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  • Ecco come Bee ha convinto Berlusconi

    Ecco come Bee ha convinto Berlusconi

    La Gazzetta dello Sport svela alcuni retroscena sull'esito felice della trattativa che ha portato la cordata guidata da Bee Taechaubol a concludere l'acquisto del 48% del pacchetto azionario del Milan. Ecco quanto riferito dal collega Mario Pagliara:

    Un’investitura non casuale, con una missione precisa assegnatagli ad Arcore tra il 4 e 5 giugno, sigillata in quella notte da una stretta di mano e al mattino da un preliminare di vendita: se Berlusconi ha posto il 48% del Milan nelle mani di Bee Taechaubol lo ha fatto per sfruttare le sue entrate governative e commerciali ad altissimi livelli in Asia, e soprattutto in Cina. Al broker cino-thailandese è stato consegnato il mandato di entrare nei mercati asiatici con strategie di marketing aggressive, incisive e innovative: è l’aspetto-chiave, prima ancora della - seppur monstre - offerta da 500 milioni, che ha fatto pendere la scelta di Silvio su Bee, preferendolo alle altre due cordate cinesi. Sarà lui il colonnello che dovrà guidare l’attacco che il Milan è pronto a sferrare in Oriente. Dopo l’accordo, il broker ha atteso 72 ore prima di rompere il silenzio, in una nota diffusa alle 20 italiane da Bangkok. "L’operazione che ci ha visto protagonisti - conferma Bee - è un successo per il presidente Berlusconi e per il Milan il cui brand, grazie al mio ingresso nella società, potrà affermarsi ancora di più sul mercato asiatico. Questo è il tempo del lavoro, non delle parole". 

    IL BOARD Nel preliminare deliberato venerdì mattina dal Cda di Fininvest ci sono due paragrafi dedicati a governance e board, dove si tracciano le linee generali della mutazione societaria che attende il club a luglio, quando Bee tornerà a Milano per firmare il contratto definitivo. Il thai entrerà sì nel Cda, ma non avrà né la carica di a.d. (restano a Galliani e a Barbara Berlusconi) né la vicepresidenza: farà il suo ingresso come membro del Cda con delega allo sviluppo delle politiche commerciali in Asia. Un compito strategico e centrale, attraverso il quale il nuovo Milan si pone l’obiettivo ambizioso di raddoppiare il valore del brand nel prossimo biennio. Si porterà dai 3 ai 5 fedelissimi (aspetto da definire nelle 8 settimane), in un organo che potrà allargarsi per garantire la rappresentanza di tutti i soci. Quello di cui oggi non si parla è l’innesto di nuovi dirigenti in quota-Bee: non è un argomento di questa fase, non è stato nemmeno sfiorato, e non lo sarà a breve. Se ne riparlerà a contratto firmato. 

    LA LETTERA Gli osservatori più attenti avranno notato la metamorfosi di Bee a giugno: la sensazione è che ci sia un Bee pre e uno post 2 maggio, giorno in cui salutò Milano con un no da Silvio. Quel Bee spavaldo, mediaticamente sovraesposto, dal tweet facile e che parlava da proprietario del Milan è scomparso. Un atteggiamento che aveva irritato fortemente Berlusconi (che intanto avviava i colloqui con altri 2 gruppi cinesi), nel quale aumentava la diffidenza fino ad arrivare a un centimetro dal far saltare tutto. Sul filo, Bee ha trovato la chiave: ha capito che i soldi non erano tutto in questa storia, che doveva ricucire (grazie alla mediazione di Licia Ronzulli), riconquistare Berlusconi, non ascoltare più consigli sbagliati. Nel ponte del 1° giugno, a elezioni finite, ha così inviato una lettera a Berlusconi, ammettendo di aver sbagliato con un’esposizione eccessiva ma chiarendo di averlo fatto in buona fede. Ha garantito riservatezza, sottolineando che sarebbe stato un onore mettersi al suo fianco per aiutarlo nel rilancio del Milan. Poi, di conseguenza, è arrivato il blitz di Arcore nella notte del 4-5 giugno, dove ha giocato le sue carte vincenti: il piano marketing in Asia e la quotazione in Borsa. Un doppio incontro al quale, non per caso, non sono seguiti tweet e interviste; solo ieri in una nota ha precisato "che il signor Pablo Dana non mi rappresenta: non ha alcun titolo a parlare a nome mio". Ha ribadito: "Il Milan rimane sotto il controllo del presidente Berlusconi, che resta non solo la guida del Milan ma anche la mia". E ha smentito "di aver espresso giudizi sul mercato, il settore tecnico e sportivo competono a Berlusconi ed ai suoi collaboratori". Sì, Bee è proprio cambiato. E poi uno così ha 500 milioni di motivi per non poter non conquistare Silvio. 

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