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  • Marchisio: 'Juve, Pirlo ha idee ma serve pazienza. Chiesa? Giocava per la salvezza, non può costare 60 milioni'

    Marchisio: 'Juve, Pirlo ha idee ma serve pazienza. Chiesa? Giocava per la salvezza, non può costare 60 milioni'

    Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juve, commenta in una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport il momento in casa bianconera, concentrandosi sul rendimento dei nuovi acquisti Chiesa e Kulusevski e sulle prime partita da allenatore di Pirlo.

    SU CHIESA - "Federico è un talento vero, italiano. Non aiuta il contesto, vale per tutti: c’è troppa pressione, che nasce dal mercato. Non è giusto che uno come lui, che a Firenze lottava per la salvezza, costi 50-60 milioni. Poi arrivi in un club come la Juve e devi subito dimostrare: con cifre diverse, per loro sarebbe più facile. Con il Barça ha fatto male, come tutti, ma a Crotone, nonostante il rosso, ha offerto spunti e regalato l’assist. Dovrà trovare il modo di stare in campo: con la Fiorentina girava sui 60-70 metri, qui servirà giocare anche nello stretto. Cambia molto, ma lo aspetto: esploderà.

    SU KULUSEVSKI - "Dejan, invece, è un talento puro: si è inserito velocemente, step non scontato quando fai il salto".

    SU PIRLO - "Chi conosce il mondo bianconero sa che può essere il profilo giusto. Serve pazienza, il club lo sapeva e non bisogna etichettarlo in modo negativo: lui non è il nuovo allenatore della Juve, ma proprio un nuovo allenatore. Ha appena iniziato, ma ha le idee per lasciare il segno. Guida la squadra da battere. E tra le big è l’unica che ha cambiato così nettamente: in una situazione normale, il mister avrebbe avuto molto più tempo per incidere. Quest’anno, per il Covid-19 e la partenza in ritardo della stagione, non è stato possibile. Vero, i problemi visti con il Barcellona non piacciono, tuttavia guardo in prospettiva: il gruppo crescerà, ancor di più quando rientreranno i big che ultimamente sono mancati».

    SULLA ROSA PIU' GIOVANE - "Mi piace? Certo, l’età-media era alta. Alcuni uomini, per motivi fisici e motivazionali, cominciavano a dare qualcosa in meno. Il cambiamento è appena iniziato, proseguirà quando non ci saranno più Buffon e Chiellini. E non dimentico Bonucci: un gigante, ma non è un ragazzino".

    SUL CENTROCAMPO - Si gioca a due: non so se sia per una volontà precisa o per il fatto che Bentancur e Arthur non siano registi veri. Il brasiliano è qui da poco, prima di giudicarlo vorrei vederlo con regolarità".

    SU SARRI - "È un ottimo allenatore: l’ha dimostrato a Empoli, Napoli e Londra. E comunque, a Torino, ha vinto. Mi spiace sia andato via: dopo molti anni con Allegri fa pensare che una società del genere, che storicamente dà fiducia ai tecnici, l’abbia sostituito in modo così rapido. Evidentemente, qualcosa non è scattato... L’azzardo non è stato scegliere Pirlo, ma cambiare in un periodo tanto particolare".

    SU DYBALA - "Un classico per i numeri 10: o li ami o li 'odi'. Dovrà rafforzare la sua importanza all’interno del gruppo diventando sempre affidabile: per fare il salto definitivo non dovrà più “scomparire”, sia nei 90’ che nel lungo periodo. Ronaldo e Morata? Con Paulo formano un tridente perfetto: Cristiano è sempre decisivo, Alvaro fa giocare bene i compagni. È la punta ideale".

    INTER PIU' VICINA? - "Con la rosa al completo, la Juventus rimane superiore. Solo la mediana deve essere sistemata. La Serie A è una gara a tappe: fino a Natale bisogna sbagliare il meno possibile, chi ci riuscirà avrà un vantaggio importante nel 2021. In Champions, invece, no problem per il girone: dagli ottavi in poi, vedremo. È presto, parliamone tra un po’...".

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