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  • Maignan e le soluzioni 'magiche' del nuovo Milan di Pioli

    Maignan e le soluzioni 'magiche' del nuovo Milan di Pioli

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Al termine di Sampdoria-Milan Thorsby era Morten, aveva corso 12.043 km. Il centrocampista norvegese è stato una delle vittime preferite di Mike Maignan, il nuovo portiere-istrione del Milan, che al debutto in campionato ha mostrato tutto il suo repertorio di inganni, lanci, facce, indicazioni ai compagni, suole, giocate corte sapientemente attrattive e chi più ne ha più ne metta per eludere il pressing avversario. Il giorno dopo i fatti di Szczesny, il giorno dopo le parole plumbee di Allegri nei confronti del suo portiere (parole così apparentemente sacrosante e inattaccabili...), abbiamo assistito a uno show. Clima completamente diverso, al Ferraris. Rasserenante. Proprio mentre eravamo già tutti pronti a bruciare una volta per tutte la strega della costruzione dal basso, abbiamo visto giocare Maignan. E abbiamo detto wow. Questo Maignan che porta al Milan un sacco di soluzioni nuove, e per di più, cosa ancor più importante, tutte coerenti con lo stile di gioco di Pioli, ci ha strappato un sorriso. “Di lui sono contentissimo”, aveva dichiarato il tecnico rossonero alla vigilia della partita, “è un bravissimo ragazzo, curioso nel capire le trame di gioco, a volte persino diffidente perché vuole sapere cosa proponiamo di diverso”. Ci siamo intesi? Il Milan di Magic Mike lancerà i razzi sulla luna.  

    RAZZI SULLA LUNA - Pronti via, un rinvio quasi assist per Leao in stile Ederson del City. Soluzione che, in Serie A negli ultimi anni, più di tutti adottava il Sassuolo di De Zerbi. Grazie ai piedi educati di Consigli. Ebbene, Maignan non è da meno. Anzi, ha una facilità di calcio probabilmente superiore. La pericolosità-utilità dei suoi rilanci dal fondo è presto spiegata: se la squadra avversaria sta alta per togliere la costruzione ragionata dal basso al Milan, allora Maignan vede lo spazio nella metà campo lontana, e ci crede più di Elon Musk.

    Maignan e le soluzioni 'magiche' del nuovo Milan di Pioli

    Questo non è un banale “andiamo su, sali!”, è un lancio mirato, con uno scopo e una direzione precisa da imprimere al pallone. Un lancio preparato e suggerito al portiere dalla disposizione dei compagni sul campo, fattore che ovviamente determina la non meno importante ubicazione degli avversari (in base alla loro strategia difensiva). Guardate ad esempio Giroud dove si trova in questo momento. Un caso? O è lì per attrarre, spostare Yoshida dal centro della difesa blucerchiata, mentre Diaz impegna Colley, l’altro centrale? Così, se sul taglio improvviso di Leao, Bereszynski (il terzino destro della linea a quattro) si addormenta, la pista di atterraggio è davvero tutta sgombra. Sempre se il portiere ci arriva. E col tempismo giusto, con la giusta precisione. Tutte virtù che a Maignan ad esempio non mancano.

    Maignan e le soluzioni 'magiche' del nuovo Milan di Pioli

    LA DIFFERENZA FONDAMENTALE- Ma la differenza fondamentale che mi pare nessuno abbia sottolineato ancora a dovere, tra il portiere francese e gli altri (almeno quelli della Serie A) è questa capacità di calciare lungo e preciso con entrambi i piedi. Perché un conto è il portiere che fa un lancio di sessanta metri col suo piede forte, un conto è Maignan che, col mancino, lancia Calabria nell’azione del gol del Milan contro la Samp. Ecco com’è andata. Magic Mike se non viene pressato esce dall’area col pallone tra i piedi. Non è solo una sua iniziativa personale, non è il portiere volante di una volta che a un certo punto impazziva. Guardate Tonali che lo chiama fuori mentre corre all’indietro. 

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    In questi casi, quando il portiere ha palla scoperta, vi invito a osservare i movimenti dei suoi compagni di squadra lungo l’asse centrale del campo. Guardate che traffico di smarcamenti combinati.

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    Poi se Quagliarella o l’avversario di turno si stufa e va a pressare, Maignan decide il da farsi, se giocare corto o lungo. Nell’azione che porta al gol di Brahim Diaz, lancia in fascia Calabria, sopra la testa di Augello. Lo ricordo ancora una volta: col mancino! Vedete Diaz com’è solo tra le linee? Su un possibile cross dalla destra, è un rimorchio potenziale pericolosissimo. Il gol arriverà proprio così: Maignan-Calabria, Calabria-Diaz.

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    GRADAZIONI - Ma la bravura coi piedi di un portiere in primo luogo non sta nei piedi. Sta nel saper scegliere. Quindi nel dosare la forza giusta e conseguente alla propria scelta. Con un centravanti come Giroud o Ibra là davanti e scattisti come Leao e Rebic, Maignan può divertirsi con le gradazioni.

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    Se infatti la linea difensiva avversaria si abbassa (magari proprio per timore di una palla lunga lunga), lo spazio allora si crea nel mezzo, dove occorrono palle morbide, liftate. Che poi ci pensano Ibra o Giroud ad andarle a prendere incontro.

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    L’ ATTORE - Ma Magic Mike è Magic anche perché fa l’attore, non solo il primo regista del Milan. Se ve lo siete persi, eccolo qua mentre si batte la mano sul petto indicando al lontano Giroud di muoversi incontro per una palla alta, morbida come quella vista sopra. Nel frattempo però, con la coda dell’occhio...

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    Con la coda dell’occhio vede una soluzione più razionale, più limpida. Ma finge ugualmente il lancio lungo. Ekdal cerchiato in bianco qua sotto ci casca, già torna indietro, Thorsby lo pressa convinto che calci. Sono i due mediani della Samp, eh, entrambi mossi dal palleggio del Milan...

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    Ebbene, Maignan, questo furbone di un portiere, anziché cercare Giroud come promesso a gesti teatrali, chiude l’angolo forte, in diagonale, rasoterra per Brahim Diaz. E il Milan gioca.

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    LE TRAME- Sarebbe infatti riduttivo parlare solo dei lanci lunghissimi di Maignan. Magic Mike, lo ha detto Pioli, si interessa di trame di gioco. Vuol starci dentro, partecipare, capire, metterci il naso; i piedi e il cervello, insomma, non solo i guantoni. Vi pongo un quesito: è un errore giocare la palla seguente al centrocampista pressato alle spalle? Vedete che è sempre il povero Thorsby...

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    No, non lo è, se l’obiettivo condiviso dai due giocatori (Maignan e Krunic) è quello di attrarre pressione per liberare il terzo uomo della situazione, ovvero Kjaer, che di conseguenza avrà campo da conquistare in conduzione.

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    Ma ditemi infine se questo passaggio taglia-linee qui sotto, effettuato a inizio ripresa, è normale per un portiere. Così rischioso, così forte e preciso, lungo e rasoterra nel corridoio aperto dal movimento di Krunic, per Diaz che scende a farsi trovare proprio lì. Non è normale, è Magic Mike. Un portiere che non si vergogna di avere i piedi. 

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