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  • Dicono di Mangia:| 'Sapevamo che era da A'

    Dicono di Mangia:| 'Sapevamo che era da A'

    • D.V.

    Hanno sorpreso tutti, gli ottimi risultati del Palermo col tecnico preso per le giovanili. Tutti meno che i giocatori che allenava lo scorso anno, quelli del Varese Primavera, che avrebbero scommesso su un avvenire di primo livello per il loro caro Devis. 'Oltre che un allenatore, un amico, se non addirittura un fratello', come sostiene Luca Pompilio, 19enne attaccante della Primavera biancorossa. 'Io e i miei compagni eravamo certi che Mangia sarebbe riuscito a sfondare in A: è una persona speciale e non solo in campo. Ho imparato molte cose da lui, capendo, prima di tutto, che bisogna dare il mille per mille durante gli allenamenti'.

    Mangia è famoso anche per il suo 'bel caratterino', ben noto ai suoi ex giocatori. 'A volte ci sembrava un pazzo. Con lui si litigava spesso e ci criticava non solo quando perdevamo: anche nelle nostre migliori prestazioni riusciva a trovare il pelo nell'uovo, per stimolarci a dare di più. Ci diceva che se in campo poteva mandarci a quel paese, al di fuori del rettangolo da gioco potevamo considerarlo un fratello su cui contare. Ci ha sempre aiutato a superare anche le più minuscole difficoltà. Una volta - confessa Pompilio - avevamo avuto un forte scontro. Giocavamo in casa dell'Atalanta e lui sembrava avermi preso di mira, beccandomi per tutto il primo tempo. Nell'intervallo mi ha guardato negli occhi, ordinandomi di fargli vincere la partita. L'ho preso in parola e nella ripresa ho dato tutto, segnando il gol del definitivo 3-1'.

    I modi ruvidi del tecnico non rassicuravano di certo la mamma di Luca, Maria, che, abitando a Foggia, doveva accontentarsi di guardare il figlio in tv: 'Quando le telecamere inquadravano Mangia mentre sgridava Luca - afferma la signora Pompilio - mi preoccupavo non poco. Solo dopo la finale scudetto con la Roma ho potuto incontrarlo: mi sono commossa, ho pianto, abbracciandolo e ringraziandolo per essere stato sempre al fianco di mio figlio che ha saputo far crescere con le sue esortazioni e i suoi consigli anche bruschi'. Il papà di Pompilio, Luigi, ha seguito più da vicino la Primavera: 'Dal primo giorno in cui ho visto Mangia all'opera ho capito che si meritava la A. Oltre a essere un profondo conoscitore della tecnica e della tattica sa essere un ineguagliabile motivatore'.

    Lo conferma Achraf Lazaar, 19enne esterno sinistro marocchino che è arrivato a Varese a 11 anni: 'Mi ha insegnato a credere in me stesso, a non sottovalutare il mio valore e ad esaltare le mie potenzialità. Mi è sempre stato vicino, dentro e fuori dal campo, mostrandosi innanzitutto un amico e un compagno prima che un allenatore. E ha fatto capire alla squadra che gli obiettivi più impensabili possono trovarsi a portata di mano se il gruppo è unito davvero e se il lavoro diventa il pane di cui ognuno non può fare a meno'. Come i genitori di Pompilio, anche quelli di Lazaar sono grati a Mangia: 'Per nostro figlio - dicono mamma Saida e papà Mohammed - è stato fondamentale avere accanto un allenatore così attento e presente'.

    (La Gazzetta dello Sport - Edizione Sicilia)

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