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  • Mareco rilancia| 'Salvezza e Nazionale'

    Mareco rilancia| 'Salvezza e Nazionale'

    La maglia del Brescia e quella del Paraguay. Victor Hugo Mareco le ha bene impresse nella mente. Una è diventata una sorta di seconda pelle, alla decima stagione in biancazzurro. L'altra invece rappresenta il traguardo da raggiungere attraverso la prima. Tutto è concatenato, consequenziale: buoni risultati con le rondinelle in serie A, uguale possibilità di giocare con la Nazionale, amatissima dopo lo spettacolare Mondiale sudafricano. Ritiro dal sapore speciale Di ritiri del Brescia Mareco se ne intende eccome. Eppure questo «ha un sapore speciale, è diverso dagli altri - ammette - perché nell'ambiente c'è un entusiasmo incredibile che deriva dalla promozione. Lo vedi nel gruppo, lo senti nella gente: le motivazioni per lavorare sono maggiori, siamo molto più tranquilli e sereni rispetto al luglio scorso. Un anno fa avevamo iniziato ad allenarci con l'obiettivo di conquistare la promozione in serie A, ora dovremo fare il doppio per mantenerla». Le vacanze passate con la famiglia sono già un ricordo, il presente è fatto di doppi allenamenti a Storo. «Devo dire però che fisicamente mi sento molto bene nonostante il lavoro pesante. Ciò che conta è arrivare al top alla prima di campionato». Ciò che vuole anche Beppe Iachini, confermato sulla panchina azzurra. «Credo sia stato giusto confermare il mister, perché il risultato di quanto fatto con la squadra lo si è visto». La mente torna a giugno, al Torino, alla sfida di andata e alle «accuse» rivolte a Mareco dai granata. Ma anche alla festa promozione. «Quella domenica ho provato una gioia incredibile, quasi indescrivibile. In vacanza pensavo ogni giorno al fatto che giocherò in serie A e ancora non ci credo. Era il mio obiettivo: non potevo pensare ad un eventuale addio al Brescia se non dopo aver conquistato la promozione. Per quanto riguarda il match a Torino, non è stata una partita, ma una vera e propria battaglia in campo. Cattivi? Non penso, direi aggressivi».

    Una nazione che vive di calcio Mareco quindi è pronto a ripartire. Sempre con la maglia azzurra, anche se giusto un anno fa si pensava che la sua avventura all'ombra del Cidneo fosse terminata: «Non me la sono sentita di dire addio senza aver conquistato la promozione, per rispetto verso la società, la gente e l'intera città. Ora alle porte c'è la serie A, un'avventura che vorrei vivere dando come sempre tutto me stesso. Rispetto all'ultima volta mi sento senza dubbio più maturo e pronto per affrontarla». Nel cuore biancazzurro del difensore ci sono però venature biancorosse, come i colori della maglia del Paraguay. «Ho seguito il Mondiale, la Nazionale ha ottenuto un risultato fantastico, ha fatto la storia del nostro Paese, che vive per il calcio e ha trovato tanta allegria». E adesso? «Adesso spero di farne parte anch'io. Un anno in serie A può aiutarmi parecchio, perché ti confronti con grandi campioni e hai la possibilità di metterti in mostra a livello internazionale. Anche se il contributo fondamentale dovrò darlo io: in serie B puoi cavartela anche dando cinquanta, d'ora in avanti servirà il massimo ogni domenica». D'altronde i pezzi da novanta da fermare aumentano e per Mareco, come per tutta la difesa azzurra, di lavoro da fare ce ne sarà parecchio da agosto a maggio. «L'attaccante che più di tutti spero di fermare? Beh, l'interista Milito», dice il centrale dopo un po' di insistenza, tanta è la scelta di punte di primo piano. Giusto un nome, per fare esperienza internazionale. Si sa mai che poi arrivi la chiamata del Paraguay: in tal caso meglio essere preparati e aver studiato.

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