile e non si ferma più: i motivi per cui batterà lo Shakhtar e si qualificherà

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Sono assolutamente certo che questa sera l’Inter batterà lo Shakhtar e a Madrid, tra Real e M’Gladbach, non ci sarà pareggio di comodo. In questo caso la penso come Antonio Conte: non siamo ai tornei canicolari tra bar, ma nella massima delle competizioni continentali. E’ vero che "biscotti", come si chiamano i risultati frutto di accordo non scritto tra avversari ai danni di un terzo, ce ne sono stati tanti (e l’Italia ricorda dolorosamente quello tra Svezia e Danimarca all’Europeo del 2004), ma è altrettanto vero che il Real non può a priori permettersi il pareggio. Se, infatti, lo Shakhtar non perde a Milano, sarebbe eliminata proprio la squadra di Zidane, battuta due volte dagli ucraini. 
     
     

    Dunque l’Inter deve vincere (e, secondo me, vincerà) per assicurarsi, come minimo, l’Europa League. So anch’io che è poco, ma sarebbe comunque una partecipazione europea con la possibilità, tutt’altro che remota, di arrivare fino in fondo, come accaduto nella passata stagione. Ovvio che l’Inter miri al massimo, cioé ad accedere da seconda per arrivare agli ottavi della Champions League. Ce la può fare perché ha Conte in panchina e, nonostante le assenze del centrocampo, reparto che fino a due giorni fa sembrava offrire ricchezza e abbondanza, perché la squadra è consapevole della propria forza anche nelle cosiddette seconde linee. 

    Fuori Vidal e Nainggolan (sicuri) e fuori Barella (probabile), restano Gagliardini e Brozovic con Sensi mezzala. Non credo proprio che Conte ricorra a Eriksen, sia perchè ormai estromesso dal progetto tecnico, sia perché sempre insufficiente quando è stato chiamato alla prova dei fatti. Perché mai, dunque, una squadra priva di almeno tre giocatori di valore nel reparto nevralgico,  dovrebbe continuare a vincere contro un avversario assai prossimo alla qualificazione, almeno in Europa League, se solo pareggiasse a San Siro?
     
    Perché, a mio giudizio, l’Inter ha svoltato e coltiva l’atteggiamento umile e determinato di chi ormai non si ferma più, neppure di fronte alle avversità. Intanto ha una difesa (Skriniar, De Vrij e Bastoni) che subisce meno di tutte le precedenti e poi perché, soprattutto, ha un attacco che segna sempre ad una media di più di due gol a partita. Conte conosce la difficoltà della gara con lo Shakhtar e sa che sarà un avversario chiuso a doppia o tripla mandata (all’andata giocò una sorta di 6-3-1) oltre che letale nelle ripartenze, affidate a brasiliani con i piedi fatati. Fondamentali saranno per l’Inter le marcature preventive, ovvero quell’accorgimento che permette di prevedere come si svilupperà l’attacco altrui in caso di perdita della palla in zona offensiva.

    Tuttavia non sarà una squadra molto chiusa, lo Shakhtar per l’appunto, ad impedire a Conte di vincere la partita e conseguire la qualificazione. A destra, secondo me, Darmian è in vantaggio su Hakimi (anche se Hakimi è in grado di scardinare con velocità e dribbling qualsiasi dispositivo) e a sinistra giocherà Young. L’alternativa è Perisic che, a sorpresa, ma non troppo, potrebbe addirittura giocare da mezzala fin dall’inizio, in questo caso al posto di Sensi che ha ancora pochi minuti nelle gambe.

    E poi c’è Lukaku in coppia con Lautaro Martinez. Il belga è attualmente tra i cinque attaccanti migliori e, dunque, più decisivi del mondo. Chi dubita di lui e delle sue qualità tecniche o è in cattiva fede o non sa di calcio. Certo, Lukaku è diventato incontenibile anche perché Conte lo ha messo al centro del suo progetto tecnico e perché la squadra lo supporta. Ma, a ben vedere, è molto di più quanto lui fa per i compagni che viceversa. E’ vero che Lautaro ne sta uscendo un poco oscurato, ma è altrettanto vero che l’argentino è l’elemento più compatibile alle giocate del belga.

    Questa sera l’Inter non deve avere fretta. Se segna subito, meglio. Se lo fa alla fine del primo tempo o nella ripresa va bene lo stesso. Anzi, siccome a pensar male spesso ci si indovina, è opportuno che la partita di Madrid non sia esposta a "tentazioni". Più a San Siro si resta sul pari e più il Real ha la necessità di fare risultato pieno. Di certo si gioca su due campi, ma l’Inter deve avere testa e gambe solo per se stessa.
     

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