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  • 'Quando l'Udinese trattò Ibrahimovic...'

    'Quando l'Udinese trattò Ibrahimovic...'

    Sette anni – o poco meno – non si dimenticano. Non si possono dimenticare per Pierpaolo Marino uno dei dirigenti, o meglio dei Direttori Generali, rimasti nel cuore dei friulani. “Io lo dico sempre – ha detto -: Udine è la mia seconda patria. Sono innamorato di questa terra e dei suoi uomini. Mi ritrovo perfettamente nella mentalità friulana fatta di laboriosità, serietà, attaccamento ai valori e grande rispetto. Il modello Udinese? Io sono stato semplicemente una piccola ruota del grande ingranaggio creato negli anni da quei grandissimi professionisti e profondi conoscitori di calcio che sono i Pozzo”.


    L’Udinese, sotto la gestione Marino, ha tagliato grandi traguardi, ma c’è un’istantanea che rimarrà per sempre nella mente dell’ex dg bianconero e cioè la notte di Leverkusen quando, l’8 dicembre 1999 una doppietta di Massimo Margotta regalò ai friulani una storica qualificazione agli ottavi di finale di coppa Uefa. “Mamma mia che gioia – si emoziona ancora Marino -! Quel Bayer era un autentico squadrone con gente come Ballack, Emerson, Zè Roberto e Ramelov. La squadra fu fantastica, ma il mio ricordo più vivo è legato al ritorno a Ronchi dei Legionari. Migliaia di friulani che festeggiavano come matti direttamente sulla pista dell’aeroporto con canti, pianti e mortaretti. Una cosa del genere non l’ho mai vista nemmeno a Napoli”.

    Pierpaolo Marino, assieme alla famiglia Pozzo, ha portato a Udine un gran numero di giocatori che – come da tradizione bianconera – da perfetti sconosciuti si sono trasformati in campioni affermati. “Se mi chiedete di chi sono maggiormente orgoglioso – ha spiegato l’ex dirigente friulano – vi dico Iaquinta. Lo abbiamo preso dal Castel di Sangro, in serie C, e nel 2006 ha vinto la coppa del Mondo con la Nazionale. Ma non posso dimenticare nemmeno Fiore, acquistato nell’affare Amoroso, De Sanctis o Jankulovski. E non ultimo un certo Samir Handanovic che prelevammo per un tozzo di pane dal Domzale. Rimpianti? Ce ne sono sempre nella vita come nel calcio. Mi viene in mente Balzaretti che avevo notato quando ancora giocava nella Primavera del Torino, ma poi non riuscimmo ad acquistarlo. Ma se vi confesso che avevamo trattato anche Ibrahimovic e Van Nisterlrooy ma che loro, alla fine, preferirono l’Ajax e il Psv cosa mi rispondete?”


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