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  • Marino: perchè l'Inter è da Scudetto

    Marino: perchè l'Inter è da Scudetto

    Da una settimana si è chiuso il 'Calciomercato dei sogni', determinato dai colossali investimenti che alcune grandi squadre italiane hanno operato durante questa prima finestra di trattative 2015/16. Prima che, come sempre accade, cominci già a scatenarsi la ridda di voci e illazioni del mercato di gennaio, abbiamo il tempo di analizzare quanto hanno fatto le 'grandi' protagoniste di questa torrida estate di trattative. 

    Se è certo che, per assemblare una squadra in grado di lottare per vincere, una grande società deve rifondarla ispirandosi ineluttabilmente a un sano e coerente concetto di programmazione, bisogna ammettere che, in questo senso a mio modesto parere, l'Inter si è meritata il suo Oscar. 

    A Roberto Mancini va riconosciuta anche la straordinaria capacità di sedurre e convincere i presidenti ad accontentarlo in tutto e per tutto sul mercato, anche a rischio di impensabili sacrifici economici. Il tecnico nerazzurro rappresenta così l'unico vero esempio di allenatore-manager all'inglese, della Serie A, dopo il tanto discusso esodo volontario di Rafa Benitez a Madrid. Mancini, non solo ha programmato con largo anticipo il proprio progetto di rifondazione della squadra, ma ha anche strategicamente centrato con precisione tutti gli obbiettivi, riuscendo a comporre un puzzle quasi perfetto, i cui pezzi, alla fine, si sono agevolmente incastonati al posto giusto e con una corretta progressione temporanea. 

    Ne viene fuori un'Inter rinforzata in tutti i settori con l'arrivo di elementi di grande qualità tecnica e dotati di adeguata esperienza, risultando alla fine completa in ogni reparto. Nelle prime partite di campionato non si è visto un gran gioco, ma si è vinto e questo era l'unico imperativo d'obbligo per una squadra rinnovata e ancora incompleta (Perisic e Ljaljic non ancora tesserati) e il bomber principe (Icardi) fermo ai box, tranne pochi minuti di inutile tentativo di resistere in campo con l'Atalanta. 

    La bravura di una società durante la campagna acquisti-vendite sta anche nella capacità di sapersi liberare in modo indolore di recentissimi precedenti errori di mercato (Shaqiri e Podolski) o riuscire a fare cassa con quei calciatori che sarebbero diventati tecnicamente 'ingombranti' ( Kovacic ed Hernanes) se non avessero trovato la giusta valorizzazione nel nuovo progetto tecnico. L'Inter ha saputo fare anche questo, riuscendo fra l'altro nel difficile compito di non realizzare minusvalenze, ma cifre importanti. 

    Ora vediamo questa campagna acquisti cosa determina nel progetto tattico della Beneamata.

    La squadra, per capacità tecniche e attitudine dei propri calciatori, sembra plasmata per un logico passaggio al 4-3-3, un modulo che comunque non dovrebbe dispiacere a Mancini, il quale si riserverebbe possibili divagazioni ispirate al 4-3-1-2. Se questo dovesse essere il progetto tattico definitivo, la rosa dell'Inter appare ricca di forza e qualità in ogni zona del campo. 

    In difesa gli arrivi di Miranda e Murillo nel mezzo dovrebbero garantire al reparto una maggiore impermeabilità rispetto al passato. A centrocampo Kondogbia, Medel e Brozovic garantiscono una perfetta miscela di fisiscità e tecnica, con qualche perplessità da verificare sul piano delle geometrie. L'attacco formatosi al termine di questa estate si può definire 'stellare'. Tre punte come Icardi, Jovetic e Perisic lasciano presagire un possibile e non utopistico contributo gol di almeno 45-50 unità e se poi le alternative rispondono ai nomi di Palacio e Ljajic… 

    In conclusione, la logicità e la coerenza della strategia di rafforzamento, unitamente alla consistenza degli investimenti, a mio parere, hanno letteralmente trasformato l'Inter in una delle più autorevoli candidate alla vittoria dello Scudetto, anche per il vantaggio di non avere per questa stagione alcun impegno europeo. Questo a patto che l'alchimista Mancini sappia amalgamare bene e presto sul campo tutto il ben di Dio che ha ordinato al mercato e che il 'generoso' Thohir puntualmente gli ha acquistato e affidato. 

    Pierpaolo Marino


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